Lucifero – drammaturgia poetica, dai toni crudi e surreali – mette in scena la caduta dell’angelo, facendo di questa caduta e di questa icona estrema la metafora della nascita. Nascita come ferita irrisarcibile, risveglio improvviso nella precarietà del corpo e nel subbuglio dei bisogni, un incarnarsi mortale e inerme, abbandonato a sé e incessantemente desiderante. Scostandomi completamente dal luogo comune del diavolo, ho avuto interesse ad esprimere, attraverso questo archetipo, la condizione di un’anima fragile ed eccedente, che si sfalda in un continuo passaggio tra onnipotenza e impotenza, preghiera e bestemmia, un ottovolante di opposti stati interiori, specchio del nostro ‘troppo umano’.