HISTORIA – TANGO NUEVO AI CONFINI DEL JAZZ

Historia è fusione di poesia, musica e danza. Protagonisti sei musicisti uniti dalla passione per un sound raffinato e la vocalità di una straordinaria interprete, il sentimento travolgente del ballo a due, il racconto di una storia di rivalsa sul maschilismo che incombe nei convertillos della Buenos Aires degli anni ’30. L’idea artistica del m° Daniele Bocchini si ispira all’opera dei due più importanti interpreti di tango del Novecento. Carlos Gardel, il leggendario cantante di tango che ha tradotto in musica e ballo i sentimenti e la passione raccontata nei Caffè della Buenos Aires degli anni ’30, e Astor Piazzolla, uno dei più grandi compositori del XX secolo, riformatore del tango e strumentista d’avanguardia cui si deve la nascita del Tango Nuevo. Il programma musicale di Historia passa così per il son cubano di Miguel Metamoroso, Osvaldo Farrès, Isolina Carrillo fino al pop internazionale di Sting, Steve Wonder, Cher, Pino Daniele, attraverso l’eleganza del Tango, del Bolero latino, del Tango Flamenco. Gli arrangiamenti in chiave jazzistica vogliono appunto richiamare la provocazione stilistica introdotta negli anni ‘60 da Astor Piazzolla, con elementi musicali innovativi capaci di esaltare e ampliare la potenza espressiva del tango moderno. Il sestetto di musicisti insieme alle coreografie della coppia Veera Kinnunen e Samuel Peron, aggiungeranno pathos ed erotica emozione alla potenza espressiva dei brani proposti intercalandosi alla voce che narra la storia.

LA CANTATA DEI PASTORI

“A Messa, o a Teatro!” Questo dilemma, al termine della cena della Vigilia, negli anni passati, metteva in crisi il popolo napoletano. Messa di mezzanotte o “La Cantata dei Pastori”, sempre a mezzanotte, ma a teatro? Peppe Barra è riuscito a mantenere questo appuntamento rituale, questa rappresentazione popolare, per più di quaranta anni. Prima con Roberto De Simone, che l’aveva riscritta come spettacolo della Tradizione musicale Campana, poi con la madre Concetta Barra e Lamberto Lambertini, nei teatri d’Italia e d’Europa, infine da solo per tutti gli anni seguenti. Uno spettacolo che, pur attenendo al poema religioso, al dramma pastorale e alla commedia dell’arte, il popolino aveva trasformato, nel corso del settecento, dell’ottocento e del novecento, in un gustoso e glorioso pasticcio di sentimento religioso e di teatro comico. Peppe Barra, di nuovo insieme con Lamberto Lambertini, la ripropone quest’anno in una nuovissima edizione, per offrire all’affezionatissimo pubblico sorprese continue, colpi di scena imprevisti, risate irrefrenabili e lacrime di commozione, come quando il papà o la nonna decidevano a mezzanotte di optare per il Teatro, portando noi bambini, senza più sonno, ad attendere, tremanti d’eccitazione e anche di paura, che l’enorme sipario si aprisse. Peppe indosserà l’amata maschera di Razzullo, pulcinellesco scrivano, mentre i panni di Sarchiapone li indosserà Lalla Esposito, ricomponendo così la coppia teatrale che ha riscosso tanto successo nella scorsa stagione, per reinventare le buffe vicissitudini dei due poveracci napoletani catapultati in Palestina, dalla fame il primo, dai suoi crimini il secondo, proprio nei giorni dello scontro titanico tra gli Angeli e i Demoni, mentre Maria e Giuseppe cercano un riparo per la nascita del Figlio di Dio.

