L’ARCO DI ATALANTA

Lo spettacolo “L’arco di Atalanta” è tratto dal racconto di Gianni Rodari “Atalanta” ispirato, a sua volta, al mito Greco di Atalanta, rarissimo esempio di eroina (donna) in mezzo a tanti eroi. Giovane e bella, la fanciulla, cresciuta nei boschi con gli orsi e consacrata alla dea della caccia Diana, che l’aveva voluta tra le sue ninfe, è una cacciatrice esperta nel tiro con l’arco ed imbattibile in velocità. Atalanta conoscerà gli uomini e gli eroi e si misurerà con loro nelle arti fino ad allora ad essi riservate esclusivamente, fino a quando non incontrerà l’amore.. In scena solo l’attrice che mescola il metodo classico della narrazione teatrale all’arte interpretativa dando vita ai vari personaggi in cui la protagonista si imbatte: il re suo padre, una vecchia balia, Ercole dio ed eroe, il perfido re della Colchide e Medea, sua figlia.

TUTTA CASA, LETTO E CHIESA

Tutta casa, letto e chiesa è uno spettacolo sulla condizione femminile e, in particolare, sulleservitù sessuali della donna. Si ride, e molto, ma alla fine non può che restare addosso unagrande amarezza. Il protagonista assoluto di questo spettacolo sulla donna è… l’uomo. O meglio,il suo sesso. Non “in carne e ossa” naturalmente, ma sempre presente, enorme, incombente… aschiacciare le donne. Le donne che si battono da anni per la loro liberazione, chiedendo parità didiritti, parità sociali, parità di sesso… Dario Fo e Franca Rame danno vita, nella loro pièce, a unagalleria di personaggi femminili difficili da dimenticare. Dalla casalinga del primo brano, lacasalinga per antonomasia, una donna sola che ha tutto all’interno della sua famiglia meno la cosapiù importante: la considerazione, l’essere trattata come una persona, rispettata in quanto tale e nonsolo usata come oggetto sessuale o come domestica senza stipendio né pensione. Fino all’epilogoaffidato ad una Alice nel paese senza meraviglie…

ANTICHI MAESTRI

Nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna, un uomo – un musicologo – si siede e guarda unfamoso quadro di Tintoretto. Scopriremo che compie questo rito, ogni due giorni, da più ditrent’anni. Un secondo uomo – uno scrittore – più giovane, osserva il primo uomo che guarda ilquadro. Un terzo uomo — uno dei custodi della Pinacoteca — osserva entrambi.È questo il diagramma del romanzo Antichi Maestri, qui trasformato da Fabrizio Sinisi e FedericoTiezzi (già pluripremiato per il bernhardiano L’apparenza inganna) in un vero e proprio studioteatrale sulla funzione dell’arte, i limiti della bellezza, la nevrosi della modernità, l’angosciadella solitudine.«Ho immaginato uno spettacolo sul vedere, sulla visibilità – scrive Federico Tiezzi – ho volutoriflettere, analizzare attraverso questo racconto mirabile i procedimenti della visione teatrale,elemento centrale del nostro linguaggio. Di quadro sempre si tratta, anche se scenico. Fare teatrointerrogandomi nello stesso momento sul linguaggio del teatro. Come fece Chopin, attraverso i suoiÉtudes, in cui venivano analizzate le possibilità tonali e armoniche del pianoforte, facendo musica.Come fece Seurat in pittura attraverso il pointillisme. Fu Franco Quadri, molti anni fa, a suggerirmiil romanzo di Bernhard, sapendo della mia formazione storico-artistica. A lui, a quasi dieci annidalla scomparsa, questo spettacolo è idealmente dedicato».

TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO…

In questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano, Musella dà voce e corpo alleparole scritte dal grande Eduardo nelle lettere indirizzate alle Istituzioni, nel discorso al Senato,negli appunti e nei carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento delTeatro San Ferdinando. Ad affiancarlo in scena il maestro Marco Vidino che esegue dal vivomusiche originali appositamente composte per lo spettacolo.“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole deigrandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura pertrovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definiresenza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardocapocomico e – mano mano – ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e allabellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmentetra poche vittorie e molti fallimenti”. “Tavola tavola, chiodo chiodo” – spiega Musella – sono leparole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige aPeppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era statoil costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43. Faccio partedi una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere sesoccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per ilfuturo, come ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in realtàsuggeriscono un’azione energica e continua”.

LUDWIG

Violinista Fabrizio Falasca Direttore Carlo Goldstein

PARTENZE

Pianista Leonora Armellini(5° premio Concorso Fryderyk Chopin di Varsavia 2021)Direttore Fabrizio Dorsi

WOLFGANG

Arpista Agnese ContadiniFlautista Jessica GabrieleDirettore Giuseppe La Malfa