I DUE PAPI

Dall’autore premio Oscar per Bohemian Rhapsody, L’ora più buia e La teoria del tutto arriva il testo teatrale da cui è stato tratto un film Netflix di grande successo. Non fatevi ingannare dal titolo, perché I Due Papi non vuole tediare con nessuna soporifera dissertazione teologica. Fra documento storico, humor e dramma, lo spettacolo ripercorre non solo i giorni frenetici che portarono dalla rinuncia di Benedetto all’elezione di Francesco, ma anche le “vite parallele” di due uomini molto diversi, accomunati dallo stesso destino. E, soprattutto, ci racconta la nascita di un’amicizia – speciale e inaspettata – fra due personalità fuori dall’ordinario. Al centro di tutto, una domanda senza tempo: quando si è in crisi, bisogna seguire le regole o la propria coscienza?
L’UOMO PIÙ CRUDELE DEL MONDO

Una stanza spoglia, in un capannone abbandonato. I rumori della fabbrica fuori e il silenzio totale all’interno. Paolo Veres è seduto alla sua scrivania, è l’uomo più crudele del mondo, o almeno questa è la considerazione che la gente ha di lui. Proprietario della più importante azienda di armi d’Europa, ha fama di uomo schivo e riservato. Davanti a lui un giovane giornalista di una testata locale è stato scelto per intervistarlo, ma la chiacchierata prende subito una strana piega. “Lei crede ancora che si possa andare avanti dopo questa notte…lei crede che questa vita domani mattina sarà la stessa che viveva prima?” dirà Veres al giornalista. In un susseguirsi di serrati dialoghi emergeranno le personalità dei due personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà ogni prospettiva.
PAULI. IL MOSTRO DEL PIANO DI SOTTO.

2522. In una città futuristica, la vita di tre sorelle viene sconvolta dall’arrivo di una creatura mai vista prima: parla una lingua incomprensibile ed è interamente ricoperta di una strana coltre nera. Scoprono presto che è un ragazzo, sporco e mal ridotto, proveniente dai livelli bassi della città. Non avendo un nome, lo chiamano Pauli. Spinte dalla compassione, le ragazze accolgono in casa Pauli e, tra mille problemi, cercano di educarlo. Col passar del tempo e con lo scambiarsi delle reciproche esperienze, Pauli e le ragazze apprendono il funzionamento dei livelli superiori della città: vivere nel benessere vuol dire produrre scarti e inquinamento, che inevitabilmente si riversano sugli abitanti dei livelli bassi. Pauli e le tre sorelle troveranno un modo per risolvere i problemi che attanagliano la città, grazie alla loro determinazione e all’amore che nutrono verso l’ambiente.
STORIE DI ZHORAN

Zingari. Zingari. Zingari: ladri, vagabondi, bugiardi,fratelli del vento… Quante cose si dicono sugli Zingari! E quante storie, quanti miti e quante leggende ci sono sugli Zingari!Alcuni sostengono che siano stati loro a fabbricare i chiodi della croce di Cristo e che, per questo, la loro genia è maledetta e costretta a viaggiare per l’eternità.Ma chi maledice? Chi odia? E perché? Cos’è un uomo? La razza? Il pregiudizio? Chi ha creato il mondo? E come? Chi è nato prima, l’uovo o la gallina?Accompagnato dalla fisarmonica del suo amico Borhat con le melodie, i ritmi e le armonie della tradizione Rom e Balcanica, Zhoran lo Zingaro cerca di rispondere a queste domande raccontando storie. Solo storie, senza pretesa di verità. E con il suo violino narra di come uno zingaro aiutò Dio a creare il mondo; di come uno zingaro vinse il violino al Diavolo; di come gli Zingari si dispersero sulla terra…Le storie di Zhoran sono la conoscenza della cultura orale che, tramandata di generazione in generazione, è sopravvissuta al tempo e a chi ha sperato di sopprimere la radice.Lo spettacolo è una narrazione che intreccia racconti, tratti o ispirati dalla tradizione Rom, riscritti o reinventati, come è nella natura del raccontare, intervallandoli con riflessioni filosofiche e ironiche, sulla diversità e sull’uomo. Uno spettacolo sarcastico e divertente che, con leggerezza, forse ci aiuta a chiederci chi è l’altro diverso da noi.
CAPORAL MINORE

Teresa è laureata, ha un dottorato, ha svolto un paio di tirocini importanti, ed è alla ricerca del suo primo lavoro. Dopo numerose risposte negative, ripone le sue ultime speranze in un amico di un amico di un amico, che lavora in un non precisato ufficio. Teresa si presenta senza appuntamento ed è costretta ad attendere che arrivi il suo turno: vedrà passare davanti a lei molti personaggi, e ascolterà le loro storie, partecipando al dramma di precarietà e sfruttamento che caratterizza il lavoratore e l’essere umano moderni.Caporal minore è uno spettacolo surreale, a tratti grottesco, nel quale fa da padrone il clima di perenne attesa, attesa di un sogno, di un obiettivo, di una realizzazione che non arriva mai. Le voci presenti sul palco sono quelle delle migliaia di vittime del caporalato che, mai come oggi, urlano il bisogno di essere ascoltate.
LAZARUS

