Ci sono dei periodi nella storia umana in cui si fa più acuta la sensazione di una fine imminente o di una svolta. Non mancano i predicatori di una apocalisse, che può assumere tante forme diverse. Ci sono cose importanti e preziose (come, ad esempio la democrazia) che rischiano di finire e che dobbiamo salvaguardare? Ce ne sono altre che invece è bene che finiscano e di cui dobbiamo favorire la fine (come ad esempio i nazionalismi)?
Tutti abbiamo la sensazione di vivere tempi ultimi. Questo è accaduto molte volte nella storia, ma ora tecnologia, dissesto ambientale, crisi delle democrazie, ingenti flussi migratori, un diverso ruolo delle religioni ci pongono di fronte a un mutamento davvero radicale, cui sembra non sappiamo dare risposte adeguate.
Anche nelle singole vite umane accadono smottamenti simili, ad ogni passaggio di età. In particolare, il tempo ultimo della vita ci pone drammaticamente di fronte alla certezza – brutale – che la vita finisce. Come affrontare questa spietata realtà? Come pensare la fine propria e degli esseri vicini e intorno a noi? Forse la “grandezza” della vita sta proprio nel suo avere limite. Per questo l’ultima età della vita può acquistare un suo senso e una sua responsabilità. Ma occorre provare a pensarla in modo nuovo.