SECONDO PINOCCHIO

Pinocchio, legato al collo da una catena, ulula al pari di un cane. Alle sue spalle, il burattinaio lo libera ricordandogli che la scena che lo vede braccato dal contadino è stata tolta dal copione. Dal principio si chiarisce quale sarà la cifra dello spettacolo: la finzione è scenicamente dichiarata. Questo permetterà al protagonista di vivere apertamente una relazione giocosa e spontanea con gli animatori. Pinocchio decide di raccontare alcune parti della sua storia e di rappresentarne altre, usando come controfigura una marionetta di legno, che nascerà in una delle prime scene, quando il falegname Geppetto, creerà il suo straordinario figliuolo, già dispettoso e pieno di vita. Quest’ultimo per andare incontro al babbo, affronterà il mare in tempesta scampando alle fauci del pescecane; approderà naufrago sull’isola delle api industriose, dove incontrerà il suo doppio, con il quale parlerà in segreto, come davanti allo specchio. Presto, gli affanni del padre saranno simili a quelli dei due animatori che si ritrovano a correre dietro Pinocchio e a fare mille raccomandazioni puntualmente trasgredite dal monello di legno. Gli animatori sono anche interpreti di alcuni personaggi come il gatto e la volpe, il guidatore del carro e la fatina che prepara la medicina. In questa versione si è scelto di raccontare le vicende più salienti tra le innumerevoli del romanzo originale. Attraverso l’utilizzo degli espedienti teatrali appena descritti, le emozioni e i sentimenti di questa bella storia, sono continuamente attraversati, facendone affiorare l’aspetto paradossale, che suscita ilarità, e al tempo stesso realistico, capace di commuovere. Al finale è riservata la sorpresa di scoprire come accade che Pinocchio diventa un bambino in carne ed ossa.

APPUNTI G

È un ironico e dissacrante spettacolo sulla sessualità. In scena tre note attrici comiche di generazioni differenti, Alessandra Faiella, Rita Pelusio, Lucia Vasini e la giornalista del Corriere della Sera, Livia Grossi. Quattro donne per uno spettacolo che tra monologhi e pezzi corali, un’irresistibile ricetta afrodisiaca e una pagina di cronaca, s’interroga su pregiudizi e luoghi comuni, un viaggio nell’universo sessuale femminile dove risate e informazione diventano la miscela esplosiva per riflettere su un tema dalle mille sfaccettature e implicazioni: dall’accettazione di sé ai ruoli imposti, dal poetico mito della “prima volta” alle sperimentazioni erotiche over 60, ma anche la nuova frontiera dei sex robots e dei chirurghi plastici, prostituzione e diritti negati. Nessun “monologo (corale) della vagina”, piuttosto un‘escursione nelle nostre viscere perché a distanza di 50 anni dalla rivoluzione sessuale la deriva conformista è in agguato, e forse una lucida e consapevole risata la seppellirà.

ORLANDO FURIOSAMENTE SOLO ROTOLANDO

Camicia bianca, una tromba e uno sgabello: è tutto quel che serve per raccontare le vicende dei paladini di Carlo Magno e dei terribili saraceni: accampamenti, cavalieri, dame, duelli, incantagioni, palazzi, armature, destrieri… Un vortice di battaglie ed inseguimenti il cui motore è sempre la passione, vera o presunta, per una donna, un cavaliere, un ideale. Riscoprire il piacere della fabulazione e della fascinazione della parola, il senso di ascoltare delle storie e di ascoltarle assieme ad altri. Arte un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata. Così le parole dei canti e delle ottave di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti.

PULCINELLA CAVALIERE PER ERRORE

Il re, vittima di un incantesimo di una strega molto malvagia, si prepara alle nozze con essa, fissate per il giorno dopo. A palazzo sono tutti disperati per la cattiva sorte del re e di tutto il regno. Il mago di corte, interpellato dal ciambellano, prevede solo una possibilità per sconfiggere la strega e salvare re e regno: il cavaliere bianco. Intanto, in paese, Pulcinella con la banda dei “Chiaconi” suona una serenata alla bella Teresina, vorrebbe da lei una prova d’amore, ma Teresina è restia e si mantiene sulle sue, tanto più che ha un altro corteggiatore. Il ciambellano si imbatte in Pulcinella e credendolo il cavaliere bianco, lo incarica per la missione importante e l’accompagna nell’antro dove vive la strega… Fra canzoncine, lazzi, equivoci e bastonate il divertimento è assicurato.

