DIRE FARE BACIARE LETTERA TESTAMENTO

Dire fare baciare lettera testamento è un’ode al bambino. È un canto alla sua bellezza, alle potenzialità che ogni bambino racchiude dentro di sé, all’ infinita gamma di possibilità che ognuno di noi ha davanti quando nasce. Dire fare baciare lettera testamento è il nostro personale manifesto dei diritti del bambino. Riflette su un tempo, il nostro, e su una società caratterizzati da ritmi sempre più frenetici ed accelerati dove spesso i bambini vengono trattati come piccoli adulti, senza rispettare i loro tempi, i loro bisogni e senza riservare loro ascolto adeguato. Lo spettacolo attraverso diversi quadri che si susseguono con ritmo travolgente mostra e fa vivere come un bambino abbia bisogno di fare esperienze, di come abbia bisogno che gli vengano accordate stima e fiducia. Dire fare baciare lettera testamento è una proposta di gioco rivolta ai bambini, ai loro genitori, maestri e agli adulti in genere. È un invito a scoprire le possibilità del fare, del fare da soli, del fare insieme. Lo spettacolo non racconta una storia, ne racconta tante. Racconta di come il gioco per un bambino sia importante e necessario quanto l’aria che respira. Racconta dei mondi che il gioco contiene e dischiude, di come il gioco sia spazio in cui crescere e confrontarsi, conoscere e conoscersi. Si gioca perché giocare è il lavoro dei bambini. Per giocare però servono delle condizioni che lo permettano e queste condizioni non sono i bambini a doverle creare, sono i grandi. Per giocare servono i bambini non i giochi. Un bambino appena nato conosce il mondo intero, da lassù, dal mondo dei bambini, ha visto tutto. Più di ogni altra cosa un bambino appena nato sa quali sono i suoi diritti. Un bambino ha diritto al dialogo. / Ha diritto alla quiete e al silenzio. / Ha diritto ad uscire quando piove, a giocare con l’acqua, a saltare nelle pozzanghere e a bagnarsi. / Ha diritto a piantare chiodi, a segare e raspare legni, a scartavetrare, a incollare. / Ha diritto a rompere le uova, a sbatterle e a impastare l’acqua e la farina. / Ha diritto a giocare con la terra, a fare torte di fango e castelli di sabbia. / Ha diritto agli odori. / Ha diritto al buio, a giocare con le ombre e le pile. A dormire la notte all’aperto. / Un bambino ha diritto all’alba e al tramonto. / Ha diritto alle sfumature, / al sole che sorge, / all’aurora, / ha diritto al crepuscolo, / ha diritto ad ammirare la notte, la luna, le stelle / ha diritto ad incontrare i fantasmi e ad avere paura.
LA FABBRICA DEI SOGNI
La Fabbrica dei Sogni è la storia di un ragazzino di nome Lucio, che ha smesso di sognare, di credere nei propri sogni. Una notte si addormenta e si ritrova catapultato, come per magia, in un mondo strano, magico, un mondo abitato da esseri particolari, dalle sembianze buffe. È la Fabbrica dei Sogni, il luogo in cui nascono i sogni. Qui, dopo aver incontrato alcuni di questi esseri, conoscerà il motivo del suo viaggio e la leggenda che si cela dietro il creatore dei sogni: l’anziano Mago Limago, un essere capace di creare i sogni di tutti gli abitanti della terra, usando l’antica arte delle bolle di sapone.
L’ELEFANTE SMEMORATO E LA PAPERA FICCANASO