LIVE TOUR / ORLANDO: LE FORME DELL’AMORE

Il Banco del Mutuo Soccorso, nato nel 1970 dai tastieristi Vittorio Nocenzi e suo fratello Gianni, è ancora oggi un punto di riferimento del rock progressive internazionale. E nonostante i cambiamenti sociali e gli eventi drammatici, non ha perso la voglia di esibirsi dal vivo e “la magia tra chi suona e chi ascolta, è rimasta identica”. Lo storico gruppo ha pubblicato a fine 2019 un nuovo album in studio, “Transiberiana”, a 25 anni dall’ultimo lavoro. Quest’anno ha segnato quindi il ritorno definitivo del Banco, con anche la firma di un contratto con l’etichetta internazionale Inside Out Music del gruppo Sony Music. L’etichetta tedesca, specializzata nelle varie accezioni del “progressive”, annovera tra i suoi artisti i Dream Theater, Steve Hackett, Ian Anderson, e PFM, tra gli altri. Il 2022 vede il Banco impegnato in studio per ultimare la realizzazione del nuovo lavoro, un concept  album che vedrà la luce alla fine del mese di settembre. Ma già in primavera la band ha iniziato un nuovo tour, per celebrare i 50anni di “Darwin” e “Il Salvadanaio”. Sono passati cinque decenni dal 1972, anno di uscita dell’album d’esordio omonimo, più comunemente conosciuto come “Il Salvadanaio”, che contiene brani come “R.I.P.” (Requiescant in pace), “Il giardino del mago” e “Metamorfosi”, strumentale con un breve ma stupendo inserto vocale finale, che ha catalizzato immediatamente l’attenzione del pubblico della nascente scena del rock progressivo italiano. Nello stesso anno è stato pubblicato il secondo album, “Darwin”, il primo concept album realizzato dal gruppo: i brani sono infatti tutti legati al tema centrale della teoria sull’evoluzione delle specie di Charles Darwin. Questi due album sono considerati i più creativi e originali del gruppo, insieme a “Io sono nato libero” del1973, incentrati sui vertiginosi e virtuosistici intrecci delle tastiere dei fratelli Nocenzi e sugli inimitabili registri tenorili del compianto Di Giacomo, al servizio di una particolarissima contaminazione tra il rock progressivo inglese, le sonorità mediterranee e la tradizione del melodramma italiano, che occhieggia nei momenti più inattesi. Tutto questo risuonerà ancora una volta a distanza di 50 anni.

A CHRISTMAS CAROL – Canto di Natale

È la vigilia di Natale, nella Londra del 1843, e tutti si accingono a festeggiare la ricorrenza.Solo il vecchio usuraio Ebenezer Scrooge, mal sopporta questa festività. Dopo aver cacciato in malo modo tre uomini che gli chiedono un contributo per i bisognosi, chiuso il negozio, si reca solitario verso la sua dimora. Durante la cena prima di andare a letto, riceve la visita dello spirito di Jacob Marley, suo vecchio socio, morto sette anni prima proprio la notte della vigiliadi Natale. Lo spirito di Marley è avvolto da pesanti catene alle cui estremità pendono dei forzieri: catene che sono conseguenza dell’avidità e dell’egoismo perpetrati mentre era in vita. Scrooge, spaventato, chiede al vecchio socio come poter evitare la stessa sorte e Marley gli rivela di essere ancora in tempo per mutare il suo destino. Prima di congedarsi, gli annuncia l’immediata visita di tre spiriti: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro. I tre spettri, tra flashback e premonizioni riusciranno a mutare l’indole meschina ed egoista di Scrooge, che si risveglierà la mattina di Natale con la consapevolezza che l’avidità del denaro e l’attaccamento alle sole cose materiali sono sbagliati: finalmente la carità e la fratellanza si faranno largo nel cuore del vecchio usuraio, che per la prima volta  trascorrerà il Natale con il nipote Fred e la sua famiglia Il personaggio di Ebenezer Scrooge, al di là del semplice racconto e del significato intrinseco della novella dickensiana, potrebbe essere facilmente ricondotto ad una certa tendenza del mondo di oggi: quella dell’indifferenza, dell’intolleranza, dell’essere asociali, pur nell’epoca dei social. Tra un’umanità che va sempre più in fretta, oggi si tende spesso a rinchiudersi nel proprio guscio, nel proprio mondo, con il proprio cellulare e i propri auricolari, per isolarsi da tutto e da tutti. Ecco dunque che il monito del defunto amico Marley, che appare a Scrooge nelle vesti di uno spettro proprio per suggerirgli un cambiamento nella sua vita e nel suo carattere, dovrebbe essere un’esortazione per tutti noi, verso un atteggiamento che guardi maggiormente agli altri. Se tutto questo è poi accompagnato dalle meravigliose musiche di Alan Menken, per la prima volta presentate in Italia, allora un messaggio così forte non può che divenire vincente e positivo per farci riflettere, sia pure all’interno di una cornice divertente e di intrattenimento, su quanto una maggiore disponibilità verso il prossimo potrebbe cambiare e migliorare le nostre vite.

