SOGNO

Il re e la regina delle fate, Oberon e Titania, litigano come al solito e portano scompiglio nella vita pacifica del bosco. Grazie al potere magico di un fiore fatato, la pace sta per essere ristabilita, quando l’improvviso sopraggiungere nel bosco di due coppie di esseri umani, distrae gli esseri magici dalle loro faccende. Dopo qualche “errore” di Puck, l’amore torna a trionfare nel cuore di tutti e l’armonia a regnare nel bosco. La messa in scena di Sogno mette in evidenza gli aspetti magici della commedia shakespeariana e la contraddittorietà di situazioni ed emozioni vissute dai protagonisti. Il dubbio dei personaggi, sul quale spesso ci interroghiamo tutti noi, su cosa sia reale o cosa non lo sia, è affrontato in modo leggero e divertente. Sogno è un’occasione per far conoscere anche ai più piccoli questo classico del teatro mondiale.
STORIA DI BELLA 2021

Lo spettacolo è liberamente ispirato alla storia “La Penta mano-mozza” de “Lu Cunto De Li Cunti” di Gianbattista Basile. Il Re di Pietrasecca, decide di sposare sua sorella Bella per via delle sue belle mani, ma questa si rifiuta categoricamente e per punirlo se le taglia e gliele consegna. Il Re, infuriato, la punisce facendola buttare in mare, chiusa in una cassa. Bella peregrinerà a lungo, incontrando ostacoli e impedimenti e, sempre fedele a se stessa, alla fine riconquisterà la perduta felicità. Questa fiaba insegna a credere in se stessi, nei propri principi, senza lasciarsi traviare; a ritenere la libertà il valore più alto dell’umanità, anche se a volte può costare caro. La tecnica rappresentativa scelta è quella del teatro dei burattini, attraverso i loro tratti somatici fortemente connotati, il carattere e gli stati d’animo di cui ogni personaggio è portatore.
LE NUOVE AVVENTURE DEI MUSICANTI DI BREMA

E se gli animali che i fratelli Grimm ci hanno fatto conoscere come I Musicanti di Brema uscissero dalla loro favola o la continuassero fino ai giorni nostri, se si perdessero nelle nostre città, che storia racconterebbero?Da qui parte il racconto de Le nuove avventure dei Musicanti di Brema, sulle strade dei nostri Paesi e dell’Europa, attori e pubblico alla ricerca di una città ospitale, un luogo che possa accogliere un bambino il cui colore della pelle racconta la provenienza da terre lontane. La storia di quel bambino è la storia dell’intera umanità a volte costretta ad allontanarsi o fuggire dalla propria terra alla ricerca di un luogo migliore nel quale approdare e costruire il futuro.
SOTTOVOCE

Nina cerca un posto dove stare, una casa accogliente e sicura come quella di quando era nella pancia della sua mamma. Nina è molto sola, a farle compagnia ci sono tutti i gatti del paese con cui Nina fa delle lunghe conversazioni, con loro parla ”sottovoce”. Un giorno però scompare un gatto che Nina non riesce proprio a trovare e così inizia il suo viaggio, un viaggio che la cambierà e che la porterà a guardarsi dentro. Capirà così che quello che realmente sta cercando è un luogo dove ci si senta bene, un porto sicuro dove arrivare e ripartire, dove si ama e si è amati, UNA CASA. Uno spettacolo che nella sua ricerca vuole stimolare il suo spettatore all’importanza dell’ascolto e della concentrazione. In un mondo pieno; pieno di immagini che cambiano velocemente, ci allontaniamo sempre più da noi stessi e dalle relazioni, perdendo la nostra casa.
FRAGILE

Piccola fenomenologia di coppia. Due artisti di strada. Brevi ricatti, recriminazioni, sottili violenze celate da malinconie e poesia. I due, abitualmente in giro per le piazze, si ritrovano in un teatro, un teatro vuoto, in attesa di un pubblico. E proprio durante l’attesa, nel teatro deserto, consumano il rito della loro esistenza fatta di rinunce, giochi, riflessioni sul senso del loro vivere una vita fuori da una misura comune. La donna balla, l’uomo gonfia i palloncini senza riuscirci. Due esseri umani in attesa: dell’esibizione, di una moneta che riscatti le loro fatiche e il freddo di certe notti, il dolore di piccole o grandi ferite che ci si infligge a vicenda e il tempo per risanarle. Una storia in equilibrio sul filo della quotidianità di una coppia, sorpresa a giocare tra poesia e brevi cortocircuiti esistenziali, che mettono a nudo la fragilità delle nostre relazioni, degli amori e delle vite che tentiamo di vivere.
REGINA MADRE

