MOZARTANGOSUITE

In quest’ ultimo lavoro, Iannone “torna” alla pura coreografia. Senza traccia drammaturgica, né un testo dal quale ricavare un soggetto. Osa abbracciare un arco di tempo artistico dall’immortale Mozart allo strumentista d’avanguardia Piazzolla, dimostrando abilità di transizioni tra barocco e contemporaneo abilmente riportati da una giovane e rinnovata compagnia di alta formazione classica. È un raro esempio di ritorno al balletto, coraggiosa operazione che applica dopo anni di sperimentazione e ricerca raggiungendo la “stasi” della danza. La danza è percorsa e trasmessa, da odi all’amore a “fame” d’amore. Mozartangosuite è il traguardo e l’inizio di una nuova generazione, metro di misura di studi della danza che dopo anni di complesse e difficili interpretazioni di introspettivi sentimenti, ritorna e propone la bellezza di un balletto.
UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO

La leggenda vuole che fosse proprio su un tram, su cui girovagava da studente, che il giovanissimo Tennessee Williams si facesse l’idea di un dramma che svelava il lato oscuro del sogno americano. Il dramma, vincitore del Premio Pulitzer nel 1947, mette per la prima volta l’America allo specchio su temi quali omosessualità, sesso, disagio mentale e ipocrisia sociale. Ambientato nella New Orleans degli anni Quaranta, lo spettacolo narra la storia di Blanche Du Bois, interpretata da Mariangela D’Abbraccio, che in seguito al pignoramento della casa di famiglia, lascia la città di Laurel e si trasferisce nel piccolo appartamento della sorella Stella, sposata con un uomo rozzo e volgare di origine polacca, Stanley Kowalsky, interpretato da Daniele Pecci.
BOB

Bob è una performance che usa il corpo come veicolo e innesco di alcune domande e scenari che congiungono gli immaginari sul non-reale, dai bestiari alle fantasie d’infanzia, e la nostra presenza nella realtà. Cosa si nasconde nei luoghi bui? Cosa ha a che fare con noi?Nel buio una creatura si apre la strada, infantile e dissacrante, come i mostri di ogni immaginario, dal carattere eccessivo. Bob è un mostro che emerge da un luogo di cui il pubblico è ospite o preda; cresce e si evolve mutando genere e intenzioni, bisogni e pulsioni giocando con l’incedere, la paura e la seduzione di un corpo che può respingere. È un corpo che tradisce e che si impone in una dialettica tra lo spazio personale e quello condiviso, in cerca di uno stato di grazia. BOB è un viaggio attraverso la soglia di un luogo sconosciuto di creature mutevoli che si avvicinano portando la sfida a condividere quel luogo con una figura distorta, fluide, che possiamo desiderare o respingere, qualcuno da temere o abbracciare.BOB è il risultato di due anni di ricerca che il coreografo e danzatore Matteo Marchesi ha strutturato con un gruppo di bambini sull’esplorazione dei mostri, delle loro apparenze, dei bisogni e dei luoghi a cui possono o non possono appartenere.
HANà e Momò

Lo spettacolo è liberamente ispirato al racconto “Favola d’amore ” di Hermann Hesse, che ci illustra l’importanza del concetto di unione.Anche il titolo prende spunto da questa idea: Hanà e Momò dal giapponese si traduce “Fiore e Pesca”. Come il fiore che diviene frutto e questo a sua volta contiene i semi indispensabili alla nascita di nuovi germogli, così lo spettacolo ci mostra il percorso di due protagoniste che scopriranno l’importanza della loro reciprocità.La storia di Hanà e Momò è quella di due bambine che si ritrovano a giocare escogitando fantasiose invenzioni in una progressiva e coinvolgente sfida. Un susseguirsi di quadri dove prevaricazione e dispetti daranno spazio all’evolversi di giochi attraverso l’invenzione di micro storie. Un racconto ritmato da continue azioni e reazioni dove, farfalle di carta, rebus da risolvere, tesori da scoprire coinvolgeranno le due protagoniste contagiando anche il pubblico. La fine della storia sancirà però non un vincitore ma un’amicizia; finalmente Hanà e Momò scopriranno quanto sia più importante attingere dallo stimolo reciproco, dalla gioia del fare insieme, piuttosto che superarsi.
TARZAN RAGAZZO SELVAGGIO

Esistono pochi casi reali di bambini cresciuti da soli nella natura o allevati dagli animali. È accaduto che siano stati cresciuti da lupi, cani, scimmie, animali della Savana. Le loro storie si perdono nel tempo tra cronaca e leggenda, tra sogno e realtà. Qui abbiamo il dono del teatro che fa esistere per un’ora nel rito antico e carnale del racconto, del corpo dell’attore e del respiro del pubblico la storia di un bambino rimasto orfano nella foresta del Congo e cresciuto volando da un albero come le scimmie. Tarzan, era lo strano verso che facevano le scimmie per chiamarlo o indicarlo. Questo spettacolo racconta la sua storia, nuda e cruda, senza nessuna concessione alle promesse degli adulti e del progresso. Con il più grande amore per il mistero intoccabile della crescita, dell’umano e della nostra Terra.
E LE IDEE VOLANO…

