ROMEO E GIULIETTA 2024

La tragedia di William Shakespeare, Romeo e Giulietta, è sicuramente la storia d’amore più popolare di ogni tempo e luogo. La vicenda dei due amanti ha assunto nel tempo un valore simbolico, diventando l’archetipo dell’amore perfetto ma avversato dalla società. Il Balletto del Sud, compagnia nota e apprezzate nel panorama internazionale, presenta la sua particolare versione di Romeo e Giulietta, sull’omonima partitura di Sergej Prokof’ev, del 1936. Il coreografo Fredy Franzutti crea il balletto nel 1998 ambientando la vicenda nell’Italia violenta e retriva degli Aragonesi, ispirandosi al testo di Masuccio il Salernitano, che per primo raccontò le disavventure degli infelici amanti. Le scene, realizzate da Francesco Palma, sono tratte dai dipinti di Giotto, Piero della Francesca e Cimabue e ci introducono in un mondo illustrativo bidimensionale, sospeso e fluttuante. I costumi sono ricostruttivi dell’età umanista. Il fascino arcaico è stato considerato uno dei punti di forza della produzione.
ECCEZIONE

Lo spettacolo è un trittico di circo contemporaneo, un viaggio in tre atti nell’universo poetico del MagdaClan. Tutto ha inizio con un’azione quotidiana: la preparazione di un caffè. Un rituale d’inizio spettacolo e benvenuto agli spettatori inserito in un’incredibile machine a effetto domino, giocando con ironia a sfidare le leggi della fisica. Si prosegue con un elogio al circo e ai suoi equilibrismi per concludere con un viaggio musicale, in un crescendo di atmosfere techno-arabe. Complicità, fragilità, spensieratezza. E tu il caffè lo prendi con o senza zucchero?
ATTO DI DOLORE

Leonardo Vitale nasce in una famiglia affiliata a cosa nostra, lo zio paterno Giovanbattista detto “Titta” è alla guida della cosca mafiosa di Baida dove Leonardo si forma come uomo di mafia trovandosi anche costretto a uccidere. Il 29 marzo 1973 Vitale si presentò alla questura di Palermo e dichiarò che stava attraversando una crisi religiosa e intendeva cominciare una nuova vita; si autoaccusò di due omicidi, di un tentato omicidio, di estorsione e di altri reati minori, e fece i nomi di Salvatore Riina, Giuseppe Calò, Vito Ciancimino ed altri mafiosi. Quelle dichiarazioni portarono all’arresto di quaranta mafiosi delle borgate palermitane, ma la metà di questi si resero latitanti o furono rilasciati qualche tempo dopo per insufficienza di prove. Lo stesso Vitale finì nel carcere dell’Ucciardone per le sue dichiarazioni, dove venne sottoposto a numerose perizie psichiatriche e dichiarato seminfermo di mente, affetto da schizofrenia, venendo rinchiuso nel manicomio criminale di Barcellona Pozzo di Gotto.
BALLATA PER LA KATER I RADES

Le storie di due “bambini del 1997” si rincorrono e si intrecciano nelle voci di Elvis e Lindita, partiti dal Sud dell’Albania per mettersi in salvo dall’impazzimento di un Paese in preda alla guerra civile e dal rapido precipitare degli eventi. Attraverso l’incastro tra cronache e leggende, biografie e storie collettive le vicende dei passeggeri della Katër i Radës vengono riportate alla luce e al contempo trascese: gocce nel mare dell’eterno cammino dell’umanità, nella necessità di un approdo sulla terraferma, in salvo dal “mostro”.
L’AGENDA

Cosa lega la strage di Via D’Amelio a quella avvenuta, solo 57 giorni prima a Capaci, in cui perde la vita il Giudice Falcone? Su cosa stava indagando il Giudice Borsellino e perché bisogna fare così in fretta a fare esplodere una FIAT 126 carica di tritolo facendo a pezzi lui e la sua scorta?Dov’è L’AGENDA ROSSA da cui Paolo Borsellino non si separa mai e sulla quale, nell’ultimo mese, scrive furiosamente a ogni ora del giorno e della notte? Perché Salvatore Borsellino, il fratello minore di Paolo, da subito ha cominciato a urlare un’altra verità? Un’indagine lacunosa, continui depistaggi, ancora poche verità certe, uno Stato che si tira indietro davanti alle proprie responsabilità, un pezzo di Storia d’Italia da riscrivere. Un’indagine lacunosa, continui depistaggi, ancora poche verità certe, uno Stato che si tira indietro davanti alle proprie responsabilità, un pezzo di Storia d’Italia da riscrivere.
TARTUFO

