MARIO BIONDI – CONCERTO

Il nuovo singolo di Mario Biondi, “My Favorite Things”, arriva ad anticipare il prossimo progetto discografico in uscita questo autunno. La reinterpretazione del celebre brano di Julie Andrews solo uno dei brani che Mario Biondi porterà sul palco durante il tour intitolato ‘Crooning Soon – L’anteprima Estate 2023’, prodotto e organizzato da Friends&Partners/Baobab Music and Ethics. L’artista proporrà i suoi brani più noti e introdurrà al pubblico quella che sarà la sua prossima opera discografica, svelando in esclusiva alcuni dei brani inseriti nell’album. Un progetto incentrato sul repertorio e sullo stile crooning che vedrà la sua inconfondibile voce al centro di un’atmosfera calda e intima. Uno stile che caratterizza la sua anima soul jazz e che sarà uno dei capi saldi del nuovo disco e dei nuovi spettacoli. Dopo un’estate fitta di impegni, tra date italiane e internazionali, Mario Biondi si preparerà a mesi altrettanto ricchi. A seguito dell’uscita discografica programmata per l’autunno l’artista partirà il prossimo novembre con un tour teatrale dove proporrà uno show mai visto prima, dalle caratteristiche uniche.
VINICIO CAPOSSELA – CON I TASTI CHE CI ABBIAMO

Tredici canzoni urgenti in teatro Tredici canzoni urgenti (una produzione La Cupa) è il nuovo album di Vinicio Capossela uscito lo scorso 21 aprile su etichetta Parlophone per Warner Music Italy e presentato al Conservatorio di Milano lo scorso 20 aprile in un atto unico ricco di ospiti. Tredici nuove canzoni scritte fra febbraio e giugno del 2022 e registrate nei mesi seguenti come diretta conseguenza del momento storico che stiamo vivendo. Un disco musicalmente polimorfo e collettivo, che contiene molti strumenti, musicisti e ospiti, e che alterna diverse forme musicali, dalla folìa cinquecentesca al reggae and dub anni ‘90. Ballate, waltz, jive e un cha chacha costituiscono l’universo musicale di canzoni che nascono dall’urgenza di interpretare e dare voce ai problemi più stringenti del momento storico che stiamo vivendo. Un campionario di mali che abbiamo quotidianamente davanti ai nostri occhi ma che – schiacciati dall’incessante berciare della società dello spettacolo (che è sempre più la società dell’algoritmo) – non riusciamo più a vedere, a sentire, a capire. “I tasti del pianoforte, smontati, sembrano spazzolini da denti per elefanti, o metri di legno da muratore. Privati del loro compito, e del complesso dello strumento per il quale sono costruiti, diventano lunghe dita inarticolate, smaltate in punta, a volte di bianco a volte di nero. Schegge di qualcosa che si è rotto, di un mondo fatto a pezzi come da un congegno che ti è esploso tra le mani. Con i tasti che ci abbiamo, ci siamo fatti infilzare senza che nessuna beatitudine ne sia venuta. Ma sono venute tredici canzoni, fastidiose e urgenti. Sono canzoni che non si sottraggono al tempo e che parlano da sé: affrontano i temi del pericolo e della grazia, che viviamo in dimensione collettiva, messi sul piatto e serviti con tasti rotti come posate. Pezzi di legno e smalto che a volte feriscono a volte carezzano, a volte grattano la schiena. Possono essere schegge, coltelli o amuleti, ma è comunque tutto quello che abbiamo per affrontare i mostri fuori e dentro di noi. Affrontarli insieme è meglio che affrontarli da soli. Con i tasti che ci abbiamo suoneremo e parleremo e canteremo nel riparo dei teatri in autunno. Il cuore urgente (per citare il telegrafista di Jannacci) non ha bisogno di maschere, scenografie e infingimenti, è un cuore messo a nudo, una radiografia a torace aperto. Soltanto riconoscendo la nostra finitezza possiamo costruire sui nostri limiti delle possibilità. Ed è quello che cercheremo di fare il prossimo autunno nei teatri, declinando il concetto dell’urgenza nell’essenzialità della musica, con una formazione di musicisti e musiciste aperta ad accogliere, di città in città, l’ospite e con un repertorio a scaletta libera incentrato sul perno di queste tredici canzoni, in una specie di mensa allyou can eat a cui mangeremo tutti. Impeggiamo per immegliarci e tutto sarà stato un regalo.” Vinicio Capossela
JE NE SUIS PAS SEBASTIEN

