Raffaello Fusaro porta in scena una performance letteraria basata sull’appassionante primo tempo della vita di Pier Paolo Pasolini ambientato dal 1922 al ‘50, anno del suo arrivo a Roma in fuga da Casarsa.
Un atto unico, un canto contemporaneo, che contiene tutta lasfrenata vivacità e la profetica visionarietà dei temi sviluppati poi nei romanzi, nelle poesie, nei film successivi.
Un Pier Paolo ragazzo atletico, febbrile, vivacissimo e poco conosciuto. Dal bambino timido e testardo, al ragazzo avidamente innamorato della vita che racconta avvenimenti e sentimenti che lo riguardano attraverso alcune lettere del fitto epistolario. Un giovane Pasolini inedito, sorprendentemente attuale ed umanissimo, non distante da noi, né troppo intellettualistico. Un flusso di pensieri appassionati ed amplificati rivolti agli amici più cari, al fratello, alla mamma, scanditi da brani musicali del Poeta oppure tratti da colonne sonore dei suoi film. Un flusso di immagini proiettate si unisce “al canto” in un flusso di emozioni visive e di vivaci panorami dell’anima.