IL GRANDE GATSBY

“Il grande Gatsby”, protagonista eccentrico, enigmatico ed estremamente sofisticato del romanzo del 1925 di Francis Scott Fitzgerald. Sulla voce del narratore Nick Carraway si dipana la storia di Jay Gatsby – uomo con un passato sospetto e un presente fatto di di lusso sfrenato e feste sfarzose – che, oltre ogni apparenza, ha un unico scopo: ritrovare una donna, Daisy Fay, la sua luce verde, metafora delle speranze ma anche dei suoi inganni e delle sue illusioni.
IL CINEMA, LA MUSICA, IL JAZZ

L’atmosfera magica di un concerto a lume di candela farà da cornice alla piazza per un’esperienza musicale multisensoriale di grande suggestione e bellezza. Al centro della serata un trio, formato da Lisa Manosperti (voce), Mino Lacitignola (tromba) e Andrea Gargiulo (tastiere), con un programma dedicato alle colonne sonore dei film più celebri della storia del cinema.
ANFITRIONE

Anfitrione è una delle commedie più celebri di Plauto. La trama ruota attorno a un soldato di nome Anfitrione e al suo servo Sosia, che tornano a casa dopo una lunga campagna militare. Tuttavia Giove, affascinato dalla bella moglie di Anfitrione, Alcmena, decide di assumerne l’aspetto per conquistarla. Nel frattempo il vero Anfitrione ignaro, si scontra con Sosia e si sviluppano una serie di equivoci, situazioni buffe e colpi di scena. Inganni che creano una girandola di situazioni esilaranti in cui i personaggi si confondono sulla vera identità di chi hanno di fronte offrendo al pubblico uno spettacolo spassoso e leggero. Un’opera incredibilmente divertente ma anche una fonte preziosa e importante per il suo valore storico linguistico che può essere usata come lente attraverso cui analizzare e commentare la contemporaneità. Insomma, un Plauto modernissimo: quante volte pensiamo di aver di fronte qualcuno ed invece abbiamo di fronte qualcun altro sbagliando le nostre valutazioni? O viceversa: quanto spesso non siamo all’altezza dei ruoli che gli altri ci danno? Questo ormai accade tanto nella vita vera, quella di tutti i giorni, quanto (se non soprattutto) in quella digitale, quella dei social.
BiS!

Francesco Cicchella si gioca tutte le sue carte in un one man show esilarante, nel quale ritroviamo i suoi cavalli di battaglia (come le parodie dei cantanti Ultimo, Achille Lauro, Massimo Ranieri) e performances completamente inedite. La comicità si sposa con la musica, come da sempre nello stile del giovane showman, per dare vita ad uno spettacolo ricco di emozioni e risate. Sul palco oltre all’artista partenopeo, che firma anche la regia, troviamo la sua fedele spalla Vincenzo De Honestis, il maestro Paco Ruggiero e due ballerine, che impreziosiscono lo show con le coreografie di Margherita Siesto. Lo spettacolo è scritto da Francesco Cicchella, Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis.
RADIO ARGO SUITE

“Una voce, sola, catturata da un microfono e lanciata nella notte, vaga di ripetitore in ripetitore alla ricerca di orecchie che vogliano ascoltarla; una voce che riluce, come il fuoco impetuoso e affannato che rimbalzò da Troia fino ad Argo, su valli, colli e montagne, per annunciare il ritorno vittorioso della flotta Greca. Una voce nel cuore della notte, desolata, impotente, che tiene compagnia a chi non riesce a dormire. Una voce che si fa corpo per evocare altre voci e altri corpi. Una voce lontana, estranea, che diventa pericolosamente vicina e familiare mentre dà sostanza a passioni che sembrano essere le nostre, a inganni che ci assomigliano, a guerre che ci appartengono, a morti che abbiamo pianto, a vendette e sconfitte che abbiamo inflitto e subìto. Il testo snocciola la sua versione dei fatti attraverso sei testimonianze dirette che, in ordine cronologico e lontane da qualsiasi capriccio di attualizzazione, ripercorrono, le vicende precedenti e successive alla guerra più conosciuta e celebrata della storia dell’umanità: la guerra mossa dagli Achei contro la città di Troia. La prima è quella di Ifigenia, l’ultima quella di Oreste. In mezzo si rincorrono quelle di Egisto, Clitennestra, Agamennone e Cassandra. Sei fantasmi che tornano in vita, che tornano in voce, per spiegarci l’arcano passato da cui veniamo e il tragico presente in cui navighiamo. Tutte le guerre assomigliano a quella che vide Ettore contrapporsi ad Achille. I temi strutturali di ogni conflitto bellico, ripuliti dal rumore caotico della cronaca che confonde, si ritrovano nel racconto di questa antica guerra leggendaria e nel destino degli eroi che la vinsero segnando quello di coloro che la persero. Ora come allora l’innocenza viene sacrificata sull’altare della menzogna, in nome di interessi vergognosi e predatori, mascherati da ideali grandi come la libertà, l’onore e la democrazia. Allora si perseverò nella battaglia, come ora si persevera, fino a che gli anni di guerra non furono abbastanza numerosi da far dimenticare completamente il perché fu ingaggiata. Peppino Mazzotta
ER CORVACCIO E LI MORTI