HOPUSLEPUS

Una vecchia soffitta; antichi mobili impolverati e contenitori nel buio. Eppure, nell’oscurità, qualcosa si muove; si ode una musica. Uno strano personaggio suona il contrabasso e, nella penombra, delle vecchie bambole si animano e iniziano a danzare. Nella soffitta si crea così un momento sospeso tra musica e magia: il contrabbassista si rivela un mago e gli oggetti trovati in soffitta, a volte sorprendenti, a volte magici a loro volta, danno vita a danze e giochi di prestigio. HopusLepus è uno spettacolo un po’ trasognato, ambientato in un tempo sospeso, che vuole regalare un momento di stupore e incanto ai bimbi ma, anche, al bimbo che resta sempre vivo in ogni adulto, anche se talvolta relegato in un angolino dell’animo.

HANDS JAZZ TRIO

Soulful con alto tasso melodico, potrebbe essere la definizione di questo lavoro piacevole e di qualità, firmato da Hands Jazz Trio, ovvero Antonio Tosques, Marco Contardi e Leo Marcantonio. Il disco, che come recita il titolo Our favorite standards & other, vuole essere una rivisitazione, chitarra-hammond-batteria, di standard noti e meno noti e allo stesso tempo un punto di vista originale tagliato attraverso due brani firmati da Tosques e Contardi: For Jim e Hands Blues.

L’ACQUA CHE TOCCHI

I sogni.La curiosità.L’acqua che tocchi.Leonardo immenso, meraviglioso, misterioso, incompiuto, inaffidabile e libero.Leonardo pittore, ingegnere, architetto, scienziato, anatomista, botanico, filosofo.Leonardo che coglie nell’acqua una metafora della vita e del tempo.Un disegno a mano libera del suo mondo.Della sua vita di luci e ombre.La sua osservazione della natura.Lorenzo de Medici.Caterina, sua madre.La pittura.La luna.L’acqua.L’uomo vitruviano.Il volo.Un viaggio nel mondo misterioso di uno dei più grandi geni della storia dell’umanità.Unico e irripetibile.Inquieto e ossessionato da tutto.Il discepolo dell’esperienza.L’uomo che ha dato un contributo immenso alla contemporaneità, al nostro mondo. Danza a terra e in aria, prosa, musica, luci, proiezioni, fanno di questo spettacolo un breviario di intensa emozione che, a volo basso, attraversa un secolo di storia, un tempo di grandi trasformazioni e di rivoluzionari visioni del mondo e dell’universo.Nell’attesa di un nuovo umanesimo, ci godiamo la bellezza di opere artistiche e d’ingegno che hanno reso la nostra terra protagonista assoluta di grandi sconvolgimenti, nella ricerca delle risposte ai misteri del mondo, alle risposte disattese di un uomo nuovo che stiamo ancora aspettando.

PAROLE DATE

In “parole date” ripercorro alcune storie che mi hanno attraversato in più di dieci anni.Racconto della vita in miniera; mi confronto anche con storie lontane nel tempo e nello spazio come la storia di un popolo in cammino; attraverso la dura vita del lavoro nei campi, i persi nelle campagne, gli ultimi, il caporalato. Ed infine racconto di una favola che mi folgorò in una sera di inverno.“Parole date” è anche il racconto del perché certe storie diventano necessarie al punto che ce ne dobbiamo liberare nella condivisione di un momento teatrale.Un viaggio che diventa suo malgrado una riflessione su come le storie ci abitano e determinano il nostro modo di stare al mondo. Una riflessione sul senso ultimo del raccontare.

IL DIO BAMBINO – Reading

Scritto nel 1993 da Giorgio Gaber e Sandro Luporini, il monologo Il dio bambino prosegue e approfondisce, dopo Parlami d’amore Mariù e Il Grigio, il particolarissimo percorso teatrale del Gaber di quegli anni.Esempio emblematico del suo “teatro di evocazione”, Il dio bambino racconta una normale storia d’amore che si sviluppa nell’arco di alcuni anni e dà agli autori l’occasione di indagare su l’Uomo, per cercare di capire se ce l’ha fatta a diventare adulto o è rimasto irrimediabilmente bambino, un bambino che si vanta della sua affascinante spontaneità invece di vergognarsi di un’eterna fanciullezza.Il reading Il dio bambino è contrappuntato da frammenti di canzoni di Giorgio Gaber, che guidano lo spettatore nell’interpretazione di un racconto di tragicomica, potente contemporaneità.La regia di Giorgio Gallione, prezioso motore di una rinnovata vita scenica del teatro di Gaber (recente il suo applauditissimo Il Grigio con Elio), valorizza l’attualità e l’empatia di questo testo, trovando un perfetto connubio con l’interpretazione di Fabio Troiano, talentuoso e versatile attore di teatro, cinema e tv, abile nell’attraversare con analogo successo testi comici e intimisti, qui atteso a una funambolica prova d’attore.