QUALCOSA DI GRANDE

La retorica e la narrazione del “si stava meglio prima” è fortemente radicata dentro ogni generazione. Nell’ansia per il futuro e nella frustrazione del presente si sviluppano i personaggi alle prese con la nostalgia del passato e dei tanti momenti storici che hanno segnato gli anni 2000, ovvero la “generazione millennial”. Il 2001rappresenta un anno di cambiamenti notevoli e di eventi storici particolarmente significativi: il passaggio all’euro, l’11 Settembre, la crisi economica che diventava argomento costante, internet nelle case. La nostra generazione vive a cavallo tra due mondi, restando quindi priva di un’identità profonda. La musica crea un ponte temporale e cuce insieme i ricordi, ma c’è un album in particolare che diventa protagonista: …Squèrez? dei Lùnapop, che oltre ad aver avuto un enorme successo nella nostra generazione, rappresenta alla perfezione quel senso di incompiutezza. Il brano 50 special, oggi arrivato al suo 25esimo anniversario, celebra insieme a noi una generazione spesso dimenticata e confusa. “Qualcosa di grande” parla di tutti noi che abbiamo atteso speranzosi il nuovo millennio assaporandone i cambiamenti, ma dai quali siamo stati travolti. Ed ecco come arrivano in scena 6 attori alle prese con una cover di “Qualcosa di grande”. Converse, polsini colorati, atteggiamento da eterni ragazzi. Musica dal vivo e ricordi che ci accompagnano attraverso aneddoti divertenti, stimolanti, amari.
DIALOGO DI UNA PROSTITUTA CON UN SUO CLIENTE

Manila lavora come prostituta per mantenere se stessa ed il suo bambino, partorito da pochi mesi. In una stanza spoglia ed essenziale riceve uno dei suoi tanti clienti, uno studente di Economia venticinquenne e di buona famiglia, apparentemente schivo e timido. Con la sua volgarità la ragazza, provata da una vita fatta di umiliazione e privazioni, cerca in ogni modo possibile di sottomettere, se non altro verbalmente, il giovane cliente, che, al contrario, con la propria pacatezza sembra alla fine quasi provare sentimenti sinceri nei confronti di Manila… Un testo forte, coinvolgente, profondo, a testimonianza dell’amore dell’Autrice per il teatro e della sua spiccata attenzione nei confronti dell’universo femminile, che scandaglia in tutta la sua complessità, rivelandone il lato più oscuro.
CONCERTO CON ARTISTA RESIDENT – GIUSEPPE GIBBONI & OFP
Giuseppe Gibboni, ultimo violinista italiano ad aver vinto il prestigioso “Premio Paganini”, ormai solista nelle più importanti Concert Hall e Teatri del mondo per le più rinomate società di concerti ed enti di produzione musicale, torna in Puglia con l’Orchestra Filarmonica Pugliese nel ruolo di solista e concertatore. Il virtuosismo del suo Stradivari interpreterà le celebri “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi nella meravigliosa sala affrescata del Palazzo Marchesale di Adelfia.
GREASE

