LO STRANO CASO DEI PROMESSI SPOSI!

“I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni è un caposaldo della letteratura italiana che tutti devono (o dovrebbero) conoscere. Eppure gli studenti nutrono sempre una certa diffidenza nei confronti di quello che può apparire un “mattone” grondante di costruzioni arcaiche e personaggi ingialliti dal tempo. La storia di Renzo e Lucia rimane tutt’oggi un’avvincente sequela di figure, valori e incastri narrativi ma mai e poi mai ci saremmo immaginati di ritrovarli sul banco degli imputati a difendersi dalle accuse di Don Rodrigo. In questa libera rivisitazione del romanzo manzoniano, tra storie di Instagram, video di TikTok e wedding planner, sarà il pubblico a emettere la sentenza, giudicando questo strano caso.

PULCINELLAMOLTOMOSSO

Lo spettacolo è costruito sulle basi solide della Guarattella tradizionale, ma aspira, grazie a piccole novità drammaturgiche e tecniche alla definizione di una rinnovata cifra stilistica.La storia: “…è giunta l’ora.”Il Diavolo e la Morte, insieme, hanno escogitato un piano criminoso per eliminare definitivamente Pulcinella “… una volta e per sempre”.Nell’imbastire la loro strategia si scontreranno con l’ingenua follia e la gioia di vivere del nostro “eroe”. Nel secolare antagonismo tra bene e male, tra cuore e mente.

LA GATTA MARASCA

È uno spettacolo teatral-musicale caleidoscopico. Tratto dalle favole dell’etnologo giovinazzese Saverio La Sorsa, lo spettacolo si basa su un gioco divertente per il quale il piccolo Nerino per non essere fagocitato dal perfido Orco gli racconta storie, favole e fiabe di tutti generi, ascoltate per caso per le strade e reinventate per non morire.L’allestimento scenico contempla le tecniche più avvincenti del Teatro di figura, teatro d’attore con tecnica mista profilando una trama spettacolare suggestiva per un pubblico di tutte le età. La favola è al centro della narrazione con la sua archetipica valenza e suggestione. Un focolare di piazza dal quale tutti, proprio tutti devono attingere calore.

COME IL BRUTTO ANATROCCOLO

«Che cosa importa essere nati in un pollaio di anatre, quando si è usciti da un uovo di cigno?». Chiosa Hans Christian Andersen (o H.C. Andersen, come si è chiamato per tutta la vita) nel bel mezzo della sua favola, mettendo in chiaro una delle “letture” possibili delle avventure e disgrazie che capitano ad un anatroccolo nato più grosso e più alto dei suoi fratelli. Un piccolo che accetta il suo destino di “brutto”, senza nascondersi, ed anzi lascia le ali protettrici di mamma anatra per il suo solitario viaggio di conoscenza del mondo e dei suoi abitanti. Case, cortili, prati e canneti ogni volta nuovi e diversi, abitati da tanti e diversi animali che con alterigia rivendicano il diritto di imporre le proprie regole e abitudini solo perché sono arrivati prima ad abitare quell’angolo di mondo. Il loro angolo, il mondo.Brutto, l’anatroccolo, nel suo cammino non si arrenderà mai alle regole e alla superbia altrui, perché un cuore buono non diventa mai superbo, ed ogni volta riprenderà il viaggio, sopportando il vento ed il ghiaccio, accettando spintoni e insulti. Crescerà e imparerà a riconoscere e ad amare ciò che appartiene alla sua natura, come l’acqua e il volo. Si scoprirà cigno e, per la prima volta, non avrà paura ma pudore. Proprio come un bambino quando si scopre ragazzo. Il Crest torna a parlare ai bambini più piccoli, con la fiaba che pone per eccellenza il problema della diversità, prefigurando il difficile e doloroso viaggio che fa approdare all’accettazione di sé, ad una consapevole autostima. Una fiaba, all’apparenza semplice e leggera, narrata con maestria e fantasia da quattro attori e da musiche originali che segnano il cammino.

FARFALLE animalenta

Racconta la storia delle sorelle Mirabal: Minerva, Mati, Patria e Dedè, nate a Ojo de Agua (Repubblica Dominicana) che lottarono contro il severo regime del generale Rafael Leónidas Trujillio (1923-1960) in cui persero la vita 30.000 haitiani circa, a causa di una politica xenofoba, in nome dello sbiancamento razziale. Le sorelle Mirabal fondarono e divennero l’anima del Movimento 14 giugno: “Farfalle” era loro parola d’ordine. Lottarono per la libertà di ogni individuo e per l’emancipazione femminile, fino al 25 novembre del 1960, giorno in cui Minerva, Mati e Patria furono brutalmente assassinate. Grazie al loro coraggio e alla loro perseveranza il regime cadde.

PICCOLO SUSHI

In un angolo sperduto del Giappone un ragazzino porta avanti l’attività di famiglia vendendo cibo da strada, il sushi, con il suo yatai come faceva un tempo sua nonna.Ogni giorno gli stessi rituali, ogni giorno alle prese con qualcosa che sembra sempre volergli sfuggire di mano. Tra strampalate apparizioni dello yurei (spettro) della nonna e sogni di fughe verso l’Occidente, questa storia ci accompagna a riscoprire e coltivare le proprie radici, a capire il valore della tradizione senza perdere il contatto con la realtà. Un viaggio affascinante in una cultura lontana e ricchissima come quella giapponese, la cui cucina si è imposta in maniera sorprendente in Occidente anche tra i più giovani.Michela Marrazzi anima la marionetta ibrida di un ragazzino e gioca con lui nelle tante possibilità del rapporto animatore e animato. Le scene dipinte digitalmente suggeriscono un viaggio immersivo in un Giappone senza tempo rievocato anche dalle sonorità originali di Paolo Coletta.

