NON TUTTI SANNO CHE… DALLA BASSADANZA

Non tutti sanno che… è un racconto, un viaggio, una scoperta, che porta a visitare i meandri complessi, colorati e inaspettati della creazione artistica: come si arriva a decidere che una cosa vada bene piuttosto che un’altra? come si arriva a dire, “Ecco!”?Non tutti sanno che…dalla Bassadanza è una presentazione speciale creata appositamente per Blow Up e l’abbinamento con lo spettacolo Fresh Show 7.0, per giocare con gli estremi temporali della danza: una lezione alla scoperta dei principi fondanti della danza del ‘400, talmente importanti da muovere anche figure quali Lorenzo il Magnifico, e sorprendentemente ancora presenti nella più contemporanea e urban delle creazioni di questo millennio.
LE MACCHINE DI ULISSE

Durante i 4 giorni di festival l’attore cimenterà, davanti la Torre Civica, nella costruzione di un “cavalluccio” di Troia.A compimento dell’opera varcherà la scena con lo stesso cavalluccio con una pièce tragicomicoscientifica sulle “macchine di Ulisse”, un excursus sulle tecnologie che gli antichi greci hanno immaginato, inventato, a volte realizzato e utilizzato…e che in alcuni casi utilizziamo tutt’ora. Un modo diverso e appassionante di raccontare la storia e il mito, da Epeo, costruttore del cavallo di Troia fino ad Efesto dio dell’ingegneria.
CONCERTO DI MUSICA ELETTRONICA CON JAM SESSION LIVE E PROIEZIONI MITOLOGICHE

Lastfloor studio è uno studio di registrazione e una web radio. I fondatori, Bento Barletta e Bartolo Longo, propongono serate che coniugano live set di musica elettronica e jam session con fiati e percussioni. A far da scenografia le proiezioni video di “Mammamia” create appositamente per ogni evento e quindi differenti per ognuno di loro.
DISCORSO SUL MITO: IL RITORNO DI ULISSE IN PATRIA

Il ritorno di Ulisse in Patria si inserisce in un più ampio progetto di racconto che si chiama discorso sul Mito: un solo attore, accompagnato da un musicista, fa rivivere attraverso il racconto orale le vicende della mitologia classica restituendo uno sguardo talvolta impietoso, talvolta divertito sull’umanità e sul presente.Ognuno può riconoscersi nei sentimenti e nelle azioni dei protagonisti delle storie – dèi ed eroi ma non solo. discorso sul Mito mette in scena passioni, sentimenti, avventure, disavventure, amori, metamorfosi e ci racconta tutti così come siamo: coraggiosi e codardi allo stesso tempo, avventurieri e vittime delle nostre più intime paure. È il racconto dell’umanità attraverso il filtro di storie antichissime.Il capitolo del progetto intitolato Il ritorno di Ulisse in Patria affronta la storia delle storie: quell’Odissea che continua a parlarci e a rappresentarci attraverso le gesta dei suoi protagonisti e attraverso le riscritture dei poeti di ogni epoca.Un viaggio della memoria che tiene conto delle infinite possibilità offerte al lettore e allo spettatore da tutte le versioni del mito. Il racconto si sviluppa attraverso la descrizione delle vicende di Ulisse secondo la tradizione omerica senza dimenticare altre versioni di questa storia immortale e il punto di vista degli altri protagonisti, da Penelope a Circe, da Telemaco ai Proci, a Laerte.
STRANGER IN A STRANGE HOUSE

What do we gain and what do we lose, when we find ourselves in another culture? How find the way back home, and to which home? Traveling between autobiographical reflections and characters from Homer’s immortal Odyssey, the artist navigates the condition of the stranger. Not just movements on the planet, but also movements in time can alienate you from yourself. In two languages and multiple perspectives, he explores language as comfort and nemesis, source of tragicomic misunderstandings, explores the condition of finding yourself perennial stranger. Welcome back Odysseus! When are you leaving?
ULISSE E IL FOCOLARE ESILIO

