DOPPELKONZERT

VITO ALESSIO CALIANNO

DUO LEONARDO AVALLONE – EMILIANO POLLINA

DUO LUIGI VISCO – ALESSANDRO SIMONI

RENDEZ-VOUS

Tre grandi amici si son dati appuntamento per realizzare un progetto che li vede insieme sul palco a condividere i propri mondi musicali. Tutti e tre con preparazione accademica, alcuni hanno indirizzato la propria carriera verso il mondo del jazz e proprio questo connubio tra classico e jazz rende affascinante l’intreccio sonoro. Musica, amicizia e fratellanza, questi sono i valori che hanno ispirato Pasquale Mega (pianoforte), Roberto Salahaddin Re David (pianoforte) e Giuseppe Amatulli (violino): una formazione atipica quindi, dove i due strumenti armonici, quali i pianoforti, dialogano tra loro, a volte sono in completa solitudine e spesso supportano il “melos” e le incursioni solistiche del violino. Il repertorio si articola su brani composti dai grandi nomi del jazz (Coltrane, Corea, Svensson, Danielsson), di standard della tradizione jazzistica e di composizioni originali.
THE SOUND OF BREATH – MOVIE / PAOLO DANIELE IN CONCERTO

Armonica… unico strumento al mondo che si suona respirando, sia espirando che inspirando. Ed è con questa premessa che il concerto di Paolo Daniele porta in dote il suo nuovo CD che rappresenta in tutto la sua maniera di respirare e vivere la musica. Lo ascolteremo suonare Armoniche cromatiche di diversa specie ed anche il Vibrandoneon, strumento raro, del quale esistono solo 50 esemplari al mondo. Il Concerto presenta 14 brani, 12 di questi sono celebri temi tratti da film ri-arrangiati da Paolo Daniele in chiave Jazz per Armonica cromatica, Vibrandoneon e Chitarra, suonata dal talentuoso giovane Nicola Lepore.
LA IANARA

Adelina, nega per l’intera esistenza la sua natura di strega e per buona parte anche quella di donna. Lei non è come le altre. È figlia di ianare, il suo destino è segnato. Ma un giorno decide di fuggire via da tutto… Una donna anima la scena. Sospesa nel passaggio tra la vita e la morte, tra ciò che era e ciò che sarà. Si muove “come un cane randagio” in uno spazio circoscritto, in cui mescola il racconto a rituali e scongiuri salmodiati. Parla una lingua non definita, una sorta di dialetto creato da una mescolanza di dialetti del meridione. “La ianara” è un salto nel passato, l’istante di un ricordo lontano, che si realizza attraverso la parola, il gesto. È una sorta di respiro sospeso tra il passato e il futuro che tocca corde dell’intimità dell’essere umano di sconcertante attualità e verità, in cui i personaggi si annodano in una formula ancestrale e perfetta di continuità sociale.
PACE 2023

In questo tempo di guerra il testo Pace, scritto da un Aristofane poco più che ventenne, stanco della lunga guerra che devastava la sua città, arriva con forza esplosiva tra i nostri corpi e i nostri sguardi, e ci trascina con sé in un nuovo lavoro di Comunità.Quel rito collettivo di teatralità diffusa, dove gli adolescenti e i bambini si fanno teatro vivo, assieme ai musicisti e agli attori della Compagnia.Eccoci allora nella piazza della nostra Atene a chiederci che cos’è la Pace, dove la si possa trovare e a fare il tifo per Trigeo, un folle, un pazzo forse, uno che dopo aver imprecato contro gli dei distratti ha avuto un’idea strampalata: raggiungere l’Olimpo per ritrovare la Pace dispersa, per sé e per la terra tutta.
BARABBA

Eccolo Barabba incarcerato, che spia da dentro il momento cruciale, per lui e per l’umanità, la fatidica decisione della salvezza tra lui e Gesù. Barabba è il protagonista di una vorticosa opera di Antonio Tarantino, indagatore di personaggi storici e miti, che lancia in rotta di collisione i potenti e gli ultimi, uniti dalla corruzione del linguaggio e della storia stessa. Barabba rivive con Tarantino in un flusso incalzante quasi integralmente in versi, dove si mescolano commedia e tragedia. Con una costante: il bisogno e la ricerca della verità, quella invocata da Pilato prima della sentenza.Teresa Ludovico torna a Tarantino, dopo aver dato voce a opere come Cara Medea, Piccola Antigone e Namur, presentate negli anni scorsi anche a Teatri di Vita, con questo Barabba, scritto dall’autore bolzanino nel 2010. Una nuova, potente folgorazione che illumina ambiguamente uno dei personaggi più misteriosi ed evocativi della storia religiosa e del nostro immaginario. Qui interpretato da Michele Schiano di Cola, co-protagonista de Il bacio della vedova, presentato a Teatri di Vita l’anno scorso.
MADRE

MADRE ci racconta di un figlio e una mamma contadina: lei è caduta dentro un pozzo. Per disattenzione? Per follia? Per scelta?Non si tratta di un dialogo: è un dittico, composto da due monologhi, lui che la sgrida e va a cercare gli strumenti, argani e moschetti, tubi di ferro e carrucole, la “tecnologia” per tirarla fuori, lei che in fondo, nel fondo di quel pozzo che pare infinito, confessa di non avere paura, di non sentirsi a disagio. Da quel paesaggio desolato si staglia l’allegoria di una Madre Terra sempre più avvelenata, l’incubo di una “tecnologia” che, anziché aiutare con discrezione l’umanità, si pone come arrogante e distruttrice, capace di devastare equilibri millenari. Nell’intarsio del testo, tra italiano e dialetto romagnolo, emergono due figure in bilico tra la realtà cruda dei nostri giorni e i simboli di un futuro minaccioso e indecifrabile: sembrano emblemi di una fiaba orientale.