Un vecchio elefante dalla lunga proboscide non riesce a dormire la notte. I pensieri, i cattivi ricordi forse, gli attanagliano la mente. Un bel giorno decide di fare un tentativo: soffia dentro alcuni palloncini rossi i suoi ricordi e li fa volare via. Il tentativo gli riesce quasi perfettamente perché, improvvisamente, perde la memoria. Tutto dovrebbe filare liscio, quand’ ecco entrare, o meglio, “ficcarsi” nella sua vita una papera che dapprima gli fa tante domande, poi passa a elargire suggerimenti e, infine esorta l’elefante ad uscire dal torpore della dimenticanza per cominciare una vita nuova.“Una bella passeggiata è quello che ti ci vuole altrimenti morirai di noia!” così lo ammonisce la papera Teresina.Non è facile decidere il da farsi; ancora una volta l’ elefante si ritrova a combattere con i suoi pensieri finché, come rapito da una cieca volontà, parte all’avventura.Il mondo è giovane, esaltante e lui così ingenuo, indifeso come un bimbo alla prima esperienza. Ecco perché non gli riesce di difendersi dai pericoli che sono in agguato. Per un elefante che sa parlare la lingua degli uomini, non sarà difficile finire in un circo dapprima e in una gabbia di zoo per ultimo. Intanto, solo così il nostro elefante troverà il coraggio di tornare a vivere la sua vita in compagnia dei nuovi e dei vecchi ricordi. Belli e brutti che siano.La “ficcanaso” di Teresina, ormai amica dello sventurato, ha un’idea. L’elefante deve soffiare ancora una volta nei palloncini rossi ben altro che i ricordi..!E cosa allora? Certe cose si scoprono vivendo, altre nei sogni, questa…andando a teatro.
DULCINEA E CHISCIOTTE

Riscrittura in chiave moderna e allegra in cui si raccontano alcune delle avventure del “Don Chisciotte” di M. Cervantes che prevede anche il coinvolgimento diretto dei bambini in sala.
INCANTESIMI

“Incantesimi” è un percorso nel mondo delle fiabe di Puglia. Sono racconti della tradizione che, per tradizione, intrecciano vicende e contesti popolari con personaggi nobili o fantastici. Le storie sono varie: c’è chi parte per cercar fortuna, chi si dà alle avventure con gli amici scapestrati, chi abbandona i figli e chi li ritrova, chi si imbatte in gatti parlanti e chi si ritrova a tu per tu con le sirene. In questi affreschi di commedia umana non può certo mancare lui: lu Nanni-Orco che tesse, maldestro e burlone, le sue sinistre trame. La fiaba è il veicolo attraverso cui le popolazioni, fin dall’alba dei tempi, hanno rappresentato il mondo circostante; sono un particolare tipo di documento storico che conserva credenze, cultura e tradizioni di un popolo, in questo caso quello pugliese e salentino, racchiudendone le conoscenze intuitive. Le fiabe non sono quindi spiegazioni scientifiche alle domande ancestrali, ma la risposta illogica ed impulsiva a fenomeni inspiegabili e a paure universali. Attraverso esse, l’immaginazione di un singolo o di una comunità può essere trasmessa ai posteri, sopravvivendo nei ricordi, anche se continuamente modificata dal narratore successivo.
LE AVVENTURE DI PINOCCHIO RACCONTATE DA LUI MEDESIMO

Flavio Albanese racconta in prima persona la vera storia di Pinocchio sulle note della celebre musica che Fiorenzo Carpi scrisse per il film-TV di Comencini.Tra prosa e filastrocche, racconti, canzoni, arie e recitativi, lo spettacolo ripercorre le principali vicende che hanno portato un semplice “ciocco” di legno a diventare un bambino.I personaggi appaiono e scompaiono sulla scena, a volte impersonati dallo stesso attore, altre volte evocati attraverso la magia e gli espedienti del teatro di Varietà.Ci sono proprio tutti: Geppetto, la Fatina, il Gatto e la Volpe, il Grillo parlante, Mangiafuoco, l’Omino di burro, il Domatore e il Pappagallo. E’ una storia per grandi e piccini e in particolare per “burattini che vogliono diventare bambini”.
LA BOTTEGA DEI GIOCATTOLI

