LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLE STELLE

All’alba la notte incontra il nuovo giorno, e, come nella parabola di Zhuāngzǐ, il sogno e la realtà giocano a rincorrersi, a confondersi, e a infondere nel corpo la leggerezza dell’anima e delle stelle.All’alba la musica e la poesia incoraggiano a sostenere la purezza leggera dell’essere.La suite di brani composta da Mario Rucci per il concerto all’alba di Estate, Muse e Stelle 2023, si muove – come nella peripezia artistica del grande scrittore ceco da poco scomparso – parafrasandone il titolo del più famoso romanzo, fra musica e poesia, per approdare infine nella struggente narrazione di un amore sospeso fra sogno e realtà, custodita nello scrigno magico di un mirabile racconto di Gabriel Garcia Marquez, Occhi di cane azzurro.

ANTENATI – THE GRAVE PARTY

“La nostra storia è un poema epico in codice, un cammino tortuoso, una saga senza paragoni e noi non siamo né la fine, né il fine di quella storia…”.  Antenati è uno spettacolo legato al progetto La Fabbrica del Mondo, che ripercorre l’evoluzione della nostra specie. Attraverso l’incontro immaginato con i nonni dei nonni, con le 4.000 generazioni che ci collegano ai nostri progenitori comuni, quel piccolo nucleo africano da cui tutti gli abitanti del pianeta della nostra specie provengono. Alla parola è affidato il compito di far vedere questa stirpe di funamboli che ci ha preceduto e da cui abbiamo ereditato difetti e virtù. L’oralità richiede immaginazione, leggerezza e ironia; l’epica chiede gesti, fatti memorabili ed emozione; il teatro richiede di credere a ciò che si ascolta sapendo che tutto è finzione. Siamo una specie curiosa e fragile, capace di adattarsi al clima per colonizzare gli angoli più remoti del pianeta. Siamo stati prede e siamo diventati predatori. Abbiamo inventato le cose, le parole per chiamarle e il modo per articolarle dentro un discorso e le abbiamo lasciate in eredità ai figli dei figli. Dentro il genoma di ogni individuo ci sono tracce, informazioni in codice di tutti coloro che lo hanno preceduto. Nella finzione del teatro seguendo quelle tracce si ricostruiscono i fili dei legami che permettono di organizzare una stravagante riunione di famiglia: tutti i nonni della storia chiamati a dar consiglio sul futuro della nostra specie a rischio di estinzione per catastrofici mutamenti climatici di origine antropica. Il narratore infatti sa di esser la causa dei suoi mali, si espone al consiglio ma anche al giudizio della specie.  La nostra è una specie di funamboli: per abitare un pianeta in perenne disequilibrio servono doti da equilibrista, da domatore, da mago, da clown. Darwin diceva che il soggetto dell’evoluzione è l’individuo più che la specie e che in ogni specie le differenze contano quanto le somiglianze. Competizione e collaborazione si bilanciano in modi sempre diversi, generazione dopo generazione.

I SILLABARI DI PARISE

Attrice fra le più intense del cinema e del teatro italiano, nota al grande pubblico televisivo per l’irresistibile personaggio di Imma Tataranni ma anche per la sua magnifica interpretazione di Filomena Marturano, nell’omonima riduzione televisiva trasmessa con grande successo dalla Rai lo scorso inverno (Nastro d’Argento come miglior film Tv), Vanessa Scalera porta a Lucera, in una serata unica ideata per quest’occasione, alcuni folgoranti racconti tratti dai Sillabari di Goffredo Parise, libro culto del secondo Novecento italiano. Un giorno, sul finire degli anni Sessanta, Parise vede nella piazza sotto casa un bambino con in mano un sillabario. Gli si avvicina e legge: «L’erba è verde». Sono tempi politicizzati, in cui si fa spesso ricorso a parole «difficili», e quella pagina limpida e colorata acquista il significato di un monito, un richiamo all’essenzialità della vita e della poesia: «Gli uomini d’oggi secondo me hanno più bisogno di sentimenti che di ideologie». Nasce così l’idea di una serie di brevi racconti (o romanzi in miniatura o poesie in prosa, difficile dirlo), dedicati a sentimenti umani essenziali, che disposti in ordine alfabetico compongono una sorta di dizionario. Come ha scritto Cesare Garboli, nei Sillabari Parise «distilla la pietra filosofale del raccontare. Ma non racconta, fa qualcosa di più. Invoglia a pensare che il mondo sia raccontabile, e che la sua raccontabilità sia una meraviglia da scrutare attraverso un foro minuscolo».

