TRIO FELIX

Programma: C. Kreutzer: Das Muhlrad, (1780-1849) J.W.Kalliwoda: Heimathlied, Op. 117 J. Horovitz: Sonatina( terzo tempo), Rag time A. Piazzolla: Libertango G. Puccini: “ Un bel dì vedremo “, ( Madama Butterfly) G. Puccini: “ Sì mi chiamano Mimì”, (La Boheme) G. Puccini :  “Vissi d’arte, vissi d’amore” (Tosca) A. Schreiner: Always Smoller (Pianoforte e Clarinetto) E. Di Capua: I’ te vurria vasà La  Gaetano: Reginella MARILENA GAUDIO, SOPRANO Si è diplomata in canto a ventun anni presso il Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari con il massimo dei voti sotto la guida di Maria Luisa Carboni. Già durante il corso degli studi accademici si è fatta notare prendendo parte, come soprano solista, ad un Oratorio diretto dal Maestro Rino Marrone. Nel 1990 la troviamo a Roma in un Concerto al Teatro Olimpico accompagnata dal Maestro Rolando Niccolosi per cantare brani di Nino Rota Nel 1990 frequenta i corsi estivi di Liederistica alla “internazionale Sommerakademie Der Hochschule di Salisburgo” sotto la guida di Charles Spencer. Nello stesso anno frequenta il corso di perfezionamento “ Mozart e il Melodramma Italiano del ‘700” sotto la guida del Soprano Leila Bersiani .Nel 1992 vince il Concorso a Cattedra per L’insegnamento di  Canto e frequenta il Seminario Internazionale di Montefiascone seguita da Katia Angeloni Koltcheva, durante il quale si distingue e viene prescelta per una serie di concerti con l’orchestra diretti dal Maestro del teatro dell’Opera di Roma Alessandro Corsi. Nel 1994 frequenta a Mantova L’accademia di Katia Ricciarelli e , nello stesso anno vince il Concorso Internazionale Città di Barletta che la impegna in numerosi concerti con pianoforte e orchestra ed inoltre per il Festival Internazionale d’organo esegue la Messa in prima assoluta di Leonardo Leo diretta Dal Maestro Donato Di Palma. Per il Teatro Petruzzelli esegue I due Timidi di Nino Rota, poi è Gilda in Rigoletto diretta dal Maestro Gregorio Goffredo. Nel 2000 incide un altro Cd con arie del ‘700 e ‘800 Pugliese curato nella parte critica da Nicola Sbisà. Inoltre è diplomata in musica vocale da camera con il massimo dei voti ( canta in tutte le lingue, compreso il russo) e prosegue l’attività sia concertistica che operistica che l’hanno vista ora Violetta, ora Tosca, Ora Butterfly, Mimì e Musetta, Micaela, Anna Glavary e Valencienne, Lucia di Lammermoor , Adina in Elisir . GIACOMO PIEPOLI, CLARINETTO diplomato in Clarinetto presso il Conservatorio di Bari sotto la guida del M° Giuseppe Accogli, è in continuo aggiornamento con clarinettisti di fama mondiale, tra cui Romain Guyot, Milan Rericha, Vincenzo Paci, Francesco Defronzo, Fabrizio Meloni, Gabriele Mirabassi.Dal 2015 al 2019 ha collaborato stabilmente come clarinetto di fila, clarinetto piccolo e clarinetto basso dell’Orchestra ICO della Provincia di Bari. Suona da oltre 15 con importanti orchestre italiane che gli valgono la collaborazione con direttori del calibro di Ezio Bosso, Giuseppe Lanzetta, Fabrizio Dorsi, Giovanni Pelliccia, Michele Marvulli, Nicola Hansalik Samale, Gerardo Garofalo, Maurizio Billi, Aneglo Inglese, Giuseppe La Malfa, Maurizio Colasanti, Walter Attanasi e molti altri; quasi sempre in ruolo di primo clarinetto, o clarinetto Piccolo in MiB.                                               Ha ottenuto idoneità ad audizioni e concorsi per titoli ed esami in numerosi Conservatori statali. Nel luglio 2017 a Barletta (BT) ha eseguito da solista il concerto per clarinetto e orchestra “Introduzione, tema e variazioni” di Gioachino Rossini con l’Orchestra Soundiff diretta dal M° Salvatore Campanale. Dal 2009 la sua attività è intensissima soprattutto nella musica da camera: è il Clarinetto Basso dei “Legni Pregiati”; suona regolarmente in duo con il chitarrista Marco Corcella (rappresentati dall’agenzia Vida Art Management) e nel gennaio 2020 con il “Quartetto Auditorium” (Perpich, Mastromatteo, Argentieri) ha eseguito più repliche del celebre “Qatuor pour la fin du temps” di O. Messiaen.      Da Dicembre 2013 è primo clarinetto stabile dell’Orchestra “Filarmonica Pugliese” diretta dal M° Giovanni Minafra, di cui è anche direttore artistico. FLAVIO PECONIO, PIANOFORTE  ha frequentato la prestigiosa scuola Barese di pianoforte studiando con i maestri V. Ferrari e  P. Camicia  , diplomandosi presso il Conservatorio N. Piccinni e  Laureandosi presso l’Istituto di Alta Formazione Artistica del Conservatorio “DUNI” di Matera nel corso di II Livello solistico in Pianoforte sempre col massimo dei voti e la Lode. In seguito ha perfezionato i suoi pianistici con illustri maestri quali Philip Lorenz della University Fresno of Music di Los Angeles e François Noel Thiollier. Vincitore di importanti concorsi pianistici Nazionali ed Internazionali sia da Solista che in formazione da Camera, si esibisce da solista per importanti Associazioni Musicali in Italia e in Europa (Belgio, Germania, Spagna. Polonia ecc.)  USA (Oregon, California,Texas e Florida ecc), ottenendo sempre unanimi consensi dal pubblico e dalla critica. Ha suonato da solista con orchestre italiane e straniere come l’ Orchestra A.GI.MUS (Italia) , “Accademia di Tirana” (Albania), “ Orchestra dell’Accademia Musicale Pescarese, l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari ecc.. Affianca all’attività concertistica , un’intensa attività didattica ,ha tenuto corsi di Perfezionamento Pianistico presso l’Accademia HINDEMITH di BLUNEY (Svizzera) ed in Italia presso il XXVII CORSO DI INTERPRETAZIONE MUSICALE CITTA’ di ​NORCIA ; è chiamato a far parte di giurie di concorsi pianistici in Italia ed all’estero. Ultimamente di lui la critica si esprime così “ L’interprete mette in luce una grande cantabilità e disinvoltura esecutiva poggiante su una solida tecnica e un tocco assai sciolto…. Grande prova sia di comunicabilità che di impeto e bellezza timbrica….”-Eco di Bergamo- . Insegna Pianoforte Principale presso il conservatorio “Niccolò Piccini“ di Bari.