Storie intorno a giocattoli che si animano di vita propria abitano da sempre le fantasie dei bambini, che naturalmente giocano dando un’anima agli oggetti.La nostra storia accade in una bottega di giocattoli, e le botteghe di giocattoli non sono forse delle città nelle quali i giocattoli vivono come delle persone? O meglio, le città non sono forse delle botteghe di giocattoli nelle quali le persone vivono come dei giocattoli? C’è sempre una bambola più bella e c’è la bambola invidiosa, un orsacchiotto che si innamora e un soldatino geloso, una mamma cattiva e una buona fata, giostre e macchinine che non si stancano di girare. Un mondo parallelo che aiuta i bambini a fare esperienza di emozioni, imparando a non perdere “la bussola”, passando dalla gioia alla delusione, dalla malinconia all’allegria, dall’amore al risentimento. Una città solitamente notturna, perché vive nel profondo dei sentimenti. Non solo infantili. Destinato ai bambini più piccoli, il lavoro è frutto del pluriennale lavoro svolto dagli operatori del Crest, anche nelle scuole materne, intorno al linguaggio teatrale più efficace rispetto ad un’utenza così particolare e impegnativa, al fine di verificare linguaggi e tecniche di lavoro che, ovviamente, lasciano poco spazio alle parole a favore di immagini, musica e… gioco.Lo spettacolo prende corpo anche dalle musiche originali di Mirko Lodedo, vero tappeto sonoro di azioni, danza e racconto che danno vita ai giocattoli. O sono i giocattoli a dar vita agli attori?Lo scoprirete solo visitando la nostra bottega.
QUEGLI STRANI AMICI DI FAMIGLIA

Vincitore del bando 2015 “Colpi di Genio”, il cui soggetto era la famiglia, lo spettacolo vede in scena tre attori salentini -Carla Guido, Massimo Giordano e Fabrizio Saccomanno- che affrontano questo tema tra riflessioni e comicità e lo fanno nella loro lingua madre: il dialetto. La scelta di far stemperare le vicende rappresentate nel mood salentino, dai vivacissimi e speziati colori, dà la stura a possibilità espressive inesplorate, che diventano così, nel contempo, elevamento a potenza di drammaticità e comicità. In scena un trio di attori con tre temperamenti diversi ma che raccontano all’unisono scorci interessanti e autentici della nostra realtà e, in fin dei conti, dell’umano in generale.
TRAPUNTO DI STELLE

La figura di Domenico Modugno è rimasta centrale nel panorama italiano della musica d’autore. Il passare del tempo non ha scalfito la prorompente modernità del celebre cantante pugliese, anzi, soprattutto nell’ultimo decennio Modugno è stato recuperato dalla nuova onda sonora legata al folk rock che ne ha rivendicato la discendenza. Questo concerto (tratto dall’omonimo disco) intende contestualizzare l’arte di Domenico Modugno restituendola alla sua terra di provenienza. Suoni, storie, narrazioni che si sono riferite e ispirate alla tradizione millenaria del meridione d’Italia: una terra fatta di contatti. Terra di emigrazione e di ospitalità al tempo stesso. Terra di lavoro, di memoria, di sguardi che attraversano i filari di alberi per finire nel mare.
SLOT

Luca De Bei scrive e dirige una commedia divertente, graffiante, a tratti caustica e tagliente. Paola Quattrini è una madre ingombrante, ma anche una moglie ferita e furiosa, una donna difficile, dura, cinica ma anche molto vulnerabile. Paola Barale è una donna all’apparenza più equilibrata, al di sopra degli eventi, ma presto le sue certezze la metteranno a dura prova. Mauro Conte è prima di tutto un figlio. Anche se ormai adulto, è condizionato dai suoi genitori, i cui comportamenti sono spesso spiazzanti e dalle conseguenze imprevedibili. Tre personaggi che si incrociano e si scontrano, perché ognuno in fondo è la vittima dell’altro e quindi ognuno è anche carnefice.