MOGOL RACCONTA MOGOL

Mogol, il più grande poeta del Novecento come definito dai più eminenti critici, si racconta in uno spettacolo tra musica e parole accompagnato da un trio capitanato dal cantautore e interprete salentino Michele Cortese, vincitore nel 2008 della prima edizione di XFactor con Aram Quartet e duplice vincitore del Festival internazionale della canzone di Viña Del Mar in America Latina nel 2015. Un viaggio musicale, quello condotto da Mogol tra aneddoti e retroscena emozionanti, che ripercorre la storica collaborazione con Lucio Battisti insieme ad altri grandi successi scritti per tanti artisti che hanno segnato le pagine più importanti della musica leggera italiana.
CE LA FARÒ ANCHE STRAVOLTA

Lo spettacolo fa parte degli Stand Up Comedy. Emanuela Aureli, nota imitatrice e personaggio molto amato dal pubblico, si esibirà in un monologo comico accompagnata solamente da un chitarrista, il bravissimo Giandomenico Anellino. La nostra protagonista avrà modo, durante il suo One Woman Show, di esprimersi in tutta la sua bravura e la sua simpaticissima ironia, raccontandoci la storia della sua carriera, sin dagli inizi, con una serie di aneddoti buffi spesso legati alla sua fisicità. Emanuela si diverte e ci diverte, con molta autoironia, a prendersi in giro intrecciando la sua vita privata, a partire dalla nascita, a quella del lavoro. Una ragazza piena di complessi, anche se si esibisce con un pianista solo, che trasforma le sue goffaggini in un punto di forza tanto da conquistare il grande pubblico e gli addetti ai lavori, cosa notoriamente molto rara! Ne scaturiscono esilaranti battute, gag, imitazioni, storielle paradossali, talvolta appoggiate anche dall’eclettico Anellino pronto a far da spalla alla nostra protagonista. Non ultime le doti vocali di Emanuela che potremo apprezzare ascoltando celebri canzoni che ci canterà approfittando delle sue deliziose imitazioni! Insomma se volete sapere perché Emanuela ha sviluppato il suo grande orecchio, che è il motivo principale della sua carriera, non vi resta che venire a teatro, anzi in tutti i teatri d’Italia dove potrete ammirare dal vivo in un colpo solo la nostra fantastica Emanuela Aureli e tutti i suoi personaggi che sono tantissimi, un vero e proprio condominio di gente affollata in una persona sola… e gestire un condominio non è semplice, tra riunioni, lamentele e dissapori talvolta i condomini ti stravolgono le giornate, ma vedrete… Emanuela ce la farà anche stRavolta!
A PART OF ME

L’esperienza vissuta in questi ultimi anni con il lockdown ha ispirato il pianista Mirko Signorile a comporre nuovi brani intrisi di poesia, lirismo e spiritualità. “A part of me” è un concerto sognante che sospende il tempo per far spazio ad una narrativa musicale sobria, dove il necessario diventa il focus e il climax dell’intera performance. Atmosfere di new classicismo e jazz pervadono i tasti bianchi e neri ed incontrano i suoni elettronici del synth che fa da tappeto e collante delle diverse storie musicali. Un concerto da vivere tutto d’un fiato, magico e cinematografico.
ZORRO

Uno spettacolo interpretato da Sergio Castellitto, un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e nel mentre riflette sul significato della vita. Un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone “normali”. Capace di restituire attraverso una sorta di “filosofare” allegro e indefesso il “sale della vita”, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza. Uno spettacolo tragicomico ed emozionante.
QUASI AMICI

Quasi Amici è una storia importante, di quelle storie che meritano di essere condivise e raccontate. Anche con il linguaggio delle emozioni più profonde: quello teatrale. Un adattamento per il teatro del soggetto e della sceneggiatura di Quasi amici è affascinante perché permette di dilatare, in drammaturgia teatrale, quelle emozioni che nascono per il cinema con un altro linguaggio, non solo visivo, ma anche filmico. È straordinario raccontare ancora più nell’intimità delle parole, degli scambi, delle svolte narrative, delle luci, dei movimenti, che solo una drammaturgia teatrale può cogliere e restituire, dando il senso profondo di una grande amicizia in fieri. Osservando poi il percorso che compiono i due protagonisti per crescere, ognuno nella rispettiva vita e in quella dell’altro e di come uno diventi assolutamente necessario all’altro per poter proseguire indenne, o quasi, il proprio cammino su questa terra.
IL MEDICO DEI PAZZI