Lo spettacolo di Jim Jacobs e Warren Casey, con la regia di Saverio Marconi e la regia associata di Mauro Simone è una festa travolgente che accende le platee italiane e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”: un cult intergenerazionale che, dopo aver ampiamente superato i 2.000.000 di spettatori complessivi dal primo debutto, si rinnova a ogni stagione, è sempre più attuale ed è amatissimo anche dalle nuove generazioni che si immedesimano in una storia d’amore e di amicizia senza tempo, dal messaggio inclusivo. Il musical ha debuttato a Broadway nel 1971, nel 1978 segue il film campione di incassi che consacra John Travolta e Olivia Newton-John nei ruoli dei due protagonisti, e dopo più di cinquant’anni l’energia elettrizzante continua a vivere sui palchi di tutto il mondo: l’amore adolescenziale tra Danny e Sandy, che nasce nelle “sere d’estate” e risuona tra le note dell’inconfondibile colonna sonora – tra cui brani indimenticabili come Restiamo Insieme, GreasedLightnin e Sei perfetto per me, nella versione italiana di Franco Travaglio e Michele Renzullo – a ritmo di rock’n’roll. In scena, un affiatatissimo gruppo di 18 giovani e talentuosi performer che, attraverso i linguaggi della danza, del canto e della recitazione, danno nuova luce a personaggi diventati vere e proprie icone generazionali: Sandy, dal volto angelico e la voce travolgente, Danny, irresistibile rubacuori, Pink Ladies, T-Birds, gli studenti della Rydell High School e un particolarissimo angelo rock. Il preparatissimo cast ha lavorato intensamente con la coreografa Gillian Bruce che ha costruito “sartorialmente” su di loro le coreografie rendendole ancora più energiche ed esplosive. Per i nuovi costumi (oltre 80), un’esplosione di colori e tessuti cangianti, la costumista Chiara Donato si è affidata alle principali sartorie teatrali italiane, I linguaggi della danza, del canto e della recitazione si integrano perfettamente con la scenografia, a firma di Gabriele Moreschi; il team creativo comprende anche Valerio Tiberi che firma il coloratissimo disegno luci insieme a Emanuele Agliati e in collaborazione con Francesco Vignati, che sottolineano i momenti più esplosivi così come le atmosfere più intime; gli aspetti musicali sono curati da Enrico Porcelli per il disegno fonico, Gianluca Sticotti per la direzione musicale e gli arrangiamenti vocali, Riccardo Di Paola per arrangiamenti e orchestrazioni.
GAÎTÉ PARISIENNE

Gaîté Parisienne è il brillante balletto in un atto con le coreografie di Fredy Franzutti sulle note di Jacques Offenbach, che compose i brani scintillanti dedicandoli alla Parigi del XIX secolo. Lo spettacolo, ricco di scene a trasformazione e costumi ricostruttivi dell’epoca, procede per quadri e ricrea le atmosfere della Belle Époque, periodo dorato nel quale Parigi era capitale assoluta della cultura e della mondanità e la frenesia esortava la creatività di una società impaziente del nuovo secolo in arrivo. Le invenzioni meccaniche, le esposizioni universali, l’elettricità, hanno anche generato la libertà dei costumi di una società che accoglieva con ottimismo l’età del progresso, associando l’ammiccante sensualità delle spigliate Cancaneuses al concetto di emancipazione e all’ottimismo della collettività. Sfrenati can can, ritmate polke e vorticosi walzer per intrattenere nobili e borghesi, in una spensierata ed eccitante Gaîté Parisienne, la Parigi della belle époque. “Il Balletto del Sud oggi la migliore compagnia italiana in grado di affrontare questo genere di impegni” (Giuseppe Distefano – Sipario) Franzutti genera la progressione coreografica rielaborando il genere inserendo citazioni dal cinema e dal cabaret, varietà in voga al momento, e omaggiando il Maestro Lindsay Kemp con il quale ha più volte collaborato.
ALDO DI CATERINO ensemble & ENRICO PIERANUZI

