CUORE MERIDIANO

Un concerto per riscoprire il battito del “Cuore Meridiano” e lasciarsi trasportare dalle suggestioni musicali dei Radiodervish. Un evento che celebra la vocazione mediterranea della città più a est d’Italia attraverso un viaggio musicale che fonde sonorità e culture. Il concerto propone una selezione di brani che omaggiano alcuni tra i più grandi autori della musica mediterranea: dagli Area a Franco Battiato, fino a Georges Moustaki e Idir. A questi si affianca l’inedito “Giorni senza memoria”, che riflette sulla necessità di preservare la memoria storica attraverso la musica. Con il loro stile raffinato e poetico, i Radiodervish oltre a portare il proprio repertorio storico, reinterpretano alcuni classici della canzone mediterranea come “Luglio, agosto, settembre (nero)” degli Area, arricchendolo di nuove suggestioni, e “Le temps de vivre” di Moustaki, mantenendone intatta l’essenza nostalgica. Il tributo a Franco Battiato con “La stagione dell’amore” e l’interpretazione di “Pourquoi cette pluie” di Idir completando un programma che attraversa confini geografici e temporali. “Cuore Meridiano” si fa portavoce di un messaggio di dialogo tra le sponde del Mediterraneo, ricordando un’epoca in cui queste culture erano unite da un respiro comune. Un progetto musicale che, oggi più che mai, si carica di significati profondi e attuali.
THROUGH HER EYES

Equilibrio Dinamico vi invita a una serata che celebra il multiforme universo femminile attraverso l’arte di tre coreografe internazionali. Through Her Eyes esplora il delicato equilibrio tra tenerezza e forza, offrendo una riflessione profonda sul potere dello sguardo femminile nelle arti. Attraverso poetiche e linguaggi di danza diversi, questo programma mette in luce la forza, la vulnerabilità e la creatività senza confini che definiscono l’esperienza femminile. Ogni creazione è una testimonianza della visione unica di queste straordinarie artiste, portata in vita dall’energia dinamica dell’ensemble. Assisterete a una celebrazione di arte, identità ed espressione, vista attraverso i loro occhi.
TOSQUES/BURK DUO

Il duo nasce dall’incontro di due affermati musicisti nel panorama nazionale e internazionale. Ben note sono le rispettive carriere e collaborazioni. Partendo dalla tradizione Jezzistica Tosques e Burk affrontano un repertorio che vede da una parte l’esecuzione di brani originali e dall’altra la rivisitazione di alcuni famosi standards riadattati alla dimensione particolare del duo.
HAIRY / WOLF SPIDER

Un appuntamento imperdibile per chi ama la danza contemporanea e l’innovazione artistica. In scena due emozionanti performance HAIRY e WOLF SPIDER 𝙒𝙊𝙇𝙁 𝙎𝙋𝙄𝘿𝙀𝙍 – 𝘿𝙀𝘽𝙐𝙏𝙏𝙊 𝘼𝙎𝙎𝙊𝙇𝙐𝙏𝙊 Una produzione di ResExtensa – PORTA d’ORIENTE – Centro Nazionale di Produzione della Danza (dir. Elisa Barucchieri), con la direzione artistica di Mattia Russo e Antonio de Rosa | Kor’sia Un viaggio attraverso il 𝘵𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪𝘴𝘮𝘰 𝘱𝘶𝘨𝘭𝘪𝘦𝘴𝘦, tra mito e modernità, dove il corpo si fa rito, esorcismo e rinascita. Con musiche originali di Alejandro da Rocha, voce di Enza Pagliara e percussioni di Elisa Barucchieri 𝙃𝘼𝙄𝙍𝙔 – Cie Still Waiting Una coreografia di Dovydas Strimaitis, che sfida il concetto stesso di controllo e autonomia del corpo attraverso un elemento insolito: i capelli. Un’indagine sulla libertà, il limite e l’identità, in una danza che si muove tra tensione e poesia visiva.
SBUM! YES WE CAKE