“Ostinazione e spiritualità, guerra e redenzione, sensualità e aggressività: alcuni modi di sentire lo spirito che si emancipa e il dono, dono divino e terreno insieme, poichè il divino è tangibile per la terra che lo esprime. Il dono di accettare e accogliere l’improvvisa intuizione dell’esistenza del sacro, senza indugi né perplessità. La convinzione dolorosa di essere nel giusto, trasformando il proprio modo di stare al mondo, per proteggere la propria postazione; una sorta di santità improvvisa, illuminante. Tutto questo è lui, i martire guerriero, beato sia lui. Proprio per questo…Je ne suis pas Sébastien.” LA COMPAGNIA La Compagnia MP3 Dance Project diretta da Michele Pogliani, debutta con una nuova creazione in prima nazionale dal titolo Je ne suis pas Sébastien in scena al Museo di Arte Contemporanea Pino Pascali di Polignano il 19, 20 e 21 Maggio: un solo/installazione che si muove attorno alla figura di San Sebastiano, pretesto per una indagine approfondita sul tema dell’eroe e dell’integrità umana. Il sacrificio del martire si costituisce come archetipo di una integrità pura, impenetrabile, ma anche estremo atto di autodeterminazione. Punto di partenza di questa produzione è il poemetto di Silvia Bre Sempre perdendosi(2006), testo scritto per Alfonso Benadduce che lo porterà in scena: il suono della parola poetica entra nel teatro per diventare gesto, grido e di nuovo parola.Dopo il successo di Relative calm, spettacolo firmato da Bob Wilson e Lucinda Childs al Parco della Musica di Roma lo scorso giugno, e dopo il lavoro intimista Camera Obscura da lui stesso firmato, Pogliani si concentra ora su un progetto che svela un nuovo segno coreografico, magnetico, onirico e sospeso. Già coreografo di fama e interprete di punta dell’ensemble di Childs che ha segnato la storia della danza recente, Michele Pogliani crea questo lavoro per il danzatore Giovanni Marino.MPTRE PROJECT è ufficialmente riconosciuta dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo – come organismo di Produzione della Danza
QUE BARDO
“Que Bardo” è uno spettacolo che offre una visione poetica del caos, una miriade di azioni impreviste alla ricerca di una festa stravagante che non finisce mai. Uno scrittore e i personaggi della sua opera creano un mondo di umorismo e immaginazione che sorprende e disorienta il pubblico, tra acrobazie e manipolazioni di oggetti. Uno spettacolo dinamico e magico dove abilità circensi e recitazione si intrecciano con fluidità, un singolare universo poetico e gioioso che ci porta in un viaggio e si rivolge a tutta la famiglia. BIO: La compagnia è nata nel 2016 con l’obiettivo di creare una sinergia fra le tecniche di circo e il teatro fisico. La ricerca artistica ha creato un linguaggio comune fra le discipline che porta al una lettura poetica dello show e del legame profondo tra le competenze circensi e drammaturgiche. Attraverso queste dinamiche, il testo va a modificare la performance degli acrobati che va oltre la semplice performance fisica.
CHINESE SUPER ACROBAT CHO KAIRIN
Lo spettacolo di Cho Kairin è uno spettacolo tradizionale (con qualche migliaio di anni di storia) che comprende acrobazie, recitazione, giocoleria, trasformazione e tanto altro. L’appellativo di “super acrobata cinese” si riferisce al fatto che le sue esibizioni sono modernizzate e sofisticate per il pubblico di tutto il mondo e si esibirà in una serie di numeri dove occorre una straordinaria abilità!Volto magico – una magia tradizionale tratta dalla storia “Xiyouji” (Viaggio in Occidente). Nessuno sa come faccia!Maestro della frusta – dimostrerà delle super abilità con la frusta! Potete divertirvi aiutandolo sul palco.Giocoleria con le pentole – non si tratta solo di giocoleria tradizionale, ma anche di un’esibizione divertente e abile.In piedi su sedie impilate – un’esibizione di equilibrio supremo! Questo è davvero il super acrobata del mondo. BIO: Maestro dell’equilibrismo, precisione e forza, CHO KAIRIN è l’ultimo di una lunga dinastia famigliare di acclamati acrobati cinesi, che risale al suo bisnonno. Nel 1985, a soli sei anni, entra in una scuola di acrobata nell’Hebei, nel 1992 entra nel team Acrobat dell’Hebei, e inizia ad esibirsi negli Stati Uniti e in Europa, riscuotendo grande successo fra il pubblico. Nel 1998 vince il premio Gold nel concorso Hebei Acrobat. Dopo il 2000, si trasferisce in Giappone, e appare in molti programmi TV e spot pubblicitari, continuando a esibirsi nelle strade, palchi e festival in tutto il mondo. Nel 2017 è stato premiato con la Coppa del mondo di Daidogei, al più grande festival di arte di strada del Giappone, il Daidogei Word Cup di Shizuoka. Ciò che affascina di Kairin, non sono solo le sue abilità acrobatiche che racchiudono decenni di lignaggio di quest’arte, ma è soprattutto la sua capacità di interagire con il pubblico in modo intimo e sorprendente.
TRE PER DUE – TRA RADIO E TV

