LINGUA
Un rituale collettivo, un gioco intimo e seducente, un dialogo tra performer e pubblico generato da un corpo esposto che si fa territorio da esplorare con lo sguardo.
La performer dona il suo corpo al pubblico come una tela sulla quale depositare i propri segni, le proprie tracce. Un corpo che si fa caverna, ventre gravido di una lingua che si insinua, eco di memorie singole e collettive.
Un incontro in cui il segno lasciato, lo sguardo, il respiro diventano grammatica comunicativa amplificata, rivendicando il ruolo del corpo e dell’atto performativo: essere ponte, strumento di tessitura di legami, di incontro con l’altro.
MISS LALA AL CIRCO FERNANDO in a room
Un’esperienza intima, una composizione artistica in tempo reale, una narrazione orale animata da un corpo che parla e danza allo stesso tempo.
Lo chapiteau di Miss Lala è una dimora accogliente, in cui gli ospiti sono seduti attorno a un tavolo imbandito di foto e di scritti: un archivio dal quale le persone del pubblico possono attingere. In base alla scelta delle persone, la Maggipinto compone un racconto in tempo reale, in cui a tratti riemerge la sua danza.
La presenza di Pina Bausch aleggia lungo il racconto, innescando da lontano la sua danzatrice. Marigia si fa corpo e parola per assecondare le scelte degli spettatori, pronta a improvvisare di nuovo sulle corde sottili della memoria, rivivendo ad ogni diversa sollecitazione quel bagaglio di esperienza artistica e umana.