Commedia a due personaggi ambientata ai nostri giorni, “Regina Madre” prende le mosse da un classico ‘ritorno a casa’. Alfredo, grigio cinquantenne segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato, che ancora lo coinvolge, e di un’attività giornalistica nella quale non è riuscito ad emergere, un giorno si presenta a casa della madre dichiarandosi deciso a rimanervi per poterla assistere nella malattia. In realtà egli nutre il segreto intento di realizzare uno scoop da cronista senza scrupoli: raccontare gli ultimi mesi e la morte della vecchia signora. Tra i due personaggi in scena si instaura così un teso duello, condotto mediante uno scambio ininterrotto di ricatti e ritorsioni, di menzogne e affabulazioni. A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Ma, come sempre accade nelle coppie legate per la vita e per la morte, anche qui non sarà possibile, e neanche legittimo, distinguere il vincitore dal vinto.
MONTAGNE RUSSE

Lui – maturo, affascinante ed elegante, moglie e figlio fuori città – incontra casualmente lei – più giovane, di bell’aspetto e consapevole di piacere – e la invita a casa. Si preannuncia una serata molto piacevole e spensierata, ma lei non è facile come lui si sarebbe aspettato. Ed ogni volta che lui sta per riuscire ad ottenere quello che vorrebbe, la donna lo spiazza cambiando identità e carattere, in un continuo vorticoso salire e scendere, come sulle macchinette delle montagne russe, fino a scoprire che in realtà… Corrado Tedeschi, dopo anni di attesa, interpreta con la sua intelligenza e classe, uno dei testi più riusciti di Eric Assous (vincitore di due prixMolière), portato in scena nel 2004 da Alain Delon e Astrid Veillon, tenendo a battesimo il debutto sul palcoscenico di Martina Colombari, perfetta per il ruolo, e che forma con lui una coppia inaspettata e di grande fascino. Marco Rampoldi, che ha già diretto Corrado alcune delle sue prove più convincenti, dirige una commedia scritta con inconsueta sapienza, divertente (a tratti esilarante), sorprendente, e con momenti di intensa commozione.
SE POTESSI VOLARE

“La storia che viene narrata è quella autentica di un uomo nato nel Salento e poi emigrato. Racconta di una vita segnata dal destino in un passato fatto di Sud e Nord, di famiglie, di emigrazione, di fede, di guerra, di malattia e amore. L’uomo ha la parola per raccontare, per trasmettere memoria. Siamo anelli di una catena di generazioni che non devono dimenticare. Come sopravvivere in un mondo che non ha rispetto verso l’altro e diventare un passaggio tra le generazioni e trasmettere amore. Camminava con una gamba sola, ma voleva sfidare il mondo, lui avrebbe voluto volare e forse alla fine ci è anche riuscito.”
ELETTRA

La Madre Guerra Elettra è un rituale. È un rosario con spine. È irriverente risata in santificate processioni. In Elettra la violenza genera violenza. Elettra, come un pesce fuor d’acqua, si ritrova a vivere lontano dalla casa paterna, senza alcun conforto, sposata ad un pastore che decide di preservare la sua verginità per rispetto delle sue nobili origini. Lei vuole vendicare il padre. “Il sangue si fa acqua”. Ogni legame è sciolto, annegato in nome di una giustizia privata che mai lenirà la ferita della perdita. L’acqua è l’elemento naturale della messa in scena. La mia Elettra si trova a Torre Disperata, sulla Murgia. L’acqua in quel posto è assai poca. Ogni cosa lì, è bagnata solo di sudore e sputo. Elettra non riesce a piangere, a lavarsi il viso…. Tutte le sue lacrime le porterà in grembo per scagliarsi contro la Madre. E se per un momento Elettra smettesse di essere figlia di un padre eroe, e scoprisse chi era veramente il vincente Agamennone? Se solo Elettra avesse saputo….
UNA FAMIGLIA

Quattro solitudini che si incontrano e, entrando in relazione, sciolgono pian piano i propri nodi esistenziali, diventando infine una vera e propria famiglia. Una famiglia in cui ci si “adotta” a vicenda, scegliendosi e accogliendo l’altro come un inatteso dono di Natale. L’incontro tra i quattro è fortuito, in apparenza. Vittorio, avvocato in pensione, vedovo di recente del suo unico grande amore Nora, piange su una panchina commosso da un brano di musica classica proveniente da una finestra vicina. Andare a vedere l’Opera era un rito d’amore tra lui e sua moglie. Attratta da Vittorio, Teresa, scrittrice tra i quaranta e i cinquant’anni, single, si ferma a parlare con lui. Di lì a poco, si aggiungono una giovane madre, Claudia, e sua figlia Michela. Claudia viene dalla strada, dalla periferia, dalla vita vera e difficile. Sua figlia Michela, stranamente, parla un linguaggio forbito, quasi non adatto alla sua età.