Scarpetta porta in scena con cinismo quell’avvertimento del contrario che per Pirandello era la comicità. Dice di farlo solo per “l’amato pubblico” che assiste ai propri vizi e se ne sente ristorato. La giocosa spietatezza di Scarpetta reintroduce la catarsi del teatro. Ne il medico dei pazzi uno “straniero”, un babbeo, il cafone Sciosciammocca precipita nel mondo di città che lo circuisce e spiazza. É così che le legittime ma inesauste ambizioni dei cittadini finiscono per apparirgli come pericolose follie. Sottile satira di costume? Macché! È solo per riderne. La denuncia dei nostri vizi è un calembur, l’affanno delle nostre aspirazioni un intrattenimento. Triste per cui assolutamente divertente.
LA CORSA DIETRO IL VENTO

Sotto il palazzo in cui abita un grande scrittore, piove dall’alto nel cuore della notte una pallottola di carta. Che cosa conterrà? Appunti senza importanza o versi indimenticabili da salvare? Da questo affascinante spunto, tratto da un racconto di Dino Buzzati, prende il via il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Gioele Dix La corsa dietro il vento. Ambientato in una sorta di laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria, lo spettacolo attinge dal ricchissimo forziere di racconti del grande scrittore bellunese – tra cui le celebri raccolte Sessanta racconti, Il colombre e In quel preciso momento – e compone un mosaico di personaggi e vicende umane dove ognuno di noi può ritrovare tracce di sé. La corsa dietro il vento è un inedito viaggio teatrale grazie al quale Gioele Dix, ispirandosi a personaggi e atmosfere buzzatiane, parla (anche) di sé, dei suoi gusti, delle sue inquietudini, delle sue comiche insofferenze con l’ironia e il gusto del paradosso cui ha abituato il suo pubblico, condividendo il palcoscenico con Valentina Cardinali, giovane attrice talentuosa ed eclettica.
TRAPPOLA PER TOPI

Il 25 novembre 1952, all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta “Trappola per topi” di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi… “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché. Nonostante l’ambientazione d’epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono essere vissuti come contemporanei, senza obbligatoriamente appoggiarsi sul già visto, un po’ calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e tè. I personaggi di Trappola nascono ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. In questo la scelta di Lodo Guenzi come protagonista è emblematica, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza. Come sempre: metodo e follia. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico. Giorgio Gallione
ALESSANDRO

Alessandro è il racconto della vita, delle imprese, delle opere di un intellettuale straordinario. È racconto di un giovane che sceglie di tenere gli occhi aperti sulla realtà che lo circonda, di dedicare la propria vita a donare luce a quello che rimane oscuro e nascosto nei luoghi più terribili, d’impegnarsi a smontare gli stereotipi e le frasi fatte con cui allontaniamo da noi i drammi che percorrono il nostro presente, di stare sempre e comunque dalla parte degli “Ultimi”. Alessandro è Taranto. Alessandro è viaggio nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne. È viaggio infaticabile nei luoghi delle frontiere e dei muri. Alessandro è meraviglia di fronte a un quadro. È pratica altissima di una “pietas” dello sguardo. Alessandro è un compagno di viaggio in questi tempi difficili, una fonte inesauribile d’ispirazione. Alessandro è teatro pulsante, dove memoria, presente e utopia non sopportano mai, come in tutta la sua opera, di essere separati.
ITALIA MUNDIAL
Federico Buffa, assieme al pianista Alessandro Nidi, porta sul palco una delle sue storie più belle: ItaliaMundial. Il giornalista e volto noto di Sky racconta l’indimenticabile vittoria della Nazionale Azzurra ai mondiali di calcio che si tennero in Spagna nel 1982.L’Italia più amata di sempre vince il Mondiale più bello. I gol di Paolo Rossi, l’urlo di Marco Tardelli, le parate di Dino Zoff, la pipa di Enzo Bearzot, la notte magica del Bernabeu, le braccia al cielo del presidente della Repubblica Sandro Pertini rivivono nell’inconfondibile voce di Federico Buffa ma soprattutto quel patrimonio di aneddoti e “storie parallele” che rendono unici i monologhidi questo formidabile storyteller. “Buffa è un formidabile storyteller, un narratore di storie che si diramano per mille rivoli. O meglio, i racconti di Buffa hanno una struttura ad albero: il tronco è il calcio, i rami sono le connessioni che via via prendono corpo attraverso associazioni, link, collegamenti, divagazioni. A differenza di alcuni giornalistisportivi che in passato amavano esibire il loro sapere di fronte a una platea non particolarmente attrezzata, Buffa sa che cultura è innanzitutto fare bene le cose, coltivare i dettagli (magari con alcuni vecchi LP)“. (Aldo Grasso)