Premio DANZA AL PICCINNI – II Edizione & SERATA DI STELLE BARESI DELLA DANZA

La serata si aprirà con premiazione ed esibizione dei gruppi e del/la solista che saranno designati vincitori del contest del Premio DANZA AL PICCINNI che si terrà il 23 aprile prossimo al Teatro Kismet. La seconda edizione Premio DANZA AL PICCINNI è un’iniziativa specificatamente concepita per la valorizzazione delle scuole di danza dell’area metropolitana di Bari, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bari e Teatro Pubblico Pugliese, con la curatela artistica della compagnia AltraDanza diretta da Domenico Iannone e, da quest’anno, anche in collaborazione con ResExtensa | Porta d’Oriente, il Centro Nazionale di Produzione della Danza diretto da Elisa Barucchieri. Nella seconda parte di serata, e con un’operazione del tutto inedita, andranno in scena interpreti di spicco nel panorama della danza contemporanea, tutti originari di Bari e provincia, coreografati dalle coreografe e dai coreografi baresi attivi sulla scena nazionale ed internazionale, e cioè: Elisa Barucchieri (direttrice artistica di ResExtensa | Porta d’Oriente – Centro Nazionale di Produzione della Danza), Carmen De Sandi (direttrice artistica del Collettivo Sinespazio), Simona De Tullio (direttrice artistica della compagnia Breathing Art Company e del Premio Internazionale di Danza San Nicola), Roberta Ferrara (direttrice artistica della compagnia Equilibrio Dinamico e del progetto Equilibrio Dinamico Ensemble), Domenico Iannone (direttore artistico della compagnia AltraDanza e della rassegna Esplorare), ed Ezio Schiavulli (direttore artistico della compagnia EZ3, dell’Ente di Promozione della Danza Associazione RI.E.S.CO. e del progetto Network Internazionale Danza Puglia). Tra le special guest che hanno già confermato la loro presenza, ci sarà il gradito ritorno di Alessio Rezza, étoile del Teatro dell’Opera di Roma.

L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO

Jack Worthing, uomo baldanzoso dagli sconosciuti natali, vive in campagna insieme a Cecily, una ragazza diciottenne di cui è tutore, e con l’istitutrice di quest’ultima, Miss Prism.  Jack decide di trasferirsi a Londra e di frequentare i salotti cittadini presentandosi come Ernest: intende soprattutto visitare la casa dell’amico Algernon Moncrieff, per poter incontrare sua cugina, la bella Gwendolen Fairfax, della quale è intenzionato a chiedere la mano. La giovane accetta la proposta di matrimonio, convinta anche dal fatto che il suo pretendente si chiami Ernest, nome che su di lei esercita un particolare fascino. Intanto Algernon viene a sapere che all’amico è stata affidata la giovane Cecily e, desiderando conoscerla, va in campagna: riesce ad entrare in casa e la seduce, affermando di essere il fratello minore di Jack. Nel frattempo arriva lo stesso Jack, raggiunto presto da Gwendolen, decisa a sposarsi nonostante l’opposizione della madre, Lady Bracknell, ostile al matrimonio per aver scoperto che Jack è un orfano, poi adottato da una famiglia benestante. Cecily e Gwendolen così diventano amiche ma, confidandosi, scoprono che i rispettivi fidanzati hanno mentito sulla propria identità; dopo vari litigi tra i quattro, però, tutto pare appianarsi. Di lì a poco, in cerca della figlia Gwendolen, giunge in campagna anche Lady Bracknell, che viene a conoscenza del fidanzamento del nipote Algernon con Cecily e, vista la ricca dote della ragazza, lo approva senza riserve

IL POETA DI COMPAGNIA

Un affascinante e coinvolgente racconto per immagini, reperti, reading, musiche e testimonianze che fanno di questo doveroso omaggio a un uomo che tanto ha lasciato in eredità alla sua città, un vero e proprio spettacolo multidisciplinare.

L’ITALIA DELLA COSTITUZIONE: UN PAESE UNITO PER LA GIUSTIZIA, LA DEMOCRAZIA E LA PACE

«La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: lo lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno, in questa macchina, rimetterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere quelle promesse, la propria responsabilità».A distanza di 70 anni dalle parole di P. Calamandrei, ci sentiamo ancora impegnati con lo spirito e con la volontà a “mantenere” le promesse della nostra Costituzione? Avvertiamo ancora la “responsabilità” di mantenere in vita quei principi fondativi della Costituzione che le hanno permesso di creare, in uno dei momenti più tristi della nostra storia, l’unità per la giustizia, l’unità per la democrazia, l’unità per la solidarietà e l’unità per la Pace?Proveremo a discuterne, in un momento in cui la guerra, l’indifferenza, l’egoismo e l’autoritarismo politico sembrano disattendere quelle promesse e frantumare l’unità solidale della nostra Repubblica. Rosy Bindi Laureata in scienze politiche, assistente del prof. Vittorio Bachelet all’Università La Sapienza, Vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica, inizia l’attività politica nel 1989, quando viene eletta, come indipendente nelle liste della DC, al Parlamento europeo. Il suo impegno ė rivolto al rinnovamento della politica e alla qualità della democrazia, la difesa della Costituzione, la giustizia sociale e la legalità.Nel ‘94 è eletta alla Camera dei deputati nelle liste del PPI, ed è tra i protagonisti della nascita dell’Ulivo e nel 2007 del Partito Democratico di cui sarà eletta presidente dell’Assemblea Nazionale nel 2009.È stata ministro della sanità (governi Prodi I e D’Alema) e delle politiche per la famiglia (governo Prodi II); vicepresidente della Camera dei deputati e presidente della Commissione parlamentare antimafia.Ha fatto parte del gruppo di lavoro vaticano sulla scomunica ai mafiosi. È membro della presidenza di Libera, ha fondato l’Associazione Salute diritto fondamentale; è docente della Pontificia Università Antoniana e Presidente del comitato nazionale per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani.Ha pubblicato: La salute impaziente, Jaca book, 2005; La famiglia, La scuola, 2007; Quel che è di Cesare, Laterza, 2009