Chi è Tartufo? Un truffatore o un eroe? Un attore o un politico? Un prete o un guaritore? Un sant’uomo, come vuole il padrone di casa, o un impostore, come vuole il resto della famiglia che lo ospita? Un mistificatore o un uomo consapevole delle mistificazioni altrui? Il suo ingresso, all’inizio del terzo atto, fa l’effetto di un’apparizione insolita capace di zittire l’intera casa, arrestare il ritmo della commedia. Lo spazio del palcoscenico sembra ingrandirsi per contenere, insieme alla nostra curiosità, le poche, lente, sillabe dell’ospite che non abbiamo mai visto ma che è stato preceduto dalle tante parole dette su di lui. Chi è Tartufo? Forse l’essenza stessa, ultima e malata, del male. Per cogliere la natura di questo personaggio dobbiamo cercarla dentro di noi.
LA STORIA DI FRANCESCO

Liberamente tratto da La sapienza di un povero di Éloi Leclerc, lo spettacolo racconta l’ultimo periodo della vita di Francesco, quando il Santo entra in crisi e va a rifugiarsi su un eremo, con alcuni frati suoi amici, molto preoccupati per lui. Cerca di ritrovare il suo rapporto con Dio, lotta con sé stesso, cerca di allontanarsi dai nuovi sentimenti che animano la sua comunità: ogni giorno è più difficile rinunciare a tutto per essere coerenti con la Regola e lui fa la guerra a chi vuole possedere cose e beni. Predica e impone l’essenziale. Per la prima volta Francesco mette in dubbio la sua fede mentre incentiva quella degli altri, e anche Chiara lo raggiunge per aiutarlo. Il suo amore per la natura, la ricerca dei percorsi più impervi, l’adorazione delle avversità atmosferiche, racconta l’incontro dell’ecologia interiore con l’ecologia esteriore e il rapporto tra Cielo e Terra, da cui nascono tutte le cose. L’universalità del suo messaggio d’amore, l’umiltà e i temi legati alla spiritualità, alla compassione e alla ricerca di significato nella vita, toccano sempre più il cuore di persone di diverse culture e tradizioni religiose. I valori promossi da San Francesco, come la fraternità, la pace e la giustizia, sono universali e possono risuonare come attuali lezioni di vita.
L’ARRAGO

È la storia di una banda di amici, o gang di bulli, che dir si voglia, della violenza mitizzata e praticata che si portano dentro e di quella di un mondo adulto e sordo che pensa di poterli curare, senza saper ascoltare. Si parte da “Arancia Meccanica”, il grande classico contemporaneo di Anthony Burgess, terrificante e meraviglioso a un sol tempo, per vivere attraverso i racconti dei ragazzi di strada, una Bari cruda, contemporanea, alterata. Una città qualsiasi, che come tante altre, potrebbe facilmente fare da sfondo a episodi come quelli delle tragiche cronache più recenti.
L’ELEFANTINO

Bubu è l’unico maschietto della famiglia e le sue sorelline sono troppo piccole per accudire alla casa, così mamma e papà hanno dato a Bubu l’incarico di lavare tutti i calzini della famiglia. È un lavoro noioso e Bubu, mentre lava, si racconta una storia. Come per magia i calzini prendono vita e si trasformano in animali della giungla che ci racconteranno di come il piccolo elefantino dal piccolo naso, dotato di un’insaziabile curiosità, fu il primo di tutti gli elefanti ad avere la proboscide e di come scoprì quanto gli fosse utile. L’elefantino incontrerà animali di tutti i colori e di tutte le dimensioni, ma soprattutto incontrerà canzoni, perché ogni calzino ha un suono che fa cantare. Sono suoni che ricordano l’Africa, voci che lasciano immaginare la terra, gli alberi o l’acqua verde e limacciosa del fiume. La storia raccontata dall’elefantino è tratta molto liberamente da un racconto di Rudyard Kipling. Immaginazione, sorpresa, curiosità e musica sono gli elementi che animano questo racconto.
STORIA DI UN NO

Storia di un no racconta di Martina che ha 14 anni, una pianta carnivora di nome Yvonne e delle cuffiette bianche. Martina non ha vestiti firmati, non ha il motorino e non ha la mamma. Racconta del papà di Martina e di Alessandro di cui Martina s’innamora praticamente subito. Almeno così lui dice. E’ la storia di un incontro, di un primo bacio che non è come era stato sognato, ma che è bello lo stesso, di famiglie che non sono come le vorremmo, della necessità di considerare l’altra metà della coppia come essere funzionale a noi e ai nostri bisogni… E’ la storia di Martina che sceglie di pensarsi intera e quindi dice basta, creando con la sua consapevolezza una reazione a catena in grado di cambiare le cose.