“Heroes” è un album che accanto a un veterano del jazz presenta tre giovani musicisti di grande talento e già affermata carriera. Se poi si tratta di Enrico Pieranunzi, il Maestro indiscusso del pianismo jazz internazionale, potremmo definire questo lavoro una garanzia di qualità, sia interpretativa che compositiva. L’ensemble degli eroi vede Aldo Di Caterino, magico interprete del flauto, e astro nascente nel panorama italiano. Seppur giovanissimo, vanta già una serie di premi, riconoscimenti, attestati e collaborazioni di grande prestigio. Il supporto ritmico e compositivo è completato dalla presenza di Carlo Bavetta al contrabbasso e Cesare Mangiocavallo alla batteria. Un esempio di quanto la nuova generazione italiana sia fluida, potente, naturalmente moderna ma anche perfettamente consapevole e conoscitrice della tradizione del jazz e delle sue radici. “Heroes” è stato registrato presso Indiehud da Stefano Giungato. Mix, Mix Atmos e master di Stefano Amerio presso Artesuono Recording Studios. Editing di Carlo Cantini. Foto e cover foto di Roberto Cifarelli. Cover e design di Marina Barbensi. Prodotto da Abeat Records. ALDO DI CATERINO Diplomatosi al conservatorio di Bari con il massimo dei voti in flauto classico, composizione, arrangiamento e musica jazz, si perfeziona poi all’accademia Il Pentagramma approfondendo la propria preparazione e conoscenza anche nell’ambito della musica brasiliana. Ha vinto numerosi concorsi internazionali: Primo posto al Tomorrow’s Jazz Jazz 2021, Veneto Jazz 2022, Primo posto al “Chicco Bettinardi“ 2022, “premio internazionale Massimo Urbani 2022”, Concorso JAZZ Internazionale di Bucarest Primo classificato all’Esecuzione Musicale edizione internazionale “San Nicola giovani”. Primo classificato al “3° concorso Internazionale EurOrchestra Nuovi Interpreti 2011 premio Civera”. Primo classificato nella “formazione orchestrale come flautista” al 12° Concorso Nazionale di Musica “Igor Stravinsky” Diploma di primo premio classificato con punti 96/100 al 12° Concorso Nazionale di Musica “Igor Stravinsky” come flautista. Partecipa alle registrazioni di molte colonne sonore e collabora abitualmente con molti musicisti di calibro importante come: John Surman, Dario Deidda Alberto Parmegiani, Vince Abbracciante, Gabriele Mirabassi, Nando Di Modugno, Giorgio Vendola, Pino Basile, Bruno Montrone, Guido diLeone, Paola Arnesano, Poldo Sebastiani, Pierluigi Balducci, Andrea Corrado, Pasquale Calò, Francesca Leone, Giulio Scianatico, David Macchione, Fabio Accardi, Rogerio Tavares, Giovanni Scasciamacchia, Tommaso Scannapieco, Mike Rubini, Mario Rosini, Paolo Benedettini, Giuseppe Bassi,Roberto Ottaviano, Dario Deidda ecc…
ALMOST BLUE Tour e Album

Dopo JONI, Rossana Casale torna al jazz con un nuovo album e tour intitolato ALMOST BLUE, un progetto concept incentrato sul colore blu e sui brani, le parole che il jazz ha dedicato al suo significato più profondo. Rossana Casale voce, Carlo Atti sax tenore, Luigi Bonafede pianoforte, Alessandro Maiorino contrabbasso, Enzo Zirilli batteria. Nel linguaggio comune, il blu è il colore della malinconia e della speranza. Dal sentimento blu nasce il blues, quello che ha le sue radici nei canti degli schiavi dei campi di cotone, nella speranza di libertà e di rivalsa. ‘Il blues è più di un colore, è un gemito di dolore, il sapore del conflitto, un ritornello triste ma anche un gioco a cui gioca la vita’( ndr. brano All blues- Kind of Blue M. Davis 1959) Ed è il colore blu, metafora di spiritualità e trascendenza, di tranquillità e del silenzio, della contemplazione, il concept del nuovo progetto di Rossana Casale in uscita a Giugno 2024 per Egea Music. “Qualche mese fa, mentre facevo una lunga passeggiata sul mare, in una giornata di quelle dove non sai dire come stai veramente”, racconta la Casale,” osservando l’incontro netto tra acqua e cielo, mi sono ritrovata a cantare tra me e me il brano Blue Skies di Irvin Berlin e di conseguenza a scorrere con la mente tutti i brani jazz che all’interno del loro titolo o testo nominassero la parola blue. Dalle ballads più malinconiche come Little girl blue, che cantava Nina Simone nel suo primissimo album del 59 o Am I blue portata al successo da Ethel Waters, a Almost Blue di Elvis Costello cantata dalla voce di velluto di Chet Baker, Blue in green, brano mistico di Miles Davis, ai brani più carnali e astratti come Afro Blue di Coltrane o divertenti come Blue Rondo a la Turk di Dave Brubeck che anche Al Jarreau ha portato a successo negli anni 80’ giocando sul testo stesso. Me ne sono venuti in mente tantissimi. Così mi è nata l’idea di creare un lavoro interamente volto a sviscerare quella parola così giustamente rivolta al jazz e al musicista che la libera dalle sue prigioni che la vogliono solo triste. Non è solo così ” Rossana Casale sceglie i brani che il jazz ha dedicato a ‘The color of colors’, come lo definiva Miles Davis e crea il suo nuovo progetto in-jazz aggiungendo l’inedito ‘Shades of blue’, scritto a quattro mani con il musicista Luigi Bonafede. Un ritorno al jazz più puro, quello della Casale, dopo diversi anni (Jazz in me 1994, Billie Holiday in me 2004), nonostante lo strsso jazz abbia sempre fatto da casa ai suoi albums dedica (Jaques Brel in me 1999, Strani Frutti 2000, Il Signor G e l’Amore 2013, Round Christmas 2016, JONI 2022). Con lei grandi jazz men con lunghe carriere in Italia e all’estero, musicisti eccelsi che tornano dal suo passato e con i quali ha condiviso albums e tours. Sono: Carlo Atti al sax tenire, Luigi Bonafede al pianoforte, Enzo Zirilli alla batteria e nuova conoscenza, Alessandro Maiorino al contrabbasso.
Spettacolo di rassegna Y