Come fa la musica a invadere le vite di tre giovani fratelli? Sì, perché si chiamano “gemelli” ma in realtà sono fratelli. Pacifico, Gino ed Eduardosi esibiranno dal vivo con gag, canzoni ed imitazioni e con tanti personaggi della loro trasmissione di successo su Rai Radio 2, musiche e comicità coinvolgenti per uno show effervescente. Non mancheranno racconti e aneddoti, riferiti ai grandi protagonisti della TV, tutta la comicità dei Gemelli di Guidonia, raccontata attraverso la musica che ha infinite potenzialità ed infiniti modi di divertire ed emozionare.
MAMMA HO PERSO…L’AURELI!

Mamma ho perso … Aureli! è un one woman show in cui l’Aureli si diverte a mettere in scena i suoi personaggi con i quali negli anni si è fatta conoscere al grande pubblico. Con brillante ironia, racconta i suoi inizi artistici, la gioia di essere diventata mamma attraverso racconti che entusiasmano il pubblico e lo divertono. Un sano divertimento, cambi di voci, di espressioni mimiche grazie alle quali Emanuela, riesce velocemente ad impersonare i suoi personaggi con grande capacità espressiva da tenere inchiodato il pubblico per un’ora e mezzo. Una voce bellissima ed una grande dote; quella di divertirsi e di divertire, partendo da una propria speciale autoironia. Non mancano le interazioni con il grande musicista nonché chitarrista Gian Domenico Anellino con il quale l’artista interagirà facendo uscire la sua verve comica oltre che musicale! Aneddoti, curiosità, impersonificazioni e grande allegria sono i compagni di viaggio, un viaggio nel teatro che si accende per dare vita ad emozioni ed intense risate. L’Aureli sembra non essere sola sul palco, vediamo passare cantanti come Albano, Orietta Berti, Mahmoud, Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Pino Daniele, i Ricchi e Poveri, Vasco Rossi, Loredana Bertè, Celine Dion, Il Volo, Noemi, Iva Zanicchi, Patty Pravo, Katia Ricciarelli e tanti altri che sembrano uscire magicamente sulla scena dando l’impressione che su quelle tavole del palcoscenico ci siano tante anime e che non sia mai sola. Ma non finisce qui, continua con Milly Carlucci, Mara Venier, Sofia Loren, Maria De Filippi, Barbara D’Urso, Antonella Clerici, Cristiano Malgioglio, Il Papa, il Presidente Mattarella ecc. ecc. ecc. La sua identità si perde, basta un cambio di parrucca e la scena si illumina del suo talento. Ecco che “ mamma ho perso… l’Aureli” diventa lo slogan divertente, il filo conduttore che unisce i suoi mille volti, che piano piano prendono il sopravvento e come per magia le rubano l’anima e la sua vera identità. Allora non vi resta che godervi lo spettacolo.
LO ZINGARO

In un monologo emotivo ed appassionante Marco Bocci racconta la storia esemplare di un pilota di auto sconosciuto il cui destino è però indissolubilmente legato ad un mito della Formula 1: Ayrton Senna. Ricostruendo in parallelo la vicenda personale dello Zingaro e quella di Senna, il racconto rintraccia coincidenze, premonizioni, intuizioni che quasi segnano il destino dello Zingaro. Il primo incontro con Senna, il primo gran premio visto dalla pista, il rapporto con il padre, il primo go-kart, la scelta di correre, il legame profondo con la famiglia e il desiderio di crearne una propria dopo il divertente incontro con la moglie. E ancora Senna, Senna ovunque. Senna è davanti agli occhi dello Zingaro in ogni curva, in ogni scelta. Lo Zingaro cerca se stesso attraverso un legame quasi ossessivo con il grande campione brasiliano morto ad Imola il primo maggio 1994.
OMAGGIO A ZEFFIRELLI