Attraverso una scrittura vivida, ironica ed intelligente, apparentemente di stampo surreale, lo spettacolo mette in relazione con rara efficacia la precaria situazione ambientale del nostro pianeta con il generale deficit di Democrazia e di Informazione, che piano piano si sta diffondendo in tutto il mondo. In questo modo riesce ad infondere alle nuove generazioni lo stimolo e l’interesse per i temi affrontati nell’intento di cercare di cambiare le logiche che stanno mettendo a rischio tutte le possibili conquiste finora acquisite dal genere umano. SBUM! Uno vale uno. La festa è di tutti. Se c’è una torta ognuno deve avere la sua fetta. Se siamo troppi e la torta non basta? Basta fare una torta più grande. Ma come fare una torta più grande, se la torta è già grande come tutta la terra? Potremmo fare fette sottili. Ma come fare fette più piccole se son già fette sottili come sottilette? Ci vorrebbe almeno qualcuno che sapesse tagliare una torta così! Una torta grande come la terra in fette fettine sottili sottilette. Ci vorrebbe dunque qualcuno che sapesse quante fette affettare. Ma come sapere quante fette affettare se dopo nascesse qualcuno? E se dopo morisse qualcuno come sapere quante fette affettare? In un mondo complesso è complessa la vita del Presidente. Nella sua mente si affollano voci, richieste e consigli. Non è semplice trovare soluzioni. Sempre che esistano semplici soluzioni. Sempre che esista una soluzione per chi si è ridotto in questo stato proprio nell’attesa di festeggiare con una grande torta il Centenario dello Stato. Sempre che si debba festeggiare il centenario di uno Stato sempre più disoccupato, inquinato e affollato. Servono esperti di Stato. Esperti di torte con esperienza di futuro. Se non esistono dove trovarli? Se non esistono bisogna inventarli. Se non esistono bisogna educarli. Sbum è uno spettacolo fanta-demografico. Una storia dove dati di realtà e fantasie sul futuro si incrociano per una riflessione sull’egoismo che permetta ai cittadini di domani di immaginare alternative al presente. Uno spettacolo per un pubblico in trasformazione costretto a vivere e ad agire in un mondo in continuo cambiamento. I medi: gente troppo giovane per accettare un futuro già scritto, gente ormai troppo vecchia per evitare di nascere. Il racconto semplifica ed esemplifica alcune delle questioni chiave dell’attuale condizione umana: l’ineguale distribuzione delle risorse, il fragile equilibrio tra uomo e natura, la complessa sostenibilità dei sistemi di welfare. Sbum vuole offrire a tutta la comunità educante l’occasione di pensare a sé stessa come una di comunità di destino, solidale e planetaria.
TRAME SU MISURA VOL.1

Trame su misura è un progetto teatrale composto da differenti spettacoli incentrati sui testi di Renzo Boldrini che riscrive in chiave contemporanea alcune famose fiabe, sempre rispettando i punti focali della trama originaria. Viene utilizzato uno stile scenico che “mixa” lettura ad alta voce, narrazione teatrale, disegno e composizione grafica dal vivo, video- proiezione ed animazione di figure e oggetti. Qui si raccontano due storie, Lupo Romeo e capretta Giulietta tratta dalla fiaba Il lupo e i sette capretti e Casa di paglia, di legno e di mattoni tratta dalla fiaba de I tre porcellini.
CRACRÀ PUNK

Un aereo attraversa il cielo sopra il castello di re Punch III e della regina Giuditta, è la cicogna Tiresia che finalmente porta il principino. “Ma perché non atterra? Dove va?” L’aereo vola tra le nuvole, la cicogna si è addormentata sui comandi e si risveglierà con un botto al Polo Nord, ma senza il fagotto. Poco distante da lì, Ada –la signora Morte–, avvolta nel suo elegante vestito bianco, nota un neonato abbandonato fra la neve. Sulle prime prova ad ignorarlo, ma il suo cuore inizia a battere come non aveva mai fatto prima, si avvicina e lentamente si abbandona al suo sogno: diventare mamma. Tiresia si beccherà invece una maledizione per cui tornerà dal Polo senza parole per spiegarsi, capace solo di fare Cra Cra. Intanto il tempo passa fra giochi sulla neve, indovinelli, ninne nanne e Bebè diventa un ragazzo, appassionato di musica Punk. Insieme alla cresta blu sorge in testa la domanda finora evitata: chi è suo padre? Ada non ha una risposta pronta e per tenerlo con sé inventa una storia impossibile. Da quel momento per Bebè non rimane che partire in cerca dei genitori: attraverserà il mare, farà tornare il sorriso sulle labbra della regina e in mezzo a una burrasca incontrerà la cicogna Tiresia, l’unica in grado di rivelare la verità e indicargli la strada.
C’ERA UNA sVOLTA