IL CANTO DI ULISSE da l’Odissea di Omero

«Andiamo a fare un viaggio nella terra dei Giganti? Volete imparare dalla Maga Circe gli ingredienti per fare la pozione magica che trasforma gli uomini in animali? Sapete come si chiama l’indovino cieco che prevede il futuro? Sapete dove possiamo trovare Tiresia? Avete mai sentito il famoso canto delle Sirene? Lo vorreste sentire? Sapete quanti piedi ha il drago Scilla? Dodici! E quante teste? Sei!!!» Flavio Albanese inizia così il suo viaggio nel mondo di Ulisse, invitando gli spettatori ad “entrare” nell’Odissea e nel suo immaginario, popolato da Eroi, Dei, creature magiche e suoni. Protagonista dello spettacolo è la parola in prosa e in versi che alternata ai canti suggestivi del quartetto vocale Faraualla, che da anni si impegna nella ricerca della musica etnica e dell’uso della voce come “strumento”, darà vita e corpo al nostro viaggio nel mito. Alterneremo dunque la tecnica di narrazione ad alcuni dei più famosi versi dell’odissea in un continuo gioco di ritmi e di canti capaci di spostare l’attenzione del pubblico dal passato al presente in un vortice che ci permetterà di incontrare Atena, Polifemo, Circe, Scilla e Cariddi, Tiresia…fino alla morte di Antinoo e risvegliarci in platea con la sensazione di aver parlato con Ulisse in persona.
IL SIGNOR PIRANDELLO È DESIDERATO AL TELEFONO

“Eccomi, sono Fernando Pessoa, o così mi hanno detto di essere” Così si presenta al suo pubblico un vecchio attore, accompagnato da un suonatore cieco di organetto, che si ritrova a recitare la sua, forse, ultima commedia. O dramma, chissà… Il duo, coppia simil-beckettiana un tempo di successo, si ritrova a fare spettacolo davanti ai pazienti di una clinica psichiatrica, scritturato dal suo direttore nella speranza che una pièce possa dare un po’ di conforto ai degenti. Il monologo dell’attore, in un finto dialogo con i pazienti, con l’organettista e – soprattutto – con sé stesso, si snoda toccando i più svariati temi dell’esistenza umana: finzione e rappresentazione, vita e morte, follia, amore, illusione e rimandando a quegli elementi della poetica di Luigi Pirandello e di Fernando Pessoa, i due grandi autori del novecento più volte citati nell’ opera, così cari all’autore. Il flusso tragicomico ed emozionale messo in scena dalla buffa coppia, tra confessioni deliranti, numeri da avanspettacolo e assoli di organetto, andrà a creare una vera e propria “sinfonia poetica”, nella quale lo spettatore-paziente non potrà, almeno a tratti, non rispecchiarsi.