PARTS

LibrArts / Nadia Beugrè PARTS filmed performance – Installazione performativa filming and editing Rubén Pioline a seguire TALK con Nadia Beugrè e Mackda Ghebremariam Tesfaù

CITERONE / CUMA

CITERONE “Io, il figlio di Zeus, sono ora qui, in questa terra di Tebe, io, Diòniso […] Ho mutato il mio aspetto divino in sembianze umane, sono giunto alla fonte Dirce, alle acque dell’Ismeno […] Mi sono spinto sin qui, subito dopo avere fatto danzare l’Asia, introdotto i miei riti, per rivelarmi dio ai mortali. In Grecia, ho cominciato a scatenare grida acute di donne proprio a Tebe, ne ho ricoperto il corpo con la pelle del cerbiatto, ho messo nelle loro mani il tirso, un’arma avvolta di edera.”Il lavoro parte da un’analisi specifica del testo “ Le Baccanti” di Euripide; estrapolando la sfera corale della tragedia. L’opera narra il ritorno di Dioniso, dio dell’estasi, in una Grecia irrispettosa nei confronti della sua essenza divina. La vendetta è alle porte ed è diramata lungo lo svolgersi degli avvenimenti: capro espiatorio di questo riscatto sono le donne tebane, vittime e poi carnefici, giostrate dai disegni del Dio vendicatore.Un gruppo di donne, le baccanti del Citerone, vengono identificate da due interpret, sintesi del coro greco. Il progetto intende rappresentare l’origine della tragedia greca: il Ditirambo, un canto pregno di poesia e danza. Questo è l’inizio, questo è il prologo del teatro occidentale; la coreografia vuole essere un canto corporeo in onore di Dioniso. Durata 30 minuti CUMA Cuma è un solo coreografico attorno alla figura della sibilla, in cui i vari elementi che appartengono all’archetipo della profetessa vengono ricostruiti per portare in vita un ultimo messaggio divinatorio. La sibilla, suo malgrado, intona un canto di fine. Un canto gestuale che matura in un vagito. I suoi vaticini sono accompagnati da una possessione, la manìa del dio. Tale è elevato il messaggio divino che il corpo della sibilla, dopo questa visione, viene dilaniato dalla profezia stessa. Durata 20 minuti

IL FESTIVAL DEGLI ANIMALI

IL FESTIVAL DEGLI ANIMALI è uno spettacolo per giocare con la musica ed esprimersi con il corpo. Il pubblico canta, suona e balla accompagnando le storie degli animali. È un progetto che porta in campo anche il sentimento di inclusione sociale: abbiamo tutti qualcosa di strano fuori e dentro di noi!Nello scantinato della casa dei nonni si incontrano il RAGNO per trovare gli amici, la SOGLIOLA che guarda la vita in modo diverso, il VERME che ci aiuta a riconoscere le qualità di ciascuno. E cosa avranno da dire le CHIOCCE, le COZZE e la LUMACA, il PIPISTRELLO, la LUCERTOLA, il PICCIONE, il ROSPO, il PIDOCCHIO e le FALENE?I piccoli animali, vittime di pregiudizi, rivendicano la loro poetica, il loro senso della bellezza. Li seguiremo ascoltando le loro ragioni cantate in rima, attraverso i versi delle filastrocche e il divertente susseguirsi di piccole storie musicate, giocando con i ritmi e stili musicali differenti.È il punto di partenza per un viaggio all’ insegna dell’accoglienza.

IL GATTO E GLI STIVALI

C’erano una volta tre fratelli.. “e che è successo?” Muore il padre, lasciando in eredità al più giovane dei figli, un gatto, buono solo per finire in pentola. “e che è successo?” Il gatto non vuole finire arrosto, e si industria per far raggiungere la felicità al suo padrone. “e che è successo?” che attraverso mille ostacoli, il protagonista sposa la principessa Ciliegina,figlia del marchese di Fruttasecca. “e che è successo?” che gatto e padrone si scontrano con il  malvagio orco mille faccie…che forte dei suoi soldi vuole sposare la principessa “e che è successo” Il “marchese”si sposa con Ciliegina, e tutti vissero felici e contenti… “e che è successo?” Lo spettacolo è finito. Questo spettacolo è la terza tappa del lavoro registico di Lucia Zotti, che dopo i risultati di Un Regalo per Quicha e Storie di Streghe, si avventura nella realizzazione de “Il Gatto e gli stivali” tratto dalla fiaba popolare Il gatto con gli stivali. Questa storia è interessante  perché conduce l’attenzione su una qualità del “sentire” umano che tende ad essere soffocata, se non annullata: quella dell’istinto primordiale dell’essere umano, quell’istinto che, quasi magicamente, conduce a discernere la giusta strada nella giungla del vivere; a riconoscere fra gli incontri quelli positivi; ad aver il coraggio di affrontare gravi pericoli per realizzare un sogno; a credere che i “sogni” possono essere realizzati, se li si nutre di significato concreto. Dedichiamo il nostro lavoro a tutte le infanzie che abbiamo incontrato e che continueremo ad incontrare con i nostri spettacoli, con l’augurio che conservino quell’ istintualità troppo spesso sepolta da tecnologie seducenti e ridondanti. Lucia Zotti