ROMEO E GIULIETTA – L’amore è saltimbanco

1574. Venezia in subbuglio. Per calli e fondamenta circola la novella: Enrico III di Valois, diretto a Parigi per essere incoronato Re di Francia, passerà una notte nella Serenissima. Un onore immenso per il Doge e per la città lagunare. Giulio Pasquati e Girolamo Salimbeni, coppia di ciarlatani saltimbanco dai trascorsi burrascosi, vengono incaricati di dare spettacolo in onore del principe. Mica una storia qualunque, certo che no, la più grande storia d’amore che sia mai stata scritta: Romeo e Giulietta.Due ore di tempo per prepararsi ad andare in scena, provare lo spettacolo ma, soprattutto: dove trovare la “Giulietta” giusta, casta e pura, da far ammirare al principe Enrico? Ed ecco comparire nel campiello la procace Veronica Franco, poetessa e “honorata cortigiana” della Repubblica, disposta a cimentarsi nell’improbabile parte dell’illibata giovinetta. Si assiste dunque ad una “prova aperta”, alla maniera dei comici del Sogno di una notte di mezza estate, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime. Shakespeare diventa, per noi, materia viva nel quale immergere le mani, per portare sul palco, attraverso il teatro popolare, le grandi passioni dell’uomo, le gelosie “Otelliane”, i pregiudizi da “Mercante”, “Tempeste” e naufragi, in una danza tra la Vita e la Morte, coltelli e veleni.
MALEDETTA PRIMAVERA

Il titolo di questo spettacolo già ne racconta il punto di vista. Abbiamo scelto di riscrivere uno dei miti fondanti della nostra cultura, quello del ratto di Proserpina, con gli occhi di una madre sola. Anzi con gli occhi di una donna che è stata figlia di una madre sola. E di affrontare con una consapevole, leggera e sferzante ironia il dolore di una perdita e lo scoramento di una separazione che è, allo stesso tempo, la nascita di una nuova stagione.Così è venuto a delinearsi il profilo di una donna che, di fronte al torto subito dalla figlia, si mostra fragile, insicura eppure determinata, disperata e rabbiosa nel suo tentativo di riparare l’ingiustizia, per ritrovarsi, infine, prigioniera lei stessa di una violenza che non genera altro che violenza.A condurre il racconto l’attrice e autrice che, nel vestire i panni ora di Cerere, ora di Proserpina, riporta il mito alla propria esperienza di vita e ce lo rende prossimo, vicinissimo, permettendoci di rielaboralo, metabolizzarlo e riconoscerlo.Perché a ciascuna delle nostre vite il mito ha dato forma e nel racconto delle vicende di questi dei, dal carattere così fortemente esasperato, possiamo ritrovare la nostra personale, più intima eppure collettiva, storia di donne e di uomini, di figlie e di figli.La scrittura compone dunque una narrazione dal ritmo incalzante e tempestoso, densa di ironia, capace di affondare nelle radici del mito per riaffiorare ai giorni nostri e parlare con lucida consapevolezza all’animo umano.
MATRIMONIO D’INVERNO

“Matrimonio d’inverno” è il diario della nostra vita quotidiana, mia e di Paola, scritto durante l’inverno 2008-2009, dopo 20 anni di vita in campagna e 10 di teatro fatto in giro per l’Italia e l’Europa.Ma è anche il racconto del nostro amore e dell’amore che ci lega alle Ariette, ai nostri campi e ai nostri animali, agli amici e ai compagni di vita. Amore per il teatro, la cucina, l’agricoltura. Amore per il tempo che passa e trasforma la vita, i corpi, i pensieri e i sentimenti. È uno spettacolo intimo e delicato, fragile e sincero. È fedele alla nostra poetica e coerente con le scelte che abbiamo fatto nel corso dei 20 anni di quella che io chiamo la nostra “seconda vita”.20 anni di esperienza quotidiana che ci hanno portato in un territorio dove la solitudine è l’unica condizione esistenziale del nostro stare di fronte alla natura.Soli e nello stesso tempo fratelli, dei sassi, delle bestie, dei fiori e del cielo. Granelli di sabbia e parte del tutto. Sposati alla vita ogni giorno, senza via di scampo, senza possibilità di separazione.Paola e io, in questi 20 anni, non siamo riusciti a condividere interamente questa esperienza con altri. Lo abbiamo fatto per brandelli, schegge e frammenti, un po’ con uno, un po’ con un altro, qua e là. Mi ripeto sempre che è normale, che va bene così.Attorno al tavolo di “Matrimonio d’inverno”, con me e Paola, c’è Ferro.Anche lui, tutto sommato, è estraneo alla nostra esperienza di vita, ma mi sembra che in fondo sia l’unico amico che l’ha silenziosamente accompagnata, pur non sposandola, testimone di un matrimonio non suo.E così oggi apriamo la nostra cucina, la cucina della nostra memoria, perché quel desiderio inappagabile di una condivisione impossibile si placa soltanto (e provvisoriamente) quando arrivate e vi sedete al tavolo e ci guardate aspettando qualcosa. In quel momento comincia la cerimonia del matrimonio d’inverno.
PINOCCHIO READYMADE

