UNA MELA SUL MOLO

Una passione per il teatro di figura e per Pulcinella in particolare nata dal racconto del padre, sbarcato dopo tanti anni di guerra, nel porto di una città  distrutta ma vitale. La passione per il teatro nata per caso e alimentata giorno per giorno da un rapporto speciale con il pubblico più esigente. Quello dei bambini… Questi gli ingredienti principali di una scelta artistica che è anche una scelta di vita…

MI CHIAMAVANO IL FEROCE SALADINO

Potrebbe sembrare un nomignolo simpatico quello che mia madre mi diede da bambina per sottolineare la mia vivacità. E in effetti, tutti in famiglia mi chiamavano “simpaticamente” così. Quando mi vedevano arrivare, dicevano: “mo’ viene il feroce saladino!”… In realtà, pare che fosse drammaticamente vero: non ero solo una bambina vivace. Ero una bambina feroce. Avrei potuto essere una Kickboxing, una lottatrice greco romana ma ho fatto l’attrice. Ho preferito salire sul ring dello spettacolo e tutta la mia grinta l’ho tradotta nelle caratterizzazioni dei personaggi che interpreto. Il palcoscenico diventa spazio vitale entro il quale comunico il mio essere, la mia voglia di vivere e di comunicare con la gente cercando di dare il meglio di me. E sotto la brace della mia “vivacità” c’è la voglia di abbracciare il mondo.  “Mi chiamavano il feroce Saladino” più che uno spettacolo è un raccontare me stessa con tutte le spigolature del mio carattere, della mia indole, della mia creatività, ma anche della mia della mia esperienza di donna e di attrice e se mi posso permettere, anche della mia dolcezza quando, il feroce Saladino si assopisce con il calore del pubblico.

UN UOMO RIDICOLO

Io sono un uomo ridicolo. Lo so. Sono in molti a pensarlo. Lo so. Io per primo riderei di me stesso. E ridendo mi direi “Quanto sono cretino!” Mi sembra un buon inizio però! No?! A questo punto voi mi direte, cosa potrebbe mai insegnarci un uomo così ? Nulla infatti, lo faccio solo per soldi. Scherzo naturalmente! Ve l’avevo detto che ero cretino! Avete visto che non scherzavo? Bene. Io sono sempre stato ridicolo, fin da quando ero piccolo. Sono nato proprio così. Poi però  qualcosa è cambiato nella mia vita ed adesso voi mi vedete (su in foto) così bello, ma in realtà sono sempre il cretino di prima, con una, come dire, con una “cosa” in più: io ora sono felice. Ed è proprio questo che voglio raccontarvi, di come lo sono diventato. Ci state? Dovete dire per forza di si… È inutile che ci pensate. Io non so se si può insegnare la felicità, però sono certo che la si può raccontare. E se a raccontarla è “un uomo ridicolo ma felice” forse si può anche trasmettere? Boh! Io non vi prometto niente ma mi sembra un occasione da non perdere, no… No?! Ps. Niente di personale eh… è tutto ispirato a “Sogno di un uomo ridicolo” di Dostoevskij.

RIDERE È UNA COSA SERIA

Che ruolo può avere la comicità, in particolar modo la comicità femminile, nella lotta alle disparità e alle discriminazioni? Contrariamente a quanto si crede, la comicità è la forma di comunicazione più seria, perché scava a fondo e fa a pezzi pregiudizi e tabù. All’interno di questo appuntamento Daniela Baldassarra proporrà diverse riflessioni culturali utilizzando il linguaggio dell’ironia e del sarcasmo, e alternerà brevi monologhi a momenti di confronto col pubblico. Un percorso ad ostacoli che spazierà dalla psicologia, alla religione, alla letteratura, con passaggi inaspettati e scoppiettanti e con un occhio di riguardo alle differenze di genere e alle minoranze, tematiche centrali dei suoi lavori.

BOH!

