VOCI DEL SUD

Un dittico che vede protagonisti la musica salentina di Marco Mariano alle percussioni e Valentina Sciurti con le sue capacità vocali, che in due momenti diversi incontreranno la danza di Roberto Lori, con una gestualità creata appositamente per le performance interpretate sia dai danzatori della compagnia degli istanti che dai giovani danzatori del territorio. La ricerca musicale del percussionista Marco Mariano è incentrata sull’utilizzo degli strumenti a percussione per stili musicali differenti, che per questa occasione rivisiterà in chiave contemporanea alcuni brani noti dei Buona Vista Social Club. La performance live vocale e sonora di Valentina Sciurti ritrae una foresta di voci dove un paesaggio sonoro evoca ambienti antichi e selvatici alternando percezioni d’ambienti diurni e notturni abitati da climi in continuo divenire, ispirandosi in particolare ai venti che abitano il Salento: il libeccio, lo scirocco e la tramontana. Attraverso ritmi battuti e sospesi le atmosfere restituiscono sonorità ipnotiche di contaminazione orientale e matrica, codici eredati dal territorio attraverso le innumerevoli influenze culturali che lo hanno abitato nel corso dei secoli. Questa tessitura vocale live, creata attraverso l’uso di strumenti elettronici, si intreccia con la scrittura coreografica che ne amplifica l’esperienza sensoriale dando vita ad una performance multi espressiva dove corpo vocale e corpo danzato vivono in profonda relazione.

VOCE UMANA

Lo spettacolo consiste in una serie di quadri, episodi composti da un monologo ed una canzone. Ogni quadro sviluppa una narrazione, una riflessione o un aneddoto che porta a un brano musicale pertinente, eseguito da Voce e Chitarra. La novità che impreziosisce lo spettacolo è l’anteprima assoluta di qualche brano inedito che anticipa l’uscita del nuovo concept album di Finardi, prevista in primavera. La narrazione primaria che lega i vari quadri è un racconto imperniato sul potere della Voce. La voce che incita, quella che placa, quella che inquieta e quella che lenisce. Le voci degli amici con cui ho condiviso cinque decenni. Demetrio Stratos, Battiato, Alice, Fabrizio De André… Il tutto creando un percorso emozionale in crescendo, scandito dai brani più conosciuti ma anche da riflessioni sui temi che da sempre intrigano l’umanità. La spiritualità, il caso, il senso, l’amore… Con Finardi, sul palco, Giovanni “Giuvazza” Maggiore, eclettico chitarrista e sound designer, che parteciperà attivamente anche alla parte teatrale e alle sonorizzazioni. Quadri in cammino, colori e apparizioni evocative ad impreziosire il racconto.

SWING STRINGS

Al Teatro Giordano di Foggia, un viaggio musicale unico, dove le sonorità del violino jazz di Jeremy Cohen e quello di Marcello De Francesco si incontrano in un dialogo affascinante, accompagnati dall’Open Quartet. Il programma del concerto alterna brani inediti e duetti celebri, restituendo centralità al violino jazz, unendo tecnica e improvvisazione. Un evento imperdibile per gli amanti del jazz e della musica dal vivo.

PETER E WENDY 2024

L’ispirazione viene dalle avventure di Peter e Wendy e dall’atmosfera misteriosa del primo romanzo di James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensington dove il sentimento autobiografico di una mancanza incolmabile spinge l’autore a creare un mondo parallelo, l’isoladelmaipiù, Neverland, un posto dove finiscono le cose dimenticate dai grandi. È qui che Wendy sente il desiderio di crescere, senza recidere quel legame con la propria infanzia: una finestra che chiudiamo diventando grandi e che, invece, dovremmo tenere aperta, in contatto con la nostra realtà e il nostro essere adulti. In Peter Pan capiamo che è ancora possibile continuare a credere: nei pirati, nella polvere di stelle, nella capacità di volare.

I TRE PORCELLINI – ACCETTELLA

I tre porcellini è un classico della tradizione inglese la cui prima versione (a cui lo spettacolo si riferisce) risale al 1843 circa. Per difendersi da questo essere malvagio il porcellino più piccolo costruisce una casetta con la paglia e il mediano con la legna: entrambi ergono i loro rifugi in fretta, in modo da poter rimanere più tempo possibile per dedicarsi ai giochi. Pagheranno la loro superficialità quando il lupo, distruggendo le case in un sol soffio, se li mangerà avidamente. Il fratellino più grande invece, con fare saggio e prevedendo la pericolosità e l’astuzia del lupo, costruisce una solida casa di mattoni e, alla fine riesce a sconfiggerlo. “I tre porcellini” insegna in modo molto divertente e drammatico che non bisogna essere pigri e prendercela comoda, e che la sopravvivenza dipende da un lavoro unito alla capacità di essere previdenti.

