Come se il teatro fosse un esercizio collettivo di libertà,
come se l’urgenza vitale di 150 bambini e adolescenti fosse più forte della logica di mercato.
Uno spettacolo che vede insieme attori e musicisti professionisti, bambini, ragazzi, cittadini: una produzione di Comunità.
Se Aristofane potesse vederci! Forse gli parrebbe d’essere alle Grandi Dionisie, che erano un appuntamento teatrale per la Grecia tutta, il momento adatto per gli artisti per dire quello che pensavano attraverso le loro opere.
Perché Aristofane? Perché una commedia del 414 prima di Cristo?
Perché a pensare a due uomini che denunciano le leggi della loro città perché corrotta, e se ne vanno inneggiando al cambiamento e convincendo gli ingenui uccelli a cambiare le cose insieme a loro, e scoprono presto che avere potere è più interessante che cambiare le cose, e uno dei due all’improvviso è re, dittatore e successore di Zeus mentre l’altro non sa più dove si trova … insomma, dopo 2.500 anni ci fa ancora sorridere.