Il Corvaccio è il custode di un cimitero immaginario che, rivolgendosi direttamente ai lettori/spettatori, li invita a compiere con lui un viaggio tra le tombe e le storie delle persone che vi sono seppellite, dal robivecchi alla portiera, dall’avvocato alla barbona. Inoltrandoci lungo i settori del camposanto ascoltiamo le vite di personaggi malinconici e cinici, comici e sboccati, che salutano la vita perduta con irriverenza e vanno a comporre una geografia di ricordi e di modi da cui emergono le tante facce di Roma. Un piccolo ma composito “raccolto dell’umano”, quello che compone questa “operina a più voci”, “un amaro e soave Spoon River dove gustiamo a ogni parola la malinconica ironia del dialetto romano”, come l’ha definita, nella prefazione al volume di Graziani, la poetessa Maria Grazia Calandrone. Lino Guanciale e Lisa Natoli, con la complicità di due straordinari musicisti, Gabriele Coen e Stefano Saletti, inventano un percorso nel libro di Graziano Graziani, che ha tentato di incorniciare nella metrica del sonetto la vivacità irrefrenabile delle voci di Roma.
È STATO UN TEMPO IL MONDO

“È stato un tempo il mondo”, verso di una canzone dei CSI – storica formazione guidata da Giovanni Lindo Ferretti di cui hanno fatto parte sia Ginevra Di Marco che Francesco Mangelli, presente sul palco insieme a Andrea Salvadori – è uno spettacolo-concerto in cui l’incontro e lo sguardo etico di questi due artisti genera un viaggio introspettivo per ricordarci cosa è stato il mondo e cosa sta diventando, attraverso canzoni popolari, poesia popolare, canzoni d’autore, momenti intimisti e di festa. “Siamo vicini nello sguardo sulla vita, l’essere sensibili al silenzio, ai margini, al non clamore, alla bellezza dei paesi abbandonati, al sacro che ci sta intorno e che la nostra vita frenetica non contempla più, visioni che invece sentiamo essere motivo e scopo, tra gli altri, della nostra musica.” Ginevra
GLI AMORI DIFFICILI DI CALVINO

I racconti che compongono Gli amori difficili, scritti da Italo Calvino tra il 1949 e il 1967, restituiscono in maniera unica l’ispirazione e l’estro giovanile di un autore che per tutta la vita ha confessato di sentirsi “più uno scrittore di short stories che di romanzi”, trovando nella forma breve una delle sue massime cifre espressive. In questa raccolta, assurta negli anni allo statuto di cult nella sua opera e divenuta oggetto di omaggi in diversi ambiti, l’immaginario calviniano muove per ”avventure”: da quella di una Bagnante a quella di un Soldato, portata sul grande schermo da Nino Manfredi; da quella di un Poeta a quella di Due sposi, trasformatasi anche in una splendida ballata di Cantacronache e infine nell’episodio del film Boccaccio ‘70 diretto da Monicelli.
FRATTO_ X

“Il telecomandato gira in cerchio: la spensieratezza non ha luogo. Entra la ferraglia con la pelle appesa. E con la voce forte. Si gira e se ne va. Urla da lontano parole piene d’eco. Torna e se ne va. L’eco ammutolisce. Un taxi perduto è un lamento mancato, disperazione in cerchio con autocritica fasulla, vittimismo di regime, modestia tiranna e tirannia del consueto. Tutto ciò che si assomiglia va al potere. E Rocco e Rita a fare uno il verso non dell’altro ma dell’uno. A imitar se stessi c’è sempre da imparare. Ma chi imita se stesso è la cancrena nell’orecchio di chi ascolta. E marcisce l’ambizione. L’ansia non è uno stato d’animo ma un errore posturale. Forma e demenza non viaggiano mai sole. Tra le dune di un deserto, uccelli migratori volano felici sulla testa di due uomini sereni, lievemente turbati dall’arroganza del potente di turno, essere antropomorfo con le braccia malformate dal compromesso elettorale. La cultura è fatta a pezzi da chi ama sceneggiare. E poi la voce di uno fa parlare l’altro che muove la bocca per sentito dire. E si lamenta del suo poco parlare con la voce che lo fa parlare. Litiga con la voce che lo tiene al mondo. Applausi a chi ha ben poco da inchinare.Rarefatta dalla santità, Rita da Cascia oltraggia la provenienza, si ama non per sentimento ma per residenza: siamo sotto un fratto che uccide, si muore per eccessiva semplificazione. Il lottatore di sumo desume che dedurre è un eccesso. Sindoni a confronto con cartoni animati redentori. Guerrieri di ritorno da niente e specchi carnefici a mettere parole in bocca allo specchiato.” F.M. e A.R.
CITTADINI DEL MONDO. ALLA CONQUISTA DEI CONTINENTI!

Attraverso questo laboratorio, metteremo in gioco i ragazzi, lavorando sul gruppo e con il gruppo. I partecipanti avranno a disposizione 90 minuti per giocare e conquistare i vari continenti ma, so-prattutto, dovranno integrarsi, imparando curiosità e usanze delle nuove culture che incontreranno nel loro percorso. Solo così potranno diventare, a tutti gli effetti, cittadini del mondo. Per guadagnarsi la conquista del continente, i viaggiatori dovranno superare diverse prove: da giochi teatrali a domande di conoscenza geografica e culturale, prove che metteranno in moto l’intelletto e la fantasia dei partecipanti. I partecipanti saranno guidati dagli operatori teatrali durante tutto il percorso. L’obiettivo è quello di formare un “melting pot” di culture, mescolando nazionalità e tradizioni, sen-za però perdere la propria identità culturale, ma creandone di nuove.