Che cosa si guadagna, e che cosa si perde, quando si trova in un’altra cultura? Come trovare la strada che porta a casa, e a quale? Viaggiando fra riflessioni autobiografici e personaggi dell’onnipresente Odissea, l’artista naviga la condizione dello straniero. Non solo spostamenti geografici, ma anche temporali, ti possono estraniare a te stesso. McNeer esplora la lingua come conforto/nemico, fonte di malintesi tragicomiche, e sulla questione di sentirsi perennemente Altro.Benvenuto Ulisse! Quando te ne vai?
LOVE’S KAMIKAZE

Tel Aviv 2005: due giovani rappresentanti di due popoli, Naomi, ebrea, e Abdel, palestinese, si amano cercando di dimenticare la sporca guerra e, nello stesso tempo, confrontano e discutono le due civiltà e le diverse motivazioni che animano le due parti. Qui, tra un amplesso e l’altro, i due giovani mettono a confronto le loro civiltà divise, toccando, ognuno dal proprio punto di vista, i tanti punti che separano i due popoli, fino alla più amara delle consapevolezze. Una conclusione tanto inaspettata quanto dotata di tragica verosimiglianza e di emblematica forza dimostrativa suggella lo spettacolo. Interpretato da Giovanna Lombardi e Claudio Contartese, per la regia di Mila Moretti, il testo è scritto da Mario Moretti, drammaturgo, attore e regista teatrale, animatore di alcune fra le più fertili realtà teatrali e culturali italiane come il “Teatro Tordinona”, “Il Caffè Teatro” di Piazza Navona, il Teatro in Trastevere e nel 1982 con Lorenzo Salvati l’Accademia del Teatro dell’Orologio, dove ha ricoperto il ruolo di direttore artistico e docente di drammaturgia. Sua figlia Mila porta avanti con la stessa passione del padre la ripresa di questo spettacolo, tristemente attuale, difendendo i Juliet and Romeo di sempre e per sempre. «Non possiamo sposarci, Naomi» sentenzierà amaramente Abdel e al gesto purificatore e idealista con cui lanciano il loro paradossale messaggio di pace: «Perché è sempre con i corpi che si scrivono le rivoluzioni!».
The RING

The RING è un gioco coreografico, un luogo dove muovere una passione. In uno spazio specifico, il Ring, camminando, correndo e poi danzando, l’esercizio diventa un gioco in cui progressivamente evolve una grammatica del movimento. Da una semplicità esplode un Caos in cui lo spettatore può trovare delle singolarità e quindi perdersi nella ricerca di un senso o in una semplice osservazione. Pratica che Romano studia e cambia a seconda dei gruppi, dei luoghi e del contesti che incontra, una sorta di lezione sulla grammatica del movimento che è diventato un lavoro scenico dal titolo LOVE YOU con Il Balletto Teatro di Torino. The RING è un incontro, un mondo ideale, è l’esplosione di un desiderio.
HOW TO – just another Boléro

Le celeberrime note del “Boléro” di Ravel hanno ispirato i due autori nel creare un mutevole paesaggio di corpi all’interno di uno spazio limitato e confinante. I due performer, come animali in cattività, sono forzatamente costretti in una gabbia priva di sbarre, divenuta familiare e casalinga. I due sembrano aver dimenticato la propria natura, i rispettivi ruoli e le norme di comportamento per una pacifica coesistenza. Quasi totalmente denudati dei propri abiti terreni, i due sono destinati alla ripetizione delle medesime azioni, in un goffo loop di tentativi e sbagli. Un ritratto degli odierni tentativi di re-imparare COME ci si comporta, ci si tocca, ci si aiuta, ci si ama…tra toni a volte drammatici e a volte ironici.
W am I

W am I é una performance, un oggetto, uno spazio sicuro, un corpo, un’anima, un essere umano, un’esperienza ibrida e inclusiva per affermare un’identità non stereotipata. Le 5 W (Chi, Cosa, Dove, Quando, Perchè) sono le domande che fanno da ancora al processo creativo a cui il performer risponderà con delle pratiche interdisciplinari collegate all’utilizzo del corpo. Attraverso il movimento, la ripetizione, e lo sfinimento fisico, l’autrice e performer ricerca una fisicità genderless per rivelare un’identità che vada ad alterare l’idea del costrutto sociale di genere. Con la speranza di contribuire a rimuovere gli stereotipi di genere, amore e identità.