CAROSONAMENTE

“Si ride con le canzoni, ma non solo, Renato ci commuove e si commuove guardando con carezzevole ironia i suoi toreri, i sarracini, gli americani. Carosone pensa con affetto alla sua gente, con un umorismo semplice, dal basso, senza sarcasmo, senza potere, senza cattiveria nel sorriso. Egli ci porta lontano, sbagliando volutamente strada, per un imprevisto musicale e di parola, noi lo seguiamo sperando di non fare danni, magari ci travestiamo e fra di noi non ci riconosciamo.” Carosonamente è il titolo dell’ultimo album di Peppe Servillo & Solis String Quartet. Dopo i due precedenti album con i quali l’ensemble ha reso omaggio ai capolavori della canzone classica napoletana, il nuovo lavoro uscito nel 2022 è dedicato a Renato Carosone.

TIME TRAVELER

Il fascino magnetico di Ute Lemper, talento unico della scena internazionale, attrice e cantante tedesca, insuperata interprete del cabaret berlinese: non poteva esserci apertura migliore per la seconda parte della stagione di PrimaVera al Garibaldi, ospite anche quest’anno del Festival Estate Muse e Stelle 2023, nella straordinaria cornice dell’Anfiteatro Augusteo di Lucera.Ute Lemper ha lavorato nel cinema, in teatro e con la musica sposando opere e progetti di altissimo livello sugli autori preferiti di sempre, gli amatissimi connazionali Brecht e Weill, ma anche Edith Piaf, Jacques Brel, Astor Piazzolla, Michael Nyman, Nick Cave, Peter Greenway, Robert Altman, oltre che Charles Bukowski, Pablo Neruda e Paolo Coelho, poeti i cui testi le hanno ispirato un bel numero di canzoni.Sono brani che si ascolteranno proprio in «Time Traveller» – titolo del suo ultimo spettacolo – un mosaico che rispecchia la vita e la straordinaria carriera di questa artista unica, attraversando memorie di epoche diverse, aneddoti e musiche imprescindibili degli stessi Weill, Brel e Piazzolla, nonché di Gershwin, Tom Waits e della cantante polacca (naturalizzata israeliana) Chava Alberstein.Ad accompagnarla in questa tappa a Lucera del suo nuovo tour internazionale, un ensemble raffinato composto da Cyril Garac al violino, Vana Gierig al pianoforte e Matthias Daneck alla batteria, musicisti ai quali si aggiunge un grande talento pugliese del contrabbasso jazz, Giuseppe Bassi. “Vaghiamo attraverso i misteri della vita e del mondo, finché un giorno decidiamo cosa veramente merita di essere amato e accolto e cosa deve essere evitato. Capiamo che la logica dell’occhio per occhio ci porterà solo alla cecità e che nessun atto di gentilezza è mai sprecato. Impariamo che non dobbiamo mai addomesticare il nostro lato selvaggio e che più teniamo vivi i nostri sogni, nonostante gli sforzi esterni di rubarceli, e meglio riusciremo a difenderli. Con la musica possiamo restare davvero liberi e volare indietro alla fonte dei nostri desideri”.Ute Lemper

