Prosegue a Barletta la dodicesima edizione di Azioni in Danza, festival dedicato alla danza contemporanea e al teatrodanza, diventato nel tempo un punto di riferimento nel panorama coreutico italiano. Sostenuto dal Comune di Barletta e promosso da Puglia Culture in collaborazione con il Network Anticorpi XL e Associazione KRASS, con la direzione artistica e il coordinamento generale di Stefania D’Onofrio, il festival continua ad abitare la suggestiva cornice della Chiesa di Sant’Antonio con un fitto calendario di appuntamenti fino al 18 maggio.
Nel cuore del tema 2025, “Rituale – Connessione e Solitudine”, si snodano riflessioni potenti sulla relazione tra corpo, spazio e mondo digitale. La danza si fa strumento poetico e politico per indagare le fragilità e le tensioni del nostro tempo, tra intimità e iperconnessione, memoria e presenza.
Il 15 maggio, il pubblico è chiamato a un’esperienza intensa con “L’ombelico dei limbi” di Stefania Tansini, già insignita nel 2022 del Premio UBU miglior attrice/performer under 35, e dopo un percorso come interprete per artisti e coreografi del calibro di Romeo Castellucci, Simona Bertozzi, Ariella Vidach e gruppo Motus, ha iniziato a sperimentarsi come autrice. Il lavoro, UNA produzione Nanou Associazione Culturale, prende le mosse dall’opera giovanile di Antonin Artaud per restituire, attraverso un allestimento site-specific, la tensione tra desiderio di liberazione e bisogno di connessione. Il corpo della performer, attraversato da voce e suono, si fa testimone di una frattura profonda tra sé e il reale, in una drammaturgia sensoriale e carnalmente lucida.
Il 16 maggio è la volta di Adriano Bolognino con “Gli Amanti”, produzione Körper, un duetto delicato e struggente che rievoca il celebre calco pompeiano per interrogare la forza archetipica dell’amore. Le interpreti, Rosaria Di Maro e Roberta Fanzini, danno vita a una danza che è memoria, materia e mito, sospesa tra assenza e presenza, vita e morte.
A seguire, Glenda Gheller e il suo collettivo ocram dance movement propongono “Achilles’”, un’indagine sul paradosso della forza nella vulnerabilità. Ispirata dalle riflessioni della sociologa Brené Brown, la coreografia scava nel confine sottile tra il coraggio e la fragilità, restituendo una fisicità tesa e autentica che mette in discussione il concetto stesso di invincibilità.
Il 17 maggio, Mariangela Di Santo porta in scena “Klore”, performance prodotta da B-ped che parte dalla tarantella lucana per rifondare il rito nella contemporaneità. Un lavoro raffinato che attraversa le forme del corteggiamento e del gesto popolare per giungere a una danza nuova, consapevole delle sue radici e del proprio presente.
In chiusura della serata, il giovanissimo coreografo Simone Lorenzo Benini, con la complicità di Miriam Budzáková, presenta “(e poi entrarono i cinghiali)”, spettacolo coprodotto da Anghiari Dance Hub. È un’opera viscerale, eccessiva, quasi performativa nella sua carica anarchica: una celebrazione dell’ambiguità come forza generativa, una danza di resistenza che urla e si trasforma, sfidando le logiche dell’identità e del linguaggio.
Il 18 maggio, alle 18:30, il festival si chiude con uno sguardo rivolto all’infanzia, con l’evento speciale fuori abbonamento pensato per bambini e famiglie: “PerAria”, produzione Sosta Palmizi in co-produzione con I Nuovi Scalzi, coreografie di Giorgio Rossi e testi originali di Savino Maria Italiano. Un viaggio tra leggerezza e stupore, dove vento e fantasia trasportano grandi e piccoli in mondi sospesi e poetici. Un omaggio alla forza immaginifica dell’infanzia, alla sua capacità di reinventare il reale con la sola forza dell’ascolto e della meraviglia.