Una creazione coreografica in forma di rituale danzato, che celebra secondo una logica scenica il moto di un mondo inesplorato.
Una figura sciamanica finemente adornata per condurre una cerimonia magica e senza tempo. Il suo movimento e i lineamenti del suo volto – velato e riconfigurato secondo canoni estranei alla cultura occidentale – custodiscono e offrono al nostro sguardo il rituale di una possibile tradizione altra.
Di fronte a questo siamo invitati a decifrare i “geroglifici” di questa figura ignota, selvatica e capovolta; siamo ospiti chiamati a un esercizio di superamento del confine di ciò che conosciamo, accettando la messa in discussione di qualcosa di sé e ritrovando la propria umanità nel riflesso dell’incontro.