LA NAVE DOLCE

Tre voci – quella di chi si mette in viaggio, quella di chi accoglie, quella di chi guarda – e una storia. Tre lingue: un idioma italo-albanese – il viaggio, le attese, l’approdo – un idioma italopugliese – la coscienza critica – l’italiano – lo stupore. Tre punti di vista: un giovane albanese, un barese, un bambino a testimoniare un evento che ha mutato per sempre la storia dell’immigrazione. 8 agosto 1991, nel porto di Bari, attracca la nave Vlora carica di ventimila albanesi. 20.000 persone che arrivano, in un sol colpo, sono un paese intero. E un paese intero non lo si può rispedire a casa come fosse un pacco mal recapitato. Da un lato le autorità governative che vogliono quei ventimila, rinchiusi, tutti insieme, nello stadio cittadino trasformato da luogo di incontro in anfiteatro di una assurda lotta per la sopravvivenza, mentre gli elicotteri controllano dall’alto. Dall’altro la comunità di Bari, che accoglie anche a suon di paste al forno e focacce raccolte tra le famiglie! Una vicenda esemplare che apre lo sguardo sul panorama politico europeo degli anni ‘90, sulle ferite ancora aperte. Questa storia ritrova oggi piena attualità. È una storia che parla di mare e di una nave presa d’assalto. È una storia di fuga e sogni. È una storia di desideri e pulsioni di libertà. È una storia che vive ancora sulla pelle di chi l’ha vissuta. È una storia di integrazione e incontro. È una storia intessuta di storie. È una storia che non è finita. Una storia che vuole ancora essere raccontata.

UNA VITA DA LIBIDINE

Con ironia e spensieratezza l’attore sa come scatenare il suo pubblico, lo ha fatto ovunque in Italia e continua ancora oggi a farlo coinvolgendo diverse generazioni. Anche in Puglia, a scaldare il cuore saranno le quasi 2 ore dense di spettacolo durante le quali lo showman veronese non si risparmierà per il suo pubblico. Uno spettacolo che descrive una storia che ha scritto alcune pagine del Cinema della commedia all’Italiana, prodotto dalla The Best Organization Management. Sia da adolescente come attore di cabaret, musicista e cantante, che come protagonista al cinema, la vita di Jerry Calà è sempre stata accompagnata da bellissime canzoni che hanno fatto da colonna sonora ai suoi spettacoli cominciando dagli albori con il gruppo dei Gatti di Vicolo Miracoli, proseguendo la sua carriera artistica con i film, che hanno rilanciato vecchi successi degli anni ’60 e ’70 e naturalmente degli anni ’80. Chi meglio di lui, allora, per raccontare la musica italiana dagli anni sessanta ai giorni nostri. Così il geniale Attore attraverso irresistibili racconti di vita vissuta, divertenti gag e canzoni indimenticabili coinvolge il pubblico travolgendolo per due ore di grande divertimento. Dagli anni del cabaret in cui, con i Gatti, si esibiva al Derby Club di Milano sotto l’influenza di Cochi e Renato e i primi successi musicali come “Prova” e “Capitooooo!” e tutte le sue frasi tormentoni entrati a far parte del nostro quotidiano. Lo show prosegue ancora con un omaggio ai più grandi nomi della musica italiana da Franco Califano ed Enzo Janacci fino ai Pooh, ricordati tra le note di un emozionante amarcord che non manca di ricevere consensi da parte di critica e pubblico sapendo fuggire il ricatto della nostalgia. Si riparte con il cinema e gli oltre 50 film che vedono Jerry Calà come protagonista raccogliendo nella quasi totalità un grandissimo successo. Da “Sapore di mare” dei Vanzina diventa addirittura il motore del rilancio delle musiche degli anni ’60; un revival che, dall’uscita di quel film, non è mai più finito, tanto che oggi i ragazzi, anche giovanissimi, cantano a memoria canzoni di quarant’anni fa; un vero miracolo così come pure la colonna sonora di “Vacanze di Natale” il primo vero Cine-panettone, che lanciò brani di disco music anni ’80 diventate delle Hit, come “I like Chopin”, e in particolare “Maracaibo” che Jerry, alias Billo, cantava al piano bar e divenuta in seguito uno dei suoi più grandi cavalli di battaglia. Jerry Calà, cantandole nei suoi film, è riuscito a rendere queste canzoni un po’ sue e si diverte a riproporle dominando il palcoscenico con le sue abili doti, nello stile dei celebri “One Man Show” americani accompagnato da una big band live ed un maxi schermo alle sue spalle, che trasporta lo spettatore in un viaggio a ritroso nel tempo. Qual è il punto di forza dello show? Sicuramente il giusto mix tra musica comicità e coinvolgimento del pubblico che Jerry Calà da abile crooner ed entertainer riesce a mescolare con il suo effervescente umorismo, sempre attuale. Perché Jerry si diverte divertendo tutti.