CONCERTO ALL’ALBA – HISTORIA DO SAMBA

Presentazione del recente album in duo, della collaudata coppia musicale. Il jazz, proposto con la  poetica e lo stile della Bossa nova e del Samba, e’ la costante matrice delle loro  interpretazioni. Un accattivante repertorio di brani brasiliani, completato da canzoni internazionali,  proposte secondo la scuola di Joao Gilberto e di Caetano Veloso, con un sound ricco di saudade, ritmo, armonie e melodie ricercate .Francesca Leone e Guido Di Leone, da anni collaborano con l’Abeat Records, etichetta discografica rinomata per per la cura delle realizzazione discografiche e l’organizzazione di alcuni concerti. Dopo “Tudo em Bossa nova” e “Coracao Vagabundo” il  gioco continua con “Historia do samba”

MITO IN FABULA

Uno spettacolo dedicato al MITO, quello classico ma sempre contemporaneo. MITO in fabula è “un’opera popolare”, un tentativo di intessere, attraverso l’arte, il racconto di storie leggendarie appartenenti a quell’articolato e variopinto repertorio che ci è stato consegnato da Ovidio nelle Metamorfosi. Enrico Lo Verso ripercorre gesta dei grandi e celebri miti, restituendo al racconto la sua funzione principale: rendere immortale il pensiero e il valore della classicità. Uno spettacolo che “pesca” dal passato e dalla poesia epica, per ritrovare insegnamenti e valori che oggi, a distanza di 2000 anni dalla stesura delle Metamorfosi, sono straordinariamente attuali. Se, come diceva Calvino, un classico è un libro che non ha mai smesso di dirci qualcosa, allora, nella rilettura del mito classico ritroviamo le matrici per vivere e comprendere il presente. Lo spettacolo nasce con l’intendo di avvicinare il pubblico alla lettura e alla classicità, abbattendo quella diffidenza che accompagna certe opere memorabili, ma considerate del passato. La regia, di Alessandra Pizzi, sceglie di “spogliare” il mito della sua austerità e renderlo umano, mortale.