Omaggio a uno degli uomini di spettacolo italiani più noti al mondo, nel ricordo del regista di fama internazionale che diede un fondamentale contributo al mondo del cinema, ma anche a quello dell’opera lirica. Per il centenario della nascita del Maestro Franco Zeffirelli, un evento pensato per i teatri del nostro paese, che coniuga, cosi come seppe fare questo esegeta universale dell’arte, Prosa e Musica in un ricco programma dallo stile raffinato. Nel tributo a uno dei protagonisti più famosi del mondo della nostra cultura, a fungere da treit d’union tra gli straordinari prodotti artistici che ci ha lasciato, la suggestiva voce del regista e attore italiano Alessandro Preziosi nella lettura delle lettere autobiografiche di Franco Zeffirelli. Lettere scritte con lo stile elegante dell’Artista capace, per la sua natura produttiva/creativa, di fare volare alto il cinema italiano ai botteghini mondiali con i suoi capolavori, che ci hanno lasciato anche memorabili colonne sonore. Nelle musiche tratte dalle colonne sonore di alcuni dei suoi film, al pianoforte Filippo Arlia e al violoncello Francesco Mariozzi in un programma che offre brani tratti da film diretti dal grande regista: Jane Eyre, struggenti note dal racconto che aderisce al tradizionale testo narrativo, Un tè con Mussolini, in cui Zeffirelli si concede in maniera appassionata all’opera, Callas Forever, la cui colonna sonora rappresenta un gradito omaggio a tutti gli amanti della “divina” e musiche che fanno rivivere la magia della città eterna sospesa tra passato e futuro, Omaggio a Roma. Filippo Arlia, classe ’89, è un pianista, didatta e direttore d’orchestra italiano, considerato dalla critica internazionale, dalla stampa e dalla televisione italiana come uno dei più brillanti e versatili musicisti della sua generazione. Ha calcato alcuni dei palcoscenici più prestigiosi del mondo, come la Carnegie Hall di New York, la Cairo Opera House, l’Auditorio Nacional de Musica di Madrid, la Novaja Opera di Mosca, Smetana Hall di Praga, il Teatro alla Scala di Milano. Francesco Mariozzi è stato primo violoncello del Teatro Massimo Bellini di Catania e spesso primo violoncello ospite del Teatro San Carlo di Napoli, dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, del Teatro Regio di Parma e dell’Orchestra sinfonica di Roma e del Lazio. Collabora con l’attore Claudio Santamaria esibendosi in importanti festival teatrali. Gli adattamenti musicali saranno a cura di Francesco Fortunato e Alfredo Cornacchia.
LA PRIMA VOLTA

Paolo Conticini, canta e racconta un po’ di sé: la famiglia, gli studi, i suoi primi lavori, poi l’incontro con Christian De Sica, che gli dà la possibilità di esprimersi come attore… È solo l’inizio di un percorso artistico in continua evoluzione, ricco di soddisfazioni nel cinema, in tv e in teatro. Tra un aneddoto e l’altro, Paolo ci parla delle sue prime volte, ma è come se raccontasse la vita di tutti noi: le sue prime volte, sono le nostre prime volte, i suoi dubbi, sono i nostri, così come le occasioni perse e le piccole soddisfazioni. Coincidenze incredibili che narrano cose credibili. Congiunzioni astrali favorevoli che hanno determinato eventi unici, le cosiddette sliding door che ognuno di noi ha incontrato nella vita, che hanno inconsapevolmente costruito la struttura portante di una vita originale. Paolo ci confida le sue insicurezze, ci mostra le sue paure e le sue fragilità, permettendoci di vedere cosa c’è dietro l’immagine dell’attore bello e atletico, e ci fa scoprire l’essere umano tanto simile a “quel nostro amico della porta accanto”. Divertenti, poetiche, drammatiche esperienze che ci fanno riflettere su quanto è sorprendente la vita. Paolo, inoltre, condivide con il pubblico un’altra sua passione, il canto. Propone alcune canzoni che hanno un significato particolare nel suo mondo e che confermano le sue doti di artista a trecentosessantagradi. Un breve e ironico bilancio di un uomo che a cinquant’anni ha imparato a fare della sua esistenza ciò che ha sempre sognato, e a metà del suo cammino sceglie con coraggio di condividere le sue esperienze, i suoi errori e giocare a fare progetti per il futuro, perché consapevole che nella vita niente è facile ma nulla è impossibile. Una sedia e una chitarra, storie e canzoni, gli ingredienti principali di una performance leggera e poetica di ottanta minuti circa, in cui Paolo intrattiene il pubblico che ha imparato ad amarlo al cinema e in tv.