Una visione di teatro sonoro, una lettura interattiva, un gioco teatrale tra i capitoli del capolavoro di Collodi. E sarà il pubblico stesso a scegliere quali, con unico punto fermo: la lettura del primo e dell’ultimo capitolo. Tra un ritmo di foxtrot, un minuetto e un twist il maestro Alberto Forino accompagnerà al pianoforte la voce mutevole di Lello Cassinotti in un intreccio surreale, leggero, affascinante … crudo e nello stesso tempo divertente.
SOGNO A TEMPO DETERMINATO

Nel loro nuovo spettacolo I Sansoni – interpretando tutti gli stereotipi dei giovani sull’amore, sul lavoro, sulla società, sulla politica – s’interrogheranno sul futuro, cercando una risposta concreta alla domanda: ma i ragazzi di oggi possono uscire da questo “sogno a tempo determinato”? Campioni del web con più di 400 milioni di visualizzazioni, I Sansoni hanno debuttato a teatro nel 2018 con il loro primo spettacolo “Fratelli, ma non troppo!” che ha riscontrato un grande successo di critica e pubblico e che nel 2021 debutta a livello nazionale nei teatri italiani. A fianco delle esperienze teatrali, sono numerose anche le apparizioni televisive: dalla conduzione di alcune puntate di “Paperissima Sprint” su Canale 5 con Maddalena Corvaglia alla striscia settimanale in streaming di “Ciao Darwin”, fino al 2021 in cui sono alla conduzione della rubrica quotidiana di attualità in chiave ironica nel programma “Ogni Mattina” con Adriana Volpe su Tv8, e alla stagione 2022/2023 in cui fanno parte del cast del tg satirico “Striscia la Notizia” su Canale 5 nel ruolo di inviati.
NON È VERO MA CI CREDO 2023

Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30.Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Noi seguiremo questo sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona. (Leo Muscato)
MIMÌ DA SUD A SUD

Un viaggio da Sud a Sud, sulle note delle canzoni di Domenico Modugno, quelle legate alla Sicilia, a una terra che lui ha adottato perché, come gli disse Frank Sinatra “Fingiti siciliano!La Sicilia la conoscono tutti, tutti sanno dov’è e poi il dialetto è molto simile al tuo, al pugliese. Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!”.Un viaggio quotidiano verso una terra straniera chiamata palcoscenico, una terra da dovere raggiungere e conquistare. Le aspirazioni di un uomo del Sud chiamato Mimì ma che potrebbe avere mille nomi diversi, una storia fatta da mille storie, che si incrocia con quella del suo interprete scorrendo su linee parallele che, sovvertendo ogni regola, si incontrano in uno spettacolo in cui Mario.Incudine e Domenico Modugno ci raccontano un mondo che cambia, che lotta, che sogna, che sfida convenzioni e stereotipi.Mimì siamo noi. Ogni giorno che passa. Noi di Ieri. Noi di Oggi. Noi di Domani.Noi che desideriamo volare ma che non sempre sappiamo di avere le ali per poterlo fare.
LA CHEMMEDIE VOLTAD A LA BARESE

Lo spettacolo è un progetto pluriennale di letture dantesche in recital, il primo dei quali fu inserito nel festival per le celebrazioni del 750° anniversario della nascita del Poeta, “Dante, L’Immaginario”, organizzato dall’Università di Bari “Aldo Moro”.I Reading, divisi in tre tappe annuali, comprendono i canti più rappresentativi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso con i titoli rispettivamente di “Fatti non foste a viver come bruti”, “E canterò di quel secondo regno” e “L’amor che move il sole e l’altre stelle” letti in lingua dantesca e poi in dialetto barese nella traduzione di Gaetano Savelli.
MANIGOLD

Lo spettacolo si sviluppa attraverso un originale percorso teatrale e visuale fuori dai canoni classici, ricco di suoni vocali, dove a predominare sono la fantasia e la comicità. Non ci sono lunghe trame, ma piccole storie accomunate da una sottile tensione morale unita alla voglia di stupire per condurre in un mondo di magia senza tempo, con un’unica finalità: emozionare e trasmettere gioia di vivere al pubblico. Lo spettacolo, oltre ad essere una dimostrazione di abilità nelle arti teatrali (voce, pantomima e teatro di figura), è frutto di uno studio decennale nel mondo del clown e delle altre arti sceniche e si sviluppa attraverso un originale percorso visuale fuori dai canoni classici, dove a predominare sono la fantasia e la comicità. Il variété, oltre ad essere una dimostrazione di abilità nelle arti teatrali (voce, pantomima e teatro di figura), è frutto di uno studio decennale nel mondo del teatro visuale e delle altre arti sceniche.
OPLÀ CLOWNS

Un allegro furgone colorato, il Clown Ludobus, porterà con sé tanta allegria, bizzarri clowns e tanti divertenti giochi circensi. I bambini saranno coinvolti attivamente, diventando i veri protagonisti dell’evento. Partendo dal gioco e dall’apprendimento attivo e nel rispetto reciproco delle regole, della convivenza e dell’ascolto, i bambini, coinvolti nelle animazioni e nelle attività ludico espressive, saranno stimolati ad essere veramente spontanei diventando a loro volta piccoli clown.