CONCERTO DI CAPODANNO BARLETTA

Il Concerto di Capodanno rappresenta uno dei momenti più attesi della prestigiosa Stagione Concertistica Internazionale organizzata dall’Associazione Cultura e Musica “G.Curci”. Ogni anno una Orchestra e un Direttore di Prestigio Internazionale, si avvicendano nella rappresentazione di uno degli appuntamenti musicali più amati dal grande pubblico.Il fascino della tradizione viennese, con il suo messaggio beneaugurante, rivive così con nuove e sempre diverse emozioni nello splendido scenario del Teatro Curci, riportandoci magicamente nell’atmosfera della “Felix Austria”. I Valzer e le Polke della famiglia Strauss, riecheggiano per tutti come un grande Inno alla Pace tra i popoli, in un messaggio augurale che travalica ogni confine. Una grande musica amata sia da musicisti del calibro di Brahms e Wagner, sia dal pubblico di ogni età che lietamente applaude durante l’immancabile “Marcia di Radetzky” accompagnando l’Orchestra. Una danza che da estrazione popolare, prima, e poi, borghese, diviene aristocratica e si eleva al livello del tradizionale sinfonismo viennese. Un appuntamento immancabile premiato ogni anno da un successo di pubblico straordinario e che regala sempre emozioni indimenticabili.

MAMMA, QUEL VINO È GENEROSO

La rappresentazione che andremo ad eseguire trattasi di uno spettacolo-lirico dove l’attore Cristian Levantavi decanterà i testi tratti dal romanzo di Giovanni Verga alternati  dall’esecuzione dell’opera di P. Mascagni.Il tutto sarà eseguito dall’orchestra ICO I suoni del Sud  ed un cast di elevata professionalità. L’ambientazione  verrà ricostruita attraverso la proiezione di immagini tratte dall’opera con elementi di attrezzeria e effetti luci lirici . Cavalleria Rusticana è un’opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga.Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890.La storia che portò alla nascita di Cavalleria Rusticana è abbastanza curiosa: nel 1888 l’editore Sonzogno istituì un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non erano ancora riusciti a far rappresentare una loro opera. Mascagni, venuto a conoscenza di questo concorso a due mesi dalla chiusura delle iscrizioni, chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti di scrivere un libretto.Lui e il suo collega Guido Menasci scelsero come base la novella di Giovanni Verga “Cavalleria Rusticana”. La cosa particolare fu che i due lavorarono all’opera con Mascagni per corrispondenza.L’opera fu completata appena in tempo per essere ammessa al concorso. Ovviamente, come abbiamo visto, l’opera di Mascagni fu selezionata per essere rappresentata a Roma.Venne rappresentata la Cavalleria Rusticana nel dicembre 1917 al Teatro Reale di Madrid, anche lì con grande successo. Luigi Rossi Morelli rappresentò Alfio, il carrettiere.

PREMIO LETTERARIO NAZIONALE “NICOLA ZINGARELLI”

dalle ore 10.00 alle 12.00 CONVEGNO “PAROLE IN ARMONIA” Saluti istituzionali Francesco Bonito, Sindaco di Cerignola Antonio Daddario, Presidente Premio letterario Nazionale Nicola Zingarelli S.E. Mons. Fabio Ciollaro, Vescovo diocesi Cerignola-Ascoli Satriano lectio magistralis “La comunicazione e il vocabolario per raccontare emozioni” relatori: Riccardo Gualdo, Accademico della Crusca, professore ordinario di Linguistica italiana  Mario Cannella, Lessicografo, responsabile dell’aggiornamento annuale del Vocabolario Zingarelli Barbara Gallavotti, Biologa, divulgatrice scientifica e autrice di programmi televisivi scientifici Trifone Gargano, Professore presso l’Università degli studi di Bari insegna lingua e letteratura italiana  Angela Mariella, direttrice Rai Isoradio Modera: SavinoZaba, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e attore dalle ore 12.00 alle 12.30 PREMIAZIONE DEGLI STUDENTI dalle ore 15.30 alle 17.00 – Masseria Santo Stefano VISITA AL MUSEO / CANTINA DEL CONTE PAVONCELLI dalle 20.30 alle 23.00 SERATA DI PREMIAZIONE Presenta: Savino Zaba, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e attore Riceveranno il premio “Non omnia possumus omnes”: Riccardo Gualdo, Accademico della CruscaMario Cannella, responsabile dell’aggiornamento annuale del Vocabolario Zingarelli Barbara Gallavotti, divulgatrice scientifica e autrice di programmi televisivi Angela Mariella, giornalista direttrice Rai isoradio Irene Enriques, presidente della Zanichelli edizioni Il Premio Letterario Nazionale Nicola Zingarelli è un evento voluto e organizzato dall’Associazione artistico-culturale ‘Motus’ per richiamare i giovani alla cultura e farli crescere leggendo e scrivendo.  È un concorso letterario di dimensione nazionale per composizioni di Poesia Inedita e di Narrativa Edita aperto a scrittori provetti quanto a studenti. Negli ultimi 14 anni, con il patrocinio dell’Accademia della Crusca, dell’Università di Foggia, dell’Università di Bari, della Regione Puglia e del Comune di Cerignola, nonché della collaborazione di associazioni o enti locali ha offerto momenti di elevata cultura. Al concorso letterario per la Poesia Inedita e Narrativa Edita sono stati associati negli anni i concorsi di Fumettistica, Artistica, Teatrale e in questa quattordicesima edizione, Composizione Musicale seguendo un percorso legato alle parole del Vocabolario della lingua italiana. Personaggi di rilevante spessore artistico, culturale o sociale vengono insigniti del riconoscimento speciale “Non omnia possumus omnes” (Non tutti possiamo tutto).