SENZA_CRI in concerto

Si intitola “NON TI SOPPORTO PIÙ” (Gotham Dischi, distribuzione Ingrooves per Universal Music Italy) il nuovo singolo di senza_cri, giovane cantautrice e volto rivelazione della nuova generazione del pop italiano che, dopo aver vinto Area Sanremo nel 2021 ed essere stata selezionata tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani dello stesso anno, torna con un brano pieno di energia. “NON TI SOPPORTO PIÙ” è stato scritto e composto da senza_cri e prodotto da Petricore Sound Studio di Matteo “Sigaretta” Brioschi. Il pezzo è caratterizzato da un mood fresco e grintoso, tendente al pop punk, ricco di slogan divertenti e della grinta tipica dei 20 anni. Questo sound nasconde, tuttavia, una storia malinconica che racconta la lotta tra l’artista e la nostalgia, un sentimento che non smette mai di scorrere dentro di lei e che lascia sempre in bocca un velo di malessere. “NON TI SOPPORTO PIÙ” è nato durante un anno di grossi colpi emotivi per la mia crescita artistica e umana. È una dedica alla musica, in cui ho sempre trovato la spalla su cui piangere, ma che talvolta ho realizzato essere la causa dei miei dolori. Quando scrivo “non ti sopporto più, maledetta nostalgia” in qualche modo ricordo i bei momenti passati con la musica e nella musica, e mi stringo a questi per risalire la corrente. Durante la mia assenza sono riuscita a trarre tutto il buono dal “senza” che precede il mio nome. Allontanatami da quello che per molto tempo mi ha circondata, ho potuto respirare un sano, anche se triste, momento di vuoto. Ho assaggiato il silenzio come un piatto di pasta dopo il digiuno e trovato in esso una lavagna nera da cui cominciare a scrivere il mio personalissimo alfabeto. Queste le parole dell’artista.

CONCERTO ALL’ALBA MANFREDONIA

Sarà la musica gitana a chiudere la rassegna Mille di queste notti 2023, che come di consueto da appuntamento all’anno successivo con un saluto collettivo al sole che sorge. Ospiti del concerto all’alba dell’ultima domenica d’agosto saranno i musicisti del Progetto Gypsy Project, nato nel 2015 dall’incontro di artisti appassionati del grande musicista romanì Django Reinhardt, che da allora sono stati ospiti di numerosi festival italiani e internazionali. La musica gitana è persua natura una musica in viaggio, che da sempre percorre distanze che le hanno donato una moltitudine di influenze: bizantina, greca, araba, indiana, persiana, turca, slava, rumena, tedesca, olandese, francese, spagnola, ebraica … ci piace immaginare un mondo intero capace di salutare insieme il giorno che nasce.

LA LUCE INTORNO

«Questa è la storia di uno spettacolo nato di traverso e quasi nostro malgrado: è la storia di un migrante ma non è una storia di migrazione; è lastoria di un padre ma non è una storia di paternità; è la storia di un figlio ma non è una storia familiare; è la storia di una personapsicologicamente fragile ma non è una storia di depressione. È anche la storia di noi e di cosa significa fare teatro, oggi. Oggi, Italia 2020. Edi cosa significa il nostro lavoro, sempre che di un lavoro si tratti visto che non è mai semplice spiegare chi siamo, cosa facciamo e perché.Nemmeno a noi stessi» (Nicola Bonazzi e Micaela Casalboni). Il nuovo spettacolo del Teatro dell’Argine prende le mosse da una storia vera ma incredibile: la storia di un ragazzo africano dalla vicenda familiare complessa e rocambolesca, vicenda che lui prima insegue, poi rifugge, poi è costretto ad indagare perché «noi siamo quello che siamo grazie alla nostra storia». La vicenda di Sekou (nome di fantasia) si snoda in parallelo a quella dell’attrice che la racconta e che in quel racconto si rispecchia e si interroga, tra ricordi, dubbi, battute di spirito e riflessioni sul meraviglioso mestiere che esercita e che però sembra non dare più risposte, soprattutto in quest’ultimo periodo, in corrispondenza di una pandemia che pare aver azzerato il senso del teatro e di chi lo pratica professionalmente.