“C’era una volta Tanto tempo fa In un lontano paese Una principessa O forse era una bambola Forse una bambina Una ragazza Insomma… c’era una volta qualcuno Perché c’è sempre qualcuno Se no, che storia sarebbe?!?” Tre personaggi abitano la scena, tentano di comunicare: essere, esistere, accettarsi, essere accettati, vedersi, essere visti. Due i piani: lontano e vicino. Da lontano: una voce che narra, che spiega, che mette alla prova i personaggi, una voce adulta che interroga e, a volte, mette in difficoltà. Da vicino: i personaggi che in scena vibrano, dialogano, ballano, si incontrano; ognuno con un colore e con le proprie diversità. E in questo sovrapporsi di piani e diversi linguaggi quali danza, teatro, luci e colori, si mescolano insieme parola, gesto e scrittura creando un racconto che vorrebbe veicolare un semplice messaggio: perseguire i propri sogni e le proprie inclinazioni allontanandosi da schemi precostituiti e magari (perché no?) provando a romperli! Ecco la vera sVolta! “C’era una volta… C’era, sì, una volta. Però adesso basta! Ora… c’è una svolta. Perché questa volta …il finale lo decidi tu.”
SOGNI. Arlecchino e la bambina dei fiammiferi

Scegliendo come prima chiave drammaturgica la favola della piccola fiammiferaia (La bambina dei fiammiferi, Hans Christian Andersen), lo spettacolo ripercorre sinteticamente alcuni temi classici della letteratura per l’infanzia, associandoli ad ambienti visivi costruiti attraverso citazioni dall’arte figurativa. Immagini dalla nostra storia dell’arte elaborate al computer e videoproiettate su scene, oggetti, figure ed attori. Accendendo i fiammiferi -la propria immaginazione-, la piccola sognatrice apre il sipario di un luogo fantastico, dove si intrecciano storie: insieme visioni dell’arte, della letteratura, del teatro. Il sipario è la finestra dei desideri; la fiammella è l’anima che illumina ed ispira la scena. Il teatro, scatola delle meraviglie, interpreta la realtà attraverso l’immaginazione. Poi appare Arlecchino, rappresenta il colore e la gioia di vivere; la fiammiferaia s’innamora di lui, lo rincorre nel groviglio delle storie e delle immagini che attraversa. Ne La bella addormentata è il principe azzurro che la risveglia con un bacio, poi la conduce in Hansel e Gretel, Biancaneve e i sette nani, I tre porcellini, Cappuccetto Rosso… e intorno, il mondo fantastico di Dadd, Arcimboldo, Botero, Ernst, Magritte, Dalì, Mondrian, Klee, Burri. In questa storia, le bugie di Pinocchio, sono i ready made di Duchamp e Il Piccolo Principe abita il mondo sospeso di Mirò. Tutto è possibile dentro un teatro illuminato dall’immaginazione. Nei bagliori dei fiammiferi, come nell’arcobaleno di Arlecchino e degli artisti, c’è un messaggio di speranza. La poesia illumina il freddo della vita e della mente. La primavera scioglie la neve. Il teatro ha svolto la sua funzione. Anche la crudezza delle favole diventa lieto fine. I tagli di Fontana squarciano la pelle di un lupo-teatro ingordo di colori. La finzione è svelata, il sogno diventa realtà. Felici e contenti… Arlecchino e la bambina escono di scena, per entrare nella vita vera ed abbracciare i bambini del pubblico
perAria