ELETTROSHOCK

Recital per ALDA MERINI “In questo spettacolo – spiega Antonella Ruggiero – c’è un racconto di vita, un racconto artistico e c’è la nostra visione personale sulla poesia. Vogliamo che al pubblico arrivi una storia più completa, non solo della grande poetessa che è stata Alda Merini ma anche della donna ferita nella sua esistenza da quanti non hanno capito nulla della sua arte. E l’arte, la musica, la poesia sono l’unica bellezza rimasta che possa unire ed abbattere barriere”. Un recital che rende omaggio ad Alda Merini, un viaggio attraverso monologhi, aneddoti e versi della poetessa dei Navigli, per lo più inediti. Il viaggio orfico della Merini viene scandito attraverso una scaletta di perle musicali poetiche: da “Canzone per Alda Merini” di Roberto Vecchioni a “Johnny guitar” di Peggy Lee (canzone amata dalla stessa Merini) ed, ancora, “Sognando” di Don Backy, “Due spie”, scritta dalla stessa Ruggiero con Marco Travaglio e Valentino Corvino, “Cosa sono le nuvole” scritta da Pasolini con Modugno ed, infine, “Elettroshock”, tratta dal repertorio più sperimentale, visionario e civile dei Matia Bazar. Le canzoni sono eseguite dal vivo da Antonella Ruggiero, accompagnata al pianoforte da Leo Binetti. La voce narrante è del poeta e regista Cosimo Damiano Damato che con la Merini ha condiviso una lunga amicizia raccontata nel film “Una donna sul palcoscenico” (presentato al Festival di Venezia nel 2009).

PARLIAMO DI DONNE

C’è una foto datata ottobre 2012 che ritrae Franca Rame concentratissima su un mazzo di carte nel bel mezzo di una partita di burraco. Quella foto l’ho scattata io. Era un pomeriggio, uno dei tanti, tra le 14 e le 15.30, quando c’era la pausa dai corsi. Un orario che a me metteva sempre inquietudine, perché se sei meridionale la controra te la porti dentro, e se non ti lasci andare al sonno, devi fare i conti con te stesso. Per forza.Avevo 24 anni e studiavo per fare l’attrice. Ero lì per quello, giammai per sfidarla a burraco, che a carte sono sempre stata una schiappa. A un certo punto disse: “Voi attrici avete il compito di parlare della vostra natura di donne. E’ la ricchezza più grande che avete l’esser donne, chiunque scegliate di essere. “ “Chiunque scegliate di essere”. E’ la frase che ha illuminato come un gigantesco faro il mio percorso sin qui, che ha riempito di senso i personaggi che ho interpretato e quelli che interpreterò.“Parliamo di donne” non sarà uno spettacolo, né un omaggio a Franca e neppure la riproposizione dell’omonima pièce con cui lei debutto nel ’77. Sarà il MIO racconto della donna che ho scelto di essere da quel fatidico incontro. Sul palco e fuori.

VITA DA ARTISTA

Pablo Picasso diceva che “Ogni bambino è un artista. Il problema è poi come rimanere un artista quando si cresce”. Ma cos’è un artista? Essere artisti è un impegno che va aldilà dell’idea che se ne ha comunemente. Entrare nell’arte significa rendere arte il quotidiano, aprirsi a possibili scoperte, agli infiniti modi di guardare le cose e le persone. Quello dell’artista, dunque, è un modo di vivere, di osservare, interpretare la realtà, anche quella più nascosta, impensabile, indicibile. Maria Giaquinto ci guida in un viaggio sentimentale, tra il serio e il faceto, attraverso esperienze, testi, autori, canzoni, racconti di vita e di formazione, alla ricerca del senso della parola “Artista”.