CALVIN’ARIA(Città)

Calvino in una immaginaria Capitale dell’impero dei tartari fra alberi di magnolie e mangrovie fa raccontare a Marco Polo, nei suoi resoconti a KublaiKan, imperatore dei tartari, le città che ha incontrato nel suo viaggiare in lungo e in largo per l’impero. Città straordinarie, incredibili, immaginarie, città che si confondono una nell’altra e una nell’altra sovrapposte si confondono e si mischiano senza soluzione di continuità. Attraverso un linguaggio fatto di musica elettronica, parole e movimento, Giuseppe Ciciriello attore, regista e autore e Roberta Russo in arte Kiotolp cantautrice e musicista, si interrogano su cosa sia una città e proprio partendo dal racconto che ne fa Calvino, provano a dipanare il filo che lega Il Gran Kan e Marco Polo in una narrazione che continua ad interrogarsi passando dalle parole alla musica su cosa sia una città e cosa rappresenti per chi le abita, per chi le attraversa e chi le osserva. Cos’è una città? Forse le città non sono altro che un’immagine riflessa, di miglia di altre città, che si ripetono sempre uguali e sempre diverse, forse le città non sono altro che uno specchio, un semplice specchio, rotto, storto forse, ma solo un specchio, un semplice specchio, dove fermandoci un attimo possiamo vederci, per quello che siamo, nelle nostre abitudini, nelle nostre maniere di stare da soli e con gli altri, nella nostra maniera di pensare, o di non pensarci, di stare al mondo, si uno specchio, forse crudele e inflessibile ma sincero, do rifletterci. Perché forse le città siamo noi…

TUTTI I CINEMA DI DOMANI

Un omaggio alla città di Manfredonia e ai suoi cinema storici ormai scomparsi.Il collettivo milanese Circolo Bergman ha accettato l’invito della compagnia Bottega degli Apocrifi a immaginare uno spettacolo esclusivo dedicato a Manfredonia. Nato da una serie di interviste con cittadini, professionisti e appassionati, Tutti i cinema di domani è un percorso per gruppi di quaranta spettatori che attraversano il tessuto urbano con uno sguardo inedito, guidati da un sistema di cuffie wireless. Immerso in un suggestivo universo sonoro di testi, suoni e immagini, lo sguardo dello spettatore attraversa strade e quartieri, lasciando che all’attuale si mescoli un passato in fondo non troppo lontano, in una sovraincisione continua di tempi, spazi e memorie. Un viaggio che permette a quei cinema che oggi non ci sono più, e che hanno segnato un’epoca di questa città, di tornare a vivere, almeno per una sera; e che permette, a chi decida di attraversare la città alla loro ricerca, di seguire le tracce di quello che è stato e di quello che avrebbe potuto essere. E di scoprire quello che potrebbe – perché no – essere ancora.

L’ANNO CHE VERRÀ

Lucio Dalla sapeva indagare il futuro con le sue canzoni da profeta e per questo ci avviamo con la lampada a ripercorrerle, canzoni antiche come la terra, ma con dentro un motore che guarda il domani. Dalla ha sempre intercettato il comune sentire traducendolo in forma poetica e popolare, e le sue grandi doti di interprete hanno contribuito non poco a ciò. A noi, il tentativo di rileggere i suoi brani tenendo conto di tutto questo, sperando di indagare e ritrovare nella sua scrittura la capacità di fare della canzone un segnale imprescindibile del nostro cercare la vita, del fare poesia.

IL MARE IN TASCA

Il tema di questo spettacolo è l’amore. Il personaggio è un prete. L’azione si sviluppa nella stanza del prete dietro la sagrestia. Il tema permette all’autore di rivedere la sua esistenza ed il prete permette all’attore di dialogare con Dio, nel quale non crede. Il pubblico fittizio, rappresentato sulla scena, permette al sacerdote di rivolgersi al pubblico reale senza confonderlo con il suo gregge. Il personaggio del prete esiste affinché si accetti la sua irrealtà. Non si tratta di credere nella verità della scena ma nella verità della finzione. Un attore è un uomo che scolpisce un altro uomo tra gli uomini. La sua falsa autobiografia ha interrogato la vostra biografia? Su questo argomento l’autore e l’attore sono gli unici che non possono aprire bocca.