Considerato «il regalo d’addio di David Bowie al mondo», Lazarus è un inconsueto e per certi versi straordinario pezzo di “teatro musicale”, scritto dall’artista poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh. Bowie, seppur piegato dalla malattia, con uno straordinario e commovente sforzo creativo, ha voluto lasciarci questo prezioso dono che si può considerare, insieme al magnifico album Blackstar, uscito due giorni prima della morte, il suo testamento creativo. ERT / Teatro Nazionale ha ottenuto i diritti in esclusiva nazionale e a otto anni dal debutto a New York, Lazarus va in scena per la prima volta in Italia con la regia del direttore di ERT Valter Malosti, che ha curato la versione italiana confrontandosi con lo stesso Walsh. Nel ruolo del protagonista Newton uno dei nomi di punta della musica italiana: Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, da solista ai primi posti delle classifiche con l’album Ama il prossimo tuo come te stesso (2022). Al suo fianco, la cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e la coreografa e danzatrice Michela Lucenti. Un ricchissimo cast di 11 interpreti, che vede sul palco anche numerosi giovani attori/cantanti di talento e 7 musicisti, tra i migliori della scena musicale italiana. L’alieno è ancora prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. In questa situazione disperata Newton riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. Vari personaggi (fantasmi? proiezioni mentali?) si aggirano nello spazio claustrofobico dell’appartamento di Newton (o nel continuum devastato della sua mente?). Lo spettacolo include numerosi brani fra i più celebri di Bowie e quattro inediti scritti appositamente, legati in modo da costruire una frammentata e affascinante drammaturgia parallela, tra cui il capolavoro che dà il titolo all’opera.
NESSUN DESTINO È PER SEMPRE

Un viaggio nella città di Taranto realizzato attraverso una serie di interviste sul campo e la produzione di nuovi materiali da parte degli attori-autori in rapporto al tema del lavoro.Dalla fabbrica al mare, dai mestieri del passato a quelli del futuro, una domanda regge lo spettacolo sin dall’inizio: come e quando il lavoro si lega al destino personale e al destino di un’intera città? Destino-condanna o destino-invenzione?Destino come scommessa aperta rispetto all’identità delle persone e della città del presente e del futuro: protagonismo, attivazione, scelta, re-invenzione.Nessun destino è per sempre.
LA MADRE DI EVA

Che cosa vuol dire essere madre?Nessuno nasce genitore e nessuna donna nasce madre. L’unica, vera, possibile guida è l’amore, uno scambio continuo tra genitori e figli, in un ascolto reale e sincero tra generazioni.“La madre di Eva” è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018.È la storia, toccante e contemporanea, di una madre che parla a sua figlia – lei l’ha sempre considerata una femmina – in una clinica di Belgrado, mentre al di là del muro, stanno preparando la sala operatoria e i dottori tracciano linee verdi sul corpo nudo di Alessandro, per permettergli di realizzare, finalmente, il suo desiderio: “prima dei miei diciotto anni voglio sottopormi all’intervento che mi renderà quello che sono davvero: un uomo”.In un dialogo surreale senza risposte, sospeso tra l’immaginato e il reale, la madre racconta la loro vita fino a quel momento. Un viaggio costellato di amore e odio, sensi di colpa, paure, desideri e speranze. Madre e figlio sono le facce di una società che evolve e non dà tempo, ci spiazza e ci rende soli.
SAN NICOLA DEI BARESI

Il legame tra Bari e il Santo è così vivo e profondo ancora oggi che ad ogni barese si può applicare quello che Maurogiovanni dice di sé: “S. Nicola è anche nel mio sangue di vecchio barese, impastato di tante cose”. Giorgio Otranto Raccontare le storie legate alle tradizioni del culto di San Nicola, stando in mezzo ai baresi, in un giorno di festa a loro dedicato, è un modo per affrontare nel modo più immersivo e completo, l’incontro con il rapporto unico e profondo che lega San Nicola ai baresi di tutte le età e tutte le estrazioni sociali. Non la storia del Santo, quindi, ma quella del culto, sarà protagonista della nostra performance. Dagli episodi più antichi, come la competizione vinta con i veneziani per impossessarsi delle sacre spoglie, alle storie più recenti e moderne, fino agli aneddoti più divertenti e ai tanti riferimenti culturali, iconografici e gastronomici, tutto sarà vissuto dal gruppo dei pellegrini/spettatori, attraverso l’incontro con i personaggi con cui interagiranno lungo il percorso.
BIANCANEVE, LA VERA STORIA

Le fiabe sono eterne e di tutti, ma nascono in luoghi precisi. Biancaneve, una delle fiabe più conosciute al mondo, nasce in Germania; le montagne innevate e le miniere profonde di quella terra ci allontanano dall’immaginario americano di Walt Disney, per ridarle la luce che le è propria.Nel nostro spettacolo, l’ultimo dei sette nani diventa testimone dell’arrivo di una bambina coraggiosa, che preferisce la protezione del bosco sconosciuto allo sguardo, conosciuto ma cupo, di sua madre. Una madre che diventa matrigna, perché bruciata dall’invidia per la bellezza di una figlia che la vita chiama naturalmente a fiorire. Nel bosco Biancaneve aspetta come le pietre preziose che, pazienti, restano nel fondo delle miniere, fino a quando un giorno saranno portate alla luce e potranno risplendere di luce propria ai raggi del sole.Tutti i bambini conoscono già questa fiaba, il nostro spettacolo li vuole portare per mano “dietro le quinte” della storia, lì dove prendono forma e vita i personaggi, i loro sentimenti e le loro azioni, talvolta buoni e talvolta cattivi, quasi mai sempre buoni o sempre cattivi. Proprio come uno spettacolo: un po’ comico, un po’ emozionante; o come la vita che impariamo ad affrontare: un po’ dolce, un po’ irritante, un po’ divertente, un po’ inquietante, un po’. Continua con questo spettacolo il progetto che il Crest condivide con l’immaginario di Michelangelo Campanale, per raccontare ai ragazzi storie che riescano ad emozionarli davvero, senza edulcoranti e senza bugie, ma solo con grande rispetto della loro capacità di comprendere ed elaborare pensieri e opinioni in autonomia, semplicemente sulla strada della crescita.