E le idee volano… è uno spettacolo circense dove pochi oggetti hanno molto peso e sono piccoli, le scoperte crescono fino a diventare scene fresche e fantastiche piene di complicità. Uno spettacolo dove circo, gioco, interazione con il pubblico, luce e musica si intrecciano per rendere ogni performance un’esperienza unica e diversa. Animal Religion è una compagnia circense interessata alla ricerca del circo contemporaneo e all’interdisciplinarietà e fondata da Quim Giron nel 2012. Nei suoi 9 anni di carriera ha prodotto 8 spettacoli, ha lavorato con oltre 30 artisti provenienti da Europa e America, ha ricevuto commissioni dal Teatro Nazionale della Catalogna, Fira Tàrrega, Mercat de les Flors, TNT e Auditori de Barcelona, e ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Speciale Città di Barcellona 2015 per il miglior spettacolo circense Sifonòfor.
KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE

Un pomeriggio Kafka s’imbatte in una bambina disperata perché ha perso la sua bambola. Questo incontro inaspettato rappresenta lo spunto per la sua ultima opera.Ventuno giorni e tante lettere per immaginare un’altra verità: la bambola non è perduta, è partita per un lungo viaggio. Così Kafka s’inventa “postino delle bambole”. Jordi Sierra i Fabra, autore catalano, prova a ricostruire cosa potrebbe essere accaduto, regalando ai lettori un libro prezioso e intenso.È una storia che parla di nostalgia, di stupori, occhi aperti sul mondo. Dentro una scena essenziale e con l’aiuto di videoproiezioni si sviluppa in un dialogo profondo tra i due protagonisti, capace di trasformare il dramma della perdita in un’occasione di crescita.Un incontro tra umanità, tra condizioni diverse, diversi tempi della vita, ma dentro un’esperienza che appartiene a tutti: crescere, cambiare, lasciar andare.
ESTERINA CENTOVESTITI

In V elementare Lucia è alle prese con l’arrivo in classe di una nuova compagna cui per condizione economica ed estrazione sociale, sembra negata la possibilità di scegliere la propria vita e che viene per questo emarginata e schernita. Esterina ha il corpo grande, le mani rovinate, parla in modo strano, ha il colletto del grembiule stropicciato e indossa sempre gli stessi pantaloni, eppure dice di avere 100 vestiti nell’armadio. Lucia comincia ad affrontare le prime preziose domande su come ci si debba porre davanti alla prepotenza di chi non è capace di manifestare comprensione. Sono messe in luce le gioie e i dolori, le riflessioni più intime, i perché inspiegabili di quell’età fragile e potente che si rivelano fondamentali per la crescita di una bambina di 10 anni.Una narrazione che appassiona bambini e adulti che si riconoscono nella protagonista della storia perché tutti in classe, almeno una volta, l’abbiamo incontrata Esterina.
JACK E IL FAGIOLO MAGICO

Ispirato ad una fiaba della tradizione orale inglese – la prima pubblicazione apparve nel libro The History of Jack and the Bean-Stalk, stampato da Benjamin Tabard nel 1807 – lo spettacolo racconta la storia di un bambino che pur essendo piccolo riesce a trovare il lieto fine alle sue disavventure, guidato dal suo istinto, dalla sua fiducia nella vita e dalla sua intelligenza.Una storia emblematica che un’attrice, anche burattinaia e macchinista come Maria Pascale, restituisce al pubblico dei piccolissimi e dei suoi accompagnatori attraverso il gioco della narrazione e della messa in moto di una macchina scenica di piccole dimensioni, raffinata, intrisa di dettagli, marchingegni, giocattoli, segni, sguardi e visioni pittoriche
BRIGITTE ET LE PETIT BAL PERDÙ

Brigitte è un’anziana signora che vive sola con il suo cane, Bruschetta. Un giorno, aprendo un vecchio comò rimasto chiuso ormai da anni, ritrova al suo interno alcuni oggetti che hanno accompagnato il suo passato, fatto di amori, emozioni e avventure in giro per il mondo. Inizia così un viaggio a ritroso nei ricordi della protagonista. In un mondo che scorre in maniera sempre più frenetica, la storia di Brigitte si impone come un elogio alla lentezza, un invito ad apprezzare le piccole meraviglie della vita.Questa è una delle tante piccole storie che spesso hanno come protagonisti anonimi e inconsapevoli personaggi, storie che rimangono stipate in un cassetto e che spesso vengono dimenticate.Ma, se potessimo aprire questi spazi segreti che nessuno guarda più e potessimo dar luce a questi frammenti di vita, cosa accadrebbe?Da questa domanda nasce l’idea di raccontare in uno spazio molto ristretto una microstoria della durata di 10 minuti. Per poter valorizzare questa dimensione cosi intima la visione è riservata a 4 spettatori alla volta.