Mi sono sempre chiesto perché si decide di fare l’attore che è uno dei mestieri più precari. E, l’unica risposta sincera e non retorica, è stata : BOH! Nel senso che non lo so! Nel mio intervento, per dare una risposta  “personale”al quesito, regalerò al pubblico, i monologhi che hanno caratterizzato e segnato la mia esperienza di lavoratore dello spettacolo, con la qualifica : attore di prosa. Proporrò i miei metodi, le mie tecniche, considerandole parte integrante e fondamentale del processo di simulazione che il “teatro” richiede. L’ obiettivo di questo lavoro è ri-cercare, valutare e sintetizzare le mie principali evidenze bibliografiche. Conclusioni. Il lavoro sarà sviluppato e proposto attraverso vari monologhi : Il monologo più recitato, il monologo che ha ricevuto più applausi, il monologo che più mi ha divertito, il monologo che mi ha dato più soddisfazione, il monologo che … vorrei tanto interpretare. D’altra parte, un attore, può esprimersi solo recitando e cercando nella “falsità” di essere “sincero”. Roberto Petruzzelli

QUESTO NON È UNO SPETTACOLO

Sono nata il 21 ottobre 1982. Quest’anno festeggio i miei 40 anni. Se la vita fosse uno spettacolo, quest’anno dovrebbe essere il punto più alto. Quale miglior momento per raccontarmi, se non alla mezzanotte del mio quarantesimo anno di vita? Prometto una confessione laica, spudorata, senza maschera, con torta e candeline. E dato che di vita si tratta, non di teatro, questo non è uno spettacolo. E’ una festa, a cui siete tutti invitati.  

QUESTA SERA SI RIDE A SOGGETTO

Nico Salatino, artista, con 54 anni di mestiere vuol offrire tanti aneddoti storici, di costume e società, di cabaret (quello vero, de “i Gufi” che prendeva piede a fine anni ‘50). Dal ’60 viene chiamato di notte (alle 2) da Rai2 e catapultato in prima serata e di lì nacque il Nico Salatino. Da Milano però aveva nostalgia di tornare a Bari e ci torna all’aprirsi de “il Purgatorio”.Era l’epoca dei dischi di vinile, che gli ha ispirato molte gag, e ha inaugurato pertanto una comicità che mette a nudo la realtà contemporanea. Oggi continua per la meravigliosa Puglia, e per Bari con il suo lungomare unico. Ha scritto moltissime canzoni famose dedicate a Bari (come “Bari amòrmì”, “Malanconì”), in dialetto, in quanto a suo dire il dialetto è poesia pura.

FAUN*

Lo stato di “limbo” tra il reale e l’immaginario, tra fantasie erotiche e sobria realtà, descrittoda Mallarmé nel suo poema L’après-midi d’un faune, ispirarono VaslavNijinsky nellacreazione dell’omonima e rivoluzionaria coreografia del 1912. Da allora, il tema è statointerpretato artisticamente più volte. Il fascino che esso esercita ispira oggi anche il coreografo Mauro de Candia ad esplorare ed a portare in scena questa figura “metà animale e metà umana”. Nella sua nuova creazione dal titolo FAUN*, il coreografo si avvicina con cautela all’essenza misteriosa di questa sensuale creatura della natura, che brama la realtà per rintracciare e liberare il proprio potere dinamico. Sono i vari stati del corpo e dell’animo del fauno, le sue metamorfosi, che interessano de Candia e che lo inducono a domandarsi: non c’è forse un fauno in ognuno di noi? Non è forse anche un’allegoria del nostro tempo, in cui i corpi e le loro identità vengono reinventati e riesplorati?

UOMO E GALANTUOMO

Uomo e galantuomo è il primo testo in tre atti di Eduardo, scritto nel 1922. Meccanismo comico straordinario, narra la storia di una compagnia di guitti scritturati per una serie di recite in uno stabilimento balneare. Proverbiale la scena delle prove di Mala Nova di Libero Bovio, in cui un suggeritore maldestro, continuamente frainteso dagli attori, ne combina di tutti i colori. Poi gli intrecci amorosi si mescolano alla finta pazzia, unica via per evitare duelli e galera.

ZIO VANJA

In una tenuta di campagna c’è una tavola apparecchiata per il tè sotto ad un vecchio pioppo.  Poco più in là, dondola un’altalena. L’atmosfera tranquilla e serena non rispecchia il tumulto disordinato dei cuori. La vita quotidiana e monotona che Vanja, sua nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov, conducono in quella residenza di proprietà del professor Serebrjakov, viene stravolta dall’arrivo dello stesso illustre accademico e dalla sua bellissima seconda moglie Elena. Questi personaggi non sono eroi o eroine, ma persone semplici che ci raccontano il semplice flusso della vita. Della vita di tutti noi. Ed è per questo che ci sentiamo così vicini ed empatici a queste anime smarrite. Le loro passioni sono le nostre passioni, i loro slanci, le loro delusioni sono le stesse emozioni che accompagnano la nostra vita. Ogni personaggio insegue un proprio pensiero, una propria ispirazione. Ognuno declama i propri sogni, le proprie sofferenze, che non si incontrano però mai con quelle degli altri personaggi.