OGGI. Fuga a quattro mani per nonna e bambino

“OGGI Fuga a quattro mani per nonna e bambino” racconta di un incontro tra generazioni lontane: Marco ha sette anni. Un giorno è così arrabbiato che scappa di casa. Lina i suoi sette anni li ha compiuti almeno dieci volte ma anche lei è scappata.Questa è l’avventurosa e rocambolesca fuga a quattro mani di un bimbo e di un’anziana signora che senza saperlo si stanno cercando. È la storia di due generazioni lontane che si prendono per mano in una notte di luna, iniziano a camminare insieme e a riempire la memoria d’amore e giochi, il presente di divertimento e il futuro di “sono qui per te”. “’Oggi’ ci porta musicalmente […] per mano in modo semplice e coinvolgente, davanti alla storia di due generazioni, lontane, che hanno il coraggio e la ventura di prendersi per mano, in una notte di luna, iniziando a camminare insieme. Annalisa Arione e Dario De Falco accompagnati nel viaggio dal congruo tappeto musicale di Enrico Messina, composto da un impasto di musiche al pianoforte che spaziano da composizioni di Gershwin ad altre dello stesso Messina, creano il loro spettacolo più maturo e significante, disegnando semplicemente senza bisogno di altri orpelli, se non quelli semplici del teatro, sul palco due figure di estrema credibilità. Pochi gesti, spesso disegnati nell’aria, una narrazione di parole lievi e leggere, bastano, in questo modo, ai bambini per immergerli completamente in una storia tenera di amicizia che forse non potrà mai finire.”

IL BAMBINO E LA FORMICA

Ayo è un bambino che non ha mai visto il sole, infatti lavora nel Formicaio”, una miniera del Congo.Un giorno durante il lavoro una frana improvvisa lo blocca sotto terra.Mentre aspetta i soccorsi fa un incontro incredibile e imprevedibile con “Undici”, una formica burbera ma dal cuore gentile. Superata la sua diffidenza verso i bambini, Undici decide di aiutare Ayo ad uscire di lì.Inizia così un viaggio verso l’alto, verso la conoscenza di se stessi e verso la consapevolezza del loro posto nel mondo, imparando l’uno dall’altro che la vita è un sogno da rincorrere.

DON CHISCIOTTE

A partire dall’ultimo desiderio di due condannati a morte prendono il via le avventure di una delle coppie comiche più famose della storia della letteratura, filtrate dall’estro dei due saltimbanco che arrancano nel tentativo di procrastinare l’esecuzione, tra mulini a vento ed eserciti di pecore. E se non rammentano la storia alla perfezione, beh, poco importa, si improvvisa sul tema dell’amore e della fame, del sogno impossibile, dell’iperbole letteraria, della libertà di pensiero e di satira con “l’unico limite: il cielo” come direbbe Cervantes. Uno spettacolo sul pubblico, per il pubblico e con il pubblico, perché è quest’ultimo che avrà il compito di salvare i due attori dalla morte…di salvare il teatro. “Anche noi, attori dietro i “personaggi attori” abbiamo attinto in assoluta libertà a quel contenitore straordinario che è il Don Chisciotte, rimasticandolo in un tosco-veneto condito di emilianismi e francesismi e prendendoci il permesso di “tirare per la giacchetta” autori come Leopardi, Pulci, Ruzzante, Dante, De la Barca, Shakespeare e tanti altri.”

IL PRINCIPE CHE SARÀ

Lo spettacolo nasce dalla trasposizione del romanzo di Francesco Niccolini “Manù e Michè. Il segreto del principe”, una straordinaria opera cucita attorno alle vicende di Carlo Gesualdo principe di Venosa, fondamentale e fosca figura del 500, che rivoluzionò il concetto di musica sperimentando con componimenti musicali polifonici, i madrigali, e allo stesso tempo si macchiò di un terribile delitto d’onore. Due bambini vivono nella Grande Città. La Grande Città è bella, seducente e sudicia. Tutto è ingiustizia e violenza intorno a loro, a cominciare dalla loro relazione: uno è il figlio di un principe ricco e potentissimo, l’altro è un umile servo di palazzo. Hanno la stessa età (poco più di dieci anni), vite opposte eppure parallele, perché si sono abituati a fare tutto insieme: uno da ricco capriccioso e arrogante, l’altro da povero che può solo obbedire. Vivono avventure che qualunque ragazzino di oggi vorrebbe vivere: rivolte di piazza, streghe bruciate, corse a cavallo, un castello e boschi senza fine per giocare. Manù e Michè è una grande avventura, il ritratto di una amicizia contraddittoria ma enorme. Manù e Michè è la scoperta di cose difficili: essere figli ed essere genitori, il dolore per l’assenza, il mistero di tutto ciò che è incomprensibile. Ma al tempo stesso è la scoperta di cose preziose, che anche se non le capisci, ti fanno battere il cuore e ti tengono in vita: la musica, le stelle, il bosco, i lupi, anche l’amore. E l’invisibile.