Bob è una performance che usa il corpo come veicolo e innesco di alcune domande e scenari che congiungono gli immaginari sul non-reale, dai bestiari alle fantasie d’infanzia, e la nostra presenza nella realtà. Cosa si nasconde nei luoghi bui? Cosa ha a che fare con noi?
Nel buio una creatura si apre la strada, infantile e dissacrante, come i mostri di ogni immaginario, dal carattere eccessivo. Bob è un mostro che emerge da un luogo di cui il pubblico è ospite o preda; cresce e si evolve mutando genere e intenzioni, bisogni e pulsioni giocando con l’incedere, la paura e la seduzione di un corpo che può respingere. È un corpo che tradisce e che si impone in una dialettica tra lo spazio personale e quello condiviso, in cerca di uno stato di grazia. BOB è un viaggio attraverso la soglia di un luogo sconosciuto di creature mutevoli che si avvicinano portando la sfida a condividere quel luogo con una figura distorta, fluide, che possiamo desiderare o respingere, qualcuno da temere o abbracciare.
BOB è il risultato di due anni di ricerca che il coreografo e danzatore Matteo Marchesi ha strutturato con un gruppo di bambini sull’esplorazione dei mostri, delle loro apparenze, dei bisogni e dei luoghi a cui possono o non possono appartenere.