LE FAVOLE DELLA SAGGEZZA

Tra maschere e semplici elementi di scena prendono vita le più famose favole di animali parlanti che dall’antichità hanno attraversato i secoli e le civiltà e che ancora oggi continuiamo ad amare sin dalla prima infanzia: La volpe e l’uva, La volpe e la Cicogna, Il Lupo e l’Agnello, La volpe e il Corvo, La Cicala e la Formica, La Lepre e la Tartaruga, Gli animali malati di peste, Il lupo e la gru. Le percussioni e le giocose sonorità dialogano dal vivo con i divertenti e ironici personaggi che da Esopo a La Fontaine tramandano sagaci insegnamenti; animali portatori di vizi e di virtù di quell’umanità sempre uguale a sé stessa, e che in queste storie si guarda allo specchio.

RI-FIUTO

Siamo in un futuro non molto lontano: una nonna racconta alla sua nipotina la storia di tre amici nati con un dono speciale, un fi¬uto incredibilmente fuori dalla norma! Grazie a questo anomalo “difetto”, i tre avevano deciso di improvvisarsi super eroi metropolitani, per difendere la loro città, e magari il mondo intero, dall’invasione di ri-fiuti abbandonati nelle campagne, per sensibilizzare l’umanità tutta sulla necessità di una coscienza in grado di valorizzare e tutelare il nostro bellissimo eppure maltrattato pianeta Terra! Per attuare il loro disegno, i tre ragazzi sfruttavano il loro fi¬uto infallibile e riportavano al mittente ogni tipo di schifezza inquinante non correttamente differenziata, nella speranza di rieducare quegli animi poco inclini ad apprendere l’arte del riciclo. La tematica affrontata nello spettacolo, oltre a quella del valore dell’amicizia è quella dei ri¬fiuti, non solo intesi come spazzatura ma anche come “rifi¬uti sociali”.

ALICE – TEATRO DELLE FORCHE

Metafora della difficoltà di essere all’altezza delle situazioni che di volta in volta la vita propone, lo spettacolo affronta i temi della crescita e dello sviluppo individuale della protagonista, che oppone alle logiche assurde e incomprensibili del paese delle meraviglie la logica del buon senso. Alice affronta il suo viaggio interiore confrontandosi con archetipi e con oggetti animati, che le pongono non pochi problemi facendole apparire quel mondo delle fiabe non così semplice come lo si immagina ma molto complesso, nel quale “scegliere” determina la condizione di continuare la propria avventura raggiungendo la parte più profonda di sé. Solo il risveglio lenirà e trasformerà la propria esistenza in altro da sé, una persona più matura in grado di leggere la realtà in modi completamente diversi, non più rasserenante ma caleidoscopica. E tutto non sarà più come prima.

COME DIVENTARE RICCHI E FAMOSI DA UN MOMENTO ALL’ALTRO

Il nuovo spettacolo di Emanuele Aldrovandi, autore e regista, è un’acuta e feroce riflessione sul delicato e spesso distruttivo legame tra felicità e realizzazione personale. Dopo L’estinzione della razza umana, Aldrovandi si interroga sulle dinamiche sociali contemporanee, ponendo al centro della narrazione le conseguenze più profonde e intime di una società sempre più orientata alla ricerca del consenso e dell’approvazione immediata. Il fulcro della storia è rappresentato da una madre che, nel suo piano bizzarro per garantire alla giovane figlia un futuro di successo nel mondo dell’arte, è pronta a spingersi oltre ogni limite. Attraverso un linguaggio teatrale tagliente e provocatorio, l’autore mette in scena le contraddizioni di un mondo in cui il confine tra aspirazione e ossessione diventa sempre più labile, invitando a una profonda riflessione sulle derive del desiderio di affermazione.

SETTE A TEBE

La città di Tebe è sotto assedio. Polinice si prepara ad attaccare. Dentro le mura, Eteocle, suo fratello, studia una strategia. I figli di Edipo vanno incontro alla maledizione del padre che li vuole morti, e la città, rappresentata dal coro delle donne, prega e racconta un’alternativa al conflitto. Così Tebe diventa mito e simbolo di una terra sconvolta